Ryanair vuole “lo spezzatino degli aeroporti” per ridurre i costi delle tariffe aeroportuali.
Come si fa a ridurre i costi dei monopoli aeroportuali? E’ stato chiesto a Michael O’Leary, amministratore delegato della regina delle compagnie low cost, arrivato a Roma per un convegno internazionale sull’aviazione e per dare un’occhiata ai suoi interessi sull’Alitalia.
“Il cielo unico europeo è fallito”, ha tagliato corto l’imprenditore irlandese. “La ricetta è semplice. Bisogna romperei il monopolio degli aeroporti facendo uno spezzatino. Non si possono certo dividere le piste. Ma si possono separare i terminal dalle altre infrastrutture e dagli altri servizi di terra. Per ogni terminal bisognerebbe fare un bando di gara per scegliere chi vuole gestirlo, ai costi più bassi”, ha detto O’Leary.
L’a.d. di Ryanair ha citato l’esempio di New York Jfk, nel quale le maggiori compagnie americane gestiscono il proprio terminal. A New York i voi di Alitalia sono nello stesso terminal di Lufthansa, uno dei vettori candidati all’acquisto delle spoglie della compagnia. Il terminal di Jfk è fra i creditori perché Alitalia non paga , è in ritardo nel saldare le fatture. Per questo anche un giudice di New York deve pronunciarsi ai fini delle norme fallimentari sul commissariamento della compagnia.
Un altro elemento che pesa sui costi dei voli sono “le inefficienze delle società dei controllori di volo, che gestiscono i servizi di navigazione”, hanno fatto notare Pekka Vauramo, a.d. di Finnair, e Thomas Reynaert, managing director di A4E, la giovane associazione tra le compagnie europee che raggruppa il maggior numero di vettori, dalle principali compagnie tradizionali alle grandi low cost.
“I passeggeri europei pagano 5 miliardi di dollari in più dall’anno di tariffe di navigazione aerea rispetto al Nord America. Eppure le due aree geografiche hanno più o meno la stessa dimensione”, ha detto l’a.d. di Finnair. “Negli Stati Uniti c’è una sola società che gestisce il traffico aereo, in Europa ce ne sono 30. E non sono allineate”. Tra queste c’è l’italiana Enav.
O’Leary ha parlato anche della necessità di “privatizzare le società che gestiscono il traffico aereo e liberalizzare”. Secondo Reynaert, “il problema non riguarda la privatizzazione, ma l’efficienza dei costi. Bisogna aumentare i movimenti aerei, decolli e atterraggi devono essere più rapidi. La tecnologia consente di fare molto di più di quello che si fa oggi. Ma i politici non ci pensano, ragionano in termini di sistemi nazionali di controllo del traffico, invece bisogna pensare a un cielo unico europeo. I voli _ ha detto Reynaert _ sarebbero più brevi, più diretti. Le compagnie risparmierebbero carburante, i passeggeri risparmierebbero tempo, ci sarebbero meno ritardi, è questo che preoccupa la gente”.
“Siamo vicini alla saturazione dei cieli”, ha sottolineato Reynaert. Quali sono le aree più congestionate in Europa? “Tutti i grandi hub aeroportuali, è noto il caso di Londra Heathrow, ma non è l’unico”, ha detto. L’a.d. di Finnair Vauramo ha spiegato che “quando si arriva dal Nord Europa ci sono problemi di sovraffollamento dei cieli nell’Europa centro-occidentale.
Calze verdi, conti in rosso. La presentazione delle nuove divise Alitalia nel giugno 2016, volute da Etihad, criticate dai dipendenti.
Randy Tinseth di Boeing, vicepresident commercial airplanes, ha illustrato le prospettive di forte crescita dell’aviazione, aumento del traffico e degli aerei necessari. “Il traffico è solido, ci aspettiamo di vederlo crescere del 4,7% all’anno in media nei prossimi vent’anni”. Boeing ha alzato le previsioni di domanda di nuovi aerei nei prossimi vent’anni. Fino al 2036 il costruttore americano prevede che verranno consegnati alle compagnie 41.030 aerei, il 3,6% in più della precedente previsione, per un valore a prezzi di listino di 6.100 miliardi di dollari.
L’altro grande costruttore, l’europea Airbus, prevede un fabbisogno un po’ inferiore, ma sempre consistente: 34.900 nuovi aerei, per un valore di 5.300 miliardi di dollari. E’ previsto un forte incremento dei voli e dei passeggeri, che quest’anno dovrebbero aumentare del 7,4% a 4,1 miliardi di persone.
I risultati economici delle compagnie sono generalmente positivi. La Iata prevede 31,4 miliardi di dollari di utili netti quest’anno per tutte le compagnie mondiali. Quasi tutte.
Fa eccezione infatti Alitalia, che continua a perdere in media i suoi due milioni circa al giorno. Al convegno “Dialogo Ecac/Eu” per l’Italia c’erano il direttore generale dell’Enac Alessio Quaranta e Mauro Maia del Fondo F2i. Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, arrivato in Bmw, ha fatto un breve discorso e se n’è andato.
Nessun intervento di Alitalia, che sarebbe la compagnia di casa. In realtà, la principale compagnia italiana per numero di passeggeri non è Alitalia, ma Ryanair.