Alitalia continua a bruciare cassa. E il conto lo pagano i contribuenti.
La decisione di ieri del governo di incrementare di 300 milioni di euro il prestito ponte statale di 600 milioni, già concesso alla sofferente compagnia il 2 maggio scorso, significa che Alitalia continua a volare in forte perdita, a mangiare cassa e quindi a generare debiti.
E l’allungamento di sei mesi del termine per concludere la procedura di vendita a fine aprile 2018, oltre che confermare _ come più volte scritto da Poteri Deboli _ che la vendita di Alitalia non si potrà chiudere prima delle elezioni politiche, è la conferma che le offerte vincolanti attese (entro lunedì 16 ottobre) sono deboli. Non ci si aspettano offerte d’acquisto per l’intera compagnia ma solo per alcune parti. Lo spettro dello spezzatino si fa sempre più probabile.
Spezzatino tedesco
Del resto lo spezzatino si è appena visto in Germania. Il 12 ottobre Lufthansa ha firmato l’accordo per comprare circa la metà Air Berlin. Un’altra compagnia finita in disgrazia durante la gestione degli arabi di Etihad, come l’Alitalia degli ultimi due anni e quattro mesi prima del commissariamento.
Secondo quanto è stato comunicato, Lufthansa assumerà solo circa 3.000 dipendenti sugli oltre 8.000 di Air Berlin. Lufthansa pagherà 210 milioni di euro e avrà 81 aerei, sui 140 della flotta. Restano fuori quindi circa 5.000 dipendenti, non si sa che fine faranno, e 39 aerei. Un pezzo dell’attività residua potrebbe prenderlo easyJet.
Spezzatino tedesco. Circa metà di Air Berlin, arrivata al collasso il 15 agosto, è stata venduta a Lufthansa il 12 ottobre
Spohr: interessati solo a “una nuova Alitalia”
Lufthansa fino a pochi giorni fa era considerata il candidato principale all’acquisto di una parte di Alitalia (forse con Etihad di nuovo come socio). Se si applicasse la stessa proporzione dell’accordo su Air Berlin alla compagnia italiana, Lufthansa prenderebbe il 40% dei dipendenti di Alitalia, cioè intorno a 4.000-4.500, gli altri 7.000-7.500 circa resterebbero fuori. L’amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr, ha detto su Alitalia:«Così com’è oggi, per noi non è argomento di interesse. Se ci fosse la possibilità di creare una nuova Alitalia, allora Lufthansa, in qualità di numero uno in Europa, sarebbe sicuramente interessata ai colloqui».
In corsa per le spoglie di Alitalia ci sono anche easyJet, Delta e alcuni fondi. Ha annunciato il ritiro Ryanair.
I conti
Il prestito statale concesso con decreto il 2 maggio scorso, lo stesso giorno di nomina dei tre commissari, avrebbe dovuto essere restituito dopo sei mesi, cioè alla fine di questo mese. E invece non solo non viene restituito, ma il governo ieri ha elevato il prestito statale a 900 milioni. Continuano a chiamarlo “prestito”, ma sembra improbabile che possa essere rimborsato.
Ottimismo. Luigi Gubitosi, commissario coordinatore di Alitalia, ha detto che “Il paziente sta meglio ma è ancora debole”.
Perché lo Stato dà altri 300 milioni?
La prima domanda che facciamo è: perché il governo dà altri 300 milioni ad Alitalia? Evidentemente la compagnia continua a versare in gravi difficoltà, nonostante le dichiarazioni di ottimismo sui conti.
Come quelle del commissario coordinatore, Luigi Gubitosi, in un’intervista al Corriere della sera il primo ottobre. Del resto, avendo la gestione di Alitalia perso più di 600 milioni di euro nel 2016 (anche se non c’è un bilancio consolidato ufficiale depositato) e con una previsione _ fatta prima del commissariamento _ di perdere fino a 650 milioni quest’anno, non si vede come un modesto incremento del fatturato dell’1,5% “nell’ultimo trimestre”, come dichiarato da Gubitosi al Corriere, possa modificare la sostanza della situazione. “Nel secondo semestre l’Ebitda tenderà al pareggio, ma questo non vuol dire che il problema sia risolto perché la strada è ancora lunga e molto complicata”, ha detto Gubitosi. Il quale ha condito l’intervista con frasi del tipo: “Il paziente sta meglio, ma avendo subito tre grandi interventi è ancora debole”.
Una domanda per Gubitosi & C.
Gubitosi, insieme a Enrico Laghi e Stefano Paleari, ovviamente fa del suo meglio per raddrizzare la situazione. Però i risultati non si vedono. Ci permettiamo di ricordare che nessuno dei tre commissari è esperto di trasporto aereo, un settore che continua ad andare a gonfie vele in tutto il mondo, sia come traffico sia come risultati economici, come ha certificato anche pochi giorni fa la Iata.
Tranne che per Alitalia e poche altre compagnie, tra cui anche Meridiana, nella quale è appena entrata con il 49% Qatar Airways. La domanda che facciamo a Gubitosi e agli altri commissari è: cosa sta facendo Alitalia di diverso rispetto al passato?