Sono due le offerte di acquisto presentate per Blue Panorama, la compagnia aerea con basi a Fiumicino e Malpensa specializzata in voli per destinazioni turistiche nel Mediterraneo, con l’Albania, il Sud e nel lungo raggio per Cuba, Caraibi, Messico.
Le offerte sono state presentate da un veterano dell’aviazione, il comandante Giuseppe Gentile (ex azionista di Air Europe e Air Italy) attraverso la società Italian Airways e da un gruppo che opera nel turismo attraverso una rete di agenzie di viaggi, Uvet. Ma ad oggi non ci sono segnali che la compagnia venga venduta. L’attività di volo prosegue nell’ambito della gestione commissariale del gruppo, affidata all’avvocato Giuseppe Leogrande. Un terzo pretendente, il fondo Grey Bull che controlla la compagnia britannica Monarch Airlines, che ha la base all’aeroporto di Luton, si è ritirato poco prima di depositare l’offerta vincolante.
Ormai questo è il terzo tentativo di vendita della compagnia che è stata fondata da Franco Pecci nel 1998, un imprenditore nato a Firenze nel 1945 che opera da anni nell’aviazione. Blue Panorama è entrata in difficoltà nell’ottobre 2012 e ha chiesto il concordato preventivo in continuità aziendale, una forma di protezione dai creditori per salvare l’impresa e i posti di lavoro, introdotta con le leggi approvate durante il governo Monti, detta “il Chapter 11 all’italiana”. Quella protezione non è bastata a risanare l’azienda e così, dopo un anno e mezzo, il Tribunale di Roma ha dichiarato lo stato di insolvenza e la compagnia è stata posta in amministrazione straordinaria. Il 17 marzo 2014 il Tribunale ha nominato commissario straordinario l’avvocato Giuseppe Leogrande, un professionista nato a Ravenna nel 1963.
Come in ogni procedura commissariale è stato presentato un programma, sotto la vigilanza del ministero dello Sviluppo economico, e sono state avviate le procedure di vendita. Nel 2015 c’è stato il primo round. All’epoca si era parlato di almeno tre interessati, il più accreditato sembrava un imprenditore polacco, ma non se ne è fatto nulla. Nel 2016 un altro giro, anche quello andato a vuoto. Quest’anno è partito il terzo tentativo, con l’assistenza di un advisor, Deloitte. Il 19 giugno era la scadenza per le offerte vincolanti. E, come detto, si sono presentati in due. Ma da Leogrande non arrivano segnali. Il commissario è ultrariservato. Non parla, non dice e… non vende.
Da quanto si sa, attraverso indiscrezioni, Leogrande non avrebbe risposto a una delle offerte, quella di Gentile, prima che scadesse il termine di validità della proposta. A quel punto era rimasta valida solo un’offerta, quella di Uvet, ma nulla è accaduto. C’è da pensare che il commissario non giudichi soddisfacenti le proposte di acquisto.
Imprenditore. Franco Pecci, fondatore di Blue Panorama
Del resto, le condizioni economico-finanziarie di Blue Panorama non sarebbero particolarmente attraenti. La compagnia ha un giro d’affari di circa 200 milioni di euro all’anno (riferito al 2016). Una fonte autorevole ha riferito a Poteri deboli che negli ultimi sei mesi Blue Panorama ha perso 15 milioni.
Malgrado la crisi e i debiti, l’attività operativa di Blue Panorama è sempre proseguita con regolarità e con dati positivi di traffico. Nel 2016, secondo i dati del rapporto annuale dell’Enac, Blue Panorama ha trasportato 1,21 milioni di passeggeri, il 14,4% in più del 2015. Con questo volume è la diciottesima compagnia che opera in Italia (la prima è Ryanair con 32,6 milioni, la seconda Alitalia con 23 milioni). L’attività prevalente di Blue Panorama sono i voli internazionali con 1,08 milioni di passeggeri, mentre sui voli nazionali ne ha trasportato 131mila.
Nel 2015, grazie a una norma che, secondo quanto scritto dal Sole 24 Ore il 30 settembre 2015, è stata approvata dal Consiglio dei ministri apposta per Blue Panorama, è stata fatta una deroga rispetto alla normali procedure della legge Prodi-bis. Questa legge prevedeva il fallimento automatico di un’impresa se, una volta trascorso il periodo previsto dal programma presentato al ministero dello Sviluppo (12 mesi se finalizzato alla vendita, 24 mesi per la ristrutturazione economico-finanziaria), il programma non fosse stato attuato in tutto o in parte. Ma con la modifica legislativa, che vale in teoria anche per altre imprese, Blue Panorama è stata salvata.
Escamotage. Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico
L’escamotage per far proseguire l’attività è stata la costituzione di una nuova società, una “newco”, alla quale la compagnia in amministrazione straordinaria ha conferito l’attività aziendale. Tutto questo è stato autorizzato dal ministero dello Sviluppo economico, guidato da Carlo Calenda e dal Tribunale di Roma.
Il Tribunale ha dichiarato la cessazione dell’esercizio dell’impresa relativa alla gestione commissariale della vecchia Blue Panorama, che ora si chiama B.p.a. Spa. L’attività prosegue con la nuova Blue Panorama Airlines Spa. L’Enac, l’ente dell’aviazione civile, ha revocato la licenza di volo alla vecchia Blue Panorama e _ si legge nel rapporto annuale dell’ente presieduto da Vito Riggio _ “ha rilasciato una licenza alla NewCo Blue Panorama Airlines Spa a seguito del conferimento dell’attività di trasporto aereo nell’ambito della procedura di Amministrazione Straordinaria. Nel provvedimento _ puntualizza l’Enac _ il vettore è stato invitato a presentare i dati economico-finanziari, con cadenza mensile, sulla base dei modelli pubblicati sul portale dell’Enac”. In pratica non è cambiato nulla, c’è stato solo un burocratico passaggio di carte e qualche timbro del Tribunale, del ministero e dell’Enac.
La nuova Blue Panorama ha gli stessi aerei della vecchia, nove Boeing (6 B737 e 3 B767, tutti in leasing tranne un 767 di proprietà), che durante l’estate aumentano fino a 11 macchine, con gli stessi dipendenti, circa 410. La nuova società ha un capitale di 15 milioni di euro, posseduto interamente da un unico socio. Indovinate chi è? E’ la vecchia B.p.a. Spa in amministrazione straordinaria, affidata sempre al commissario Leogrande.
L’azionista unico della B.p.a. è la società Formula Blue Srl, in liquidazione dal 2013, alla quale nel 2016 è stata estesa la procedura di amministrazione straordinaria e la dichiarazione dello stato di insolvenza. Anche Formula Blue ha un commissario straordinario. Chi è? Sempre l’avvocato Leogrande.
Il capitale di Formula Blue appartiene, ma è meglio dire apparteneva perché con il commissariamento di fatto i soci perdono tutto e se si incassano soldi servono a pagare parzialmente i creditori. I due soci di Formula Blue, secondo le visure camerali, sono (o erano) Franco Pecci con una quota del 51% e la società lussemburghese Knight Finanz Sa con il 49 per cento. Anche dietro quest’ultima si ritiene che ci sia Pecci.
E poi c’è la nuova Blue Panorama Airlines, quella che vola ogni giorno e trasporta passeggeri nelle isole greche, in Albania, a Lampedusa, Pantelleria, a Reggio Calabria, ai Caraibi. Questa società è in bonis, non è commissariata e ha normali organi societari, un consiglio di amministrazione e un collegio sindacale. Una domanda: come fa a essere in bonis una società che esercita la stessa attività aziendale di una compagnia in amministrazione straordinaria dichiarata insolvente? Con quali risorse può svolgere l’attività visto che la società commissariata è piena di debiti?
L’amministratore delegato è il manager che già gestiva la vecchia Blue Panorama insieme a Pecci, Giancarlo Zeni, ex Alitalia. Anche Pecci in questi anni ha continuato ad avere di fatto un ruolo nella gestione, negli ultimi 15 mesi però è più defilato. E poi c’è un presidente. Indovinate chi è? L’avvocato Leogrande. Di nuovo lui. In questa procedura Leogrande ha tre incarichi: commissario della vecchia B.p.a. Spa, commissario di Formula Blue, presidente della nuova Blue Panorama Airlines. In pratica da commissario è diventato un presidente-manager. E siccome la vendita della compagnia viene continuamente rimandata, viene da pensare che si sia affezionato al nuovo mestiere e ai relativi compensi (anche questi tripli?), anche se non ha abbandonato l’attività di avvocato nello studio legale a Bologna di via Galliera.
E sotto sotto molti cominciano a pensare che il commissariamento “perpetuo” si possa ripetere per la disastrata Alitalia.