I lavoratori dell‘Ilva di Taranto voteranno questa settimana attraverso un referendum il nuovo accordo raggiunto il 6 settembre dai sindacati metalmeccanici e dalla multinazionale Arcelor Mittal, attraverso la società controllata Am InvestCo Italy Srl, per fissare le condizioni del passaggio di proprietà del grande impianto siderurgico al gruppo guidato dal miliardario indiano Lakshmi Mittal, che vive a Londra.
Di Maio e Calenda
Il nuovo accordo, raggiunto con l’intervento del governo e del ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio, modifica quello raggiunto il 10 maggio scorso ai tempi del precedente governo di Paolo Gentiloni, quando al Mise c’era Carlo Calenda. L’intesa precedente era stata rifiutata dai sindacati. Am InvestCo sta già gestendo l’Ilva con un contratto di affitto firmato poco più di un anno fa, il 28 giugno 2017. Di Maio e Calenda in questi giorni hanno inscenato un derby, una gara per dire chi ha avallato l’accordo migliore.
Padrone. Emilio Riva
La privatizzazione e i Riva
La storia dell’Ilva è lunga e travagliata, l’ho raccontata nell’e-book “Ilva. Il padrone delle ferriere”, editore Chiarelettere, che spiega e approfondisce un capitolo assai controverso della storia dell’industria e del potere economico in Italia (nella foto in paertura la copertina). Questo libro racconta come fu fatta la privatizzazione della siderurgia dell’Iri, chi era Emilio Riva, il potente padrone delle ferriere che ha avuto la proprietà del centro siderurgico di Taranto fino al commissariamento e lo ha gestito con il pugno di ferro, con relazioni sindacali da età della pietra.
Il libro racconta quali erano le influenti relazioni (tra cui quella con banca Intesa Sanpaolo) e i sostegni di cui godeva la famiglia Riva, il dramma sociale e ambientale di Taranto. Per chi non avesse memoria ricordo che Riva fu tra i Capitani coraggiosi che Silvio Berlusconi chiamò nel 2008, con il sostegno di Banca Intesa all’epoca guidata da Corrado Passera, per la privatizzazione dell’Alitalia. Berlusconi li chiamò “patrioti”. Fu un altro fallimento.
Conflitto d’interesse. Emma Marcegaglia
Il ruolo di Marcegaglia
Tra i Capitani coraggiosi c’è anche Emma Marcegaglia, allora presidente della Confindustria e oggi presidente dell’Eni. Dieci anni dopo ritroviamo Marcegaglia nella cordata Am InvestCo che ha concordato l’acquisto dell’Ilva. La commissione di Bruxelles ha ordinato che Marcegaglia esca dalla cordata per motivi Antitrust, a causa dell’inreccio di rapporti e conflitti d’interesse. Secondo una visura camerale il gruppo Marcegaglia possiede il 15% della cordata. Chi arriverà al suo posto? Secondo un “accordo non vincolante” firmato nel dicembre 2017 da Mittal dovrebbero subentrare banca Intesa e la Cdp, società controllata dallo Stato.
Questo lo racconteremo nella prossima puntata.