Il luogo è la sala della scherma al Foro Italico, adiacente agli uffici già occupati dal team di Luca Cordero di Montezemolo per il comitato organizzatore della candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024. Candidatura come si sa bocciata dalla giunta comunale di Virginia Raggi.
Cosa ci facevano tutti insieme l’ex arbitro Pierluigi Collina, la portavoce dei deputati di Forza Italia Mara Carfagna, l’ex ministro dell’Economia Vittorio Grilli, l’ex ministro della Giustizia ora rettore della Luiss Paola Severino, il presidente di Leonardo (ex Finmeccanica) Gianni De Gennaro (più sorridente e rilassato da quando l’a.d. non è più Mauro Moretti), la presidente della Rai Monica Maggioni, l’ex direttore del Tg1 e del Sole 24 Ore Gianni Riotta? E con loro decine di alti ufficiali dell’Aeronautica militare?
Sarà la forza persuasiva della guerra elettronica. Sarà la capacità relazionale dell’imprenditore Enzo Benigni. Sarà la forza di lobby dello studio Ambrosetti, noto per l’organizzazione degli incontri di Cernobbio e per le fatture non certo economiche per le sue “prestazioni”.
Fatto sta che tutti questi personaggi sono stati presenti ieri al convegno organizzato dalla società romana Elettronica, a 20 anni dalla scomparsa del fondatore, Filippo Fratalocchi. Un convegno sulla trasformazione digitale, i “nuovi confini” e la sicurezza del paese, nel nome della “cybersecurity”, una parola che apre molte porte e dischiude affari promettenti.
A onorare Elettronica, guidata dall’ingegner Enzo Benigni, sono intervenuti anche i due esponenti di quella che è stata definita “una famiglia al governo”. Gianni Letta, ex sottosegretario a Palazzo Chigi nei governi Berlusconi, ha fatto il discorso introduttivo, ha ricordato il fondatore conosciuto quando era giornalista del quotidiano Il Tempo, “il famoso zio Pippo”, ha detto Letta, parlando dell’Italia come di un grande paese “con una tradizione di arte e cultura che sapremo mettere al servizio anche della tecnologia”. Come si leghino non si sa, né Letta lo ha spiegato. L’importante, ieri, era crederci.
L’ex sottosegretario di Berlusconi si è presentato così: “Vi chiedo scusa. Il saluto è stato affidato a uno di ieri, forse dell’altro ieri. Per fortuna ci sarà anche un Letta di domani per avere ruoli di governo“. Gli sguardi si sono spostati sul nipote Enrico Letta, ex presidente del Consiglio fino all’avvento di Matteo Renzi, seduto in prima fila, un po’ distante dallo zio, accanto a Gianni Riotta, moderatore di una parte del convegno, che alla sua sinistra aveva Monica Maggioni. Mettere insieme zio e nipote intorno allo stesso tavolo non è facile, almeno in pubblico.
Tradizione. Gianni Letta, ex sottosegretario con Silvio Berlusconi
Un po’ in ritardo è arrivato Grilli, che dopo essere stato ministro nel governo Monti fa il banchiere di Jp Morgan a Londra: “Chairman, corporate & investment bank Emea, Jp Morgan, Uk” è il biglietto di presentazione. Omesso ogni riferimento esplicito al fatto che è tra i candidati alla poltrona di governatore della Banca d’Italia, quando a fine ottobre scadrà il mandato di Ignazio Visco (a sua volta candidato alla riconferma).
Collina ha parlato della trasformazione digitale nello sport, come presidente della commissione arbitri della Fifa. In chiusura è arrivata Roberta Pinotti, ministro della Difesa.
Elettronica è un’azienda specializzata in contromisure e altre apparecchiature per la difesa _ ad esempio degli aerei – contro gli attacchi dei missili. “La guerra elettronica buona”, ha detto Letta zio, precisando che “non è quella dei missili, ma degli strumenti per proteggersi dai missili o da altre armi sofisticate”.
Principe ereditario. Enzo Benigni, presidente di Elettronica, con lo sceicco Mohammed bin Zayad Al Nayan di Abu Dhabi
La società romana è riuscita a mantenere l’indipendenza nonostante le dimensioni relativamente piccole tra i giganti del settore. Due pesi medio-massimi sono anche suoi soci, la ex Finmeccanica e la francese Thales, ciascuno ha circa un terzo del capitale, ma la gestione è affidata alla famiglia Benigni, eredi del fondatore Fratalocchi.
L’azienda ha un fatturato stabile, nel 2016 pari a 219 milioni di euro (era 215 milioni nel 2011), con una redditività elevata: nel 2016 ha relizzato un utile netto di 18,3 milioni, sebbene un po’ in calo sugli anni precedenti. Tra i programmi militari più importanti su cui Elettronica lavora c’è il caccia Eurofighter. L’azienda vorrebbe anche lavorare per sviluppare il nuovo radar dell’Eurofighter, ma l’industria elettronica britannica controllata dall’ex Finmeccanica, la Selex inglese, non vuole sentire ragioni.
Negli anni scorsi si è parlato di una possibile cessione di Elettronica a uno dei due gruppi che sono soci, c’è stata anche qualche trattativa, ma alla fine Benigni ha resistito alla tentazione di vendere. I risultati e gli ordini dei prossimi mesi e anni diranno se, oltre alle indubbie tecnologie di cui l’azienda di Benigni dispone, il convegno di ieri ha rafforzato la dotazione di Elettronica di altre munizioni, quelle basate sulle relazioni, invisibili ma molto proficue in questo settore.