Le privatizzazioni “non sono una soluzione” per lo sviluppo degli aeroporti necessario ad accompagnare la forte crescita del traffico aereo commerciale. Anzi, possono peggiorare la situazione. L’allarme è stato lanciato da una voce autorevole, Alexandre de Juniac, il grand commis francese che è stato amministratore delegato di Air France-Klm e ora è direttore generale della Iata.
De Juniac ha parlato di “sfida delle infrastrutture” (“infrastructure challenge”) e sottolinea che la forte crescita del traffico aereo _ quest’anno per la prima volta verranno superati i 4 miliardi di passeggeri _ viene ostacolata dalle insufficienti infrastrutture. Il problema riguarda sia i cieli, i sistemi di navigazione per il controllo del traffico aereo (“il cielo unico europeo è frenato da piccoli interessi nazionali”), sia gli aeroporti, la cui capacità è insufficiente.
Scarsa offerta di slot
“Le infrastrutture aeroportuali non sono costruite con una velocità sufficiente per tenere il passo della crescita. E’ per questo _ ha detto de Juniac _ che gli slot aeroportuali sono così importanti. La scarsa offerta significa che il coordinamento è critico. Circa due terzi degli aeroporti che hanno bisogno di un coordinamento degli slot sono in Europa. E ci sono colli di bottiglia in giro per il mondo _ Sydney, Bangkok, Manila, Jakarta, Mumbai, Città del Messico, New York (nella foto in alto l’aeroporto Jfk, Ndr), San Paolo _ per fare solo alcuni nomi”.
I trucchi delle compagnie
Il d.g. della Iata ha chiesto ai governi di assegnare la scarsa capacità negli aeroporti “in maniera efficiente”, utilizzando i “criteri globali”. Il problema è che molte compagnie proteggono anche gli slot che non utilizzano, negli aeroporti più congestionati, anche se non fanno voli, con vari stratagemmi.
Il trucco più utilizzato per non perdere gli slot è far ruotare i voli nel corso di una stagione, cambiando orario, per rispettare il criterio dell’utilizzo all’80% per stagione che fa salvo lo slot (per esempio Alitalia lo fa da anni a Linate e Fiumicino), ma c’è anche l’affidamento ad altre compagnie legate da accordi commerciali o code sharing. Questro crea una barriera a chi vuole entrare in uno scalo congestionato per fare nuovi voli.
Appello ai governi
De Juniac ha chiesto ai governi di “essere prudenti” prima di fare le privatizzazioni: “Se pensate che privatizzare gli aeroporti sia un modo di finanziare la loro crescita siate prudenti; imparate dagli errori del passato; proteggete questo importante bene nazionale con una regolamentazione blindata che dia la priorità all’interesse nazionale. Per dirla senza peli sulla lingua, non abbiamo visto una privatizzazione di un aeroporto che abbia pienamente soddisfatto le aspettative. E i nostri associati sono molto frustrati, non ne possono più”.
Gli scali migliori “sono in mano pubblica”
Gli aeroporti che creano maggiori problemi “non sono in Europa, ci sono casi in Australia, in Sud America” e gli altri citati sopra, ha detto de Juniac. “E’ un dato di fatto che gli aeroporti ai primi 5 posti nelle classifiche internazionali per la qualità dei servizi sono tutti in mano pubblica“, ha aggiunto, facendo questo elenco: “Seul Incheon, Hong Kong, Dubai, Amsterdam, Shanghai“.
Una domanda per Benetton e Castellucci
Il principale aeroporto italiano, Roma Fiumicino, è stato privatizzato da anni. E’ controllato dalla famiglia Benetton, attraverso il gruppo autostradale Atlantia, un’altra privatizzazione controversa.
Chissà cosa ne pensano delle critiche di de Juniac l’a.d. di Atlantia Giovanni Castellucci e il numero uno del gruppo Edizione, Gilberto Benetton. Giriamo loro la domanda. Ci risponderanno?