Se ne parla poco, ma è in corso in tutto il mondo un aumento delle spese militari. Sono i soldi spesi per armi, eserciti, guerre. Una conseguenza è il forte aumento dei profitti dei gruppi industriali che producono armi, aerei da combattimento, missili, equipaggiamenti militari di vario genere.
Il numero uno mondiale dell’industria aerospaziale militare è Lockheed Martin, ha sede in Texas. Ha appena pubblicato i conti del secondo trimestre di quest’anno, dichiara un aumento dell’utile netto del 21,8%, da 955 milioni di dollari dell’anno scorso a 1,16 miliardi. I ricavi del trimestre sono aumentati del 6,6% a 13,4 miliardi. La società ha anche annunciato che per l’intero 2018 prevede utili e ricavi più alti delle precedenti stime. Negli ultimi 12 mesi il prezzo delle azioni in Borsa è aumentato dell’11 per cento.
Ci si aspetta un miglioramento dei conti anche degli altri grandi gruppi industriali, tra cui Boeing, che ha come principale attività la produzione di aerei passeggeri ma ha anche un settore difesa e spazio.
Gli impegni dell’Italia
Lockheed produce tra l’altro il cacciabombardiere F-35, il controverso aereo da guerra che anche l’Italia ha comprato, è previsto l’acquisto di 90 aerei. In origine dovevano essere 131, ma il numero fu ridotto durante il governo Monti dall’allora ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, un ammiraglio che oggi è presidente di un’azienda italiana che produce armi, Aerea.
Quanto costi esattamente l’acquisto di questi aerei non si sa, non c’è piena trasparenza sui costi, si è parlato di circa 15 miliardi di euro. Intanto gli acquisti del cacciabombardiere americano proseguono a lotti, in silenzio. Secondo quanto rivelato dall’Osservatorio Milex sulle spese militari e non smentito, il 25 aprile è stato firmato il contratto per un nuovo lotto di otto velivoli destinati all’Italia, che porta l’impegno totale già assunto dall’Italia a 26 cacciabombardieri. Di questi, gli F-35 già consegnati sono 10 (nove all’Aeronautica e uno alla Marina).
Già consegnati 300 F-35
L’11 giugno Lockheed ha detto che in totale insieme al Pentagono ha già consegnato 300 aerei F-35, la maggior parte alle forze degli Stati Uniti, tra gli altri paesi è la Gran Bretagna ad averne ricevuto il maggior numero.
Il nuovo ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, ha detto il 6 luglio in un’intervista a La7: «Non comperemo altri F-35. Stiamo valutando cosa fare rispetto al contratto già firmato». Ma non ha spiegato cosa questo significhi in concreto.
Le previsioni di Deloitte
Le spese militari in tutto il mondo aumenteranno quest’anno da 1.728 a 1.780 miliardi di dollari. L’anno prossimo dovrebbero arrivare a 1.838 miliardi, secondo i calcoli di un recente rapporto di Deloitte (“2018 Global aerospace and defense industry outlook”).
L’incremento è sospinto dalla ripresa degli investimenti del Pentagono. Quest’anno la spesa militare complessiva degli Stati Uniti è di 607 miliardi di dollari, un miliardo in più dell’anno scorso e 27 miliardi in più del 2016. Per l’anno prossimo è previsto un incremento più forte, a 686 miliardi di dollari. sarebbe il livello più alto dal 2011.
Questo è stato stabilito prima che, due settimane fa, il presidente americano, Donald Trump, chiedesse ai paesi partner della Nato di raddoppiare dal 2 al 4% del Pil la spesa militare entro il 2024 (l’Italia è all’1,1%).