Leonardo, l’ex Finmeccanica, si presenta al salone di Parigi Le Bourget tra le grandi industrie mondiali della difesa e dell’aerospazio. Il nuovo amministratore delegato in carica da poco più di un mese, Alessandro Profumo, non ha fatto dichiarazioni in pubblico.
“Sto studiando”, si è schermito con cortesia, ripetendo che si è preso “cento giorni” per fare le prime valutazioni. La sera del 19 giugno l’a.d. di Leonardo ha partecipato al ricevimento all’ambasciata italiana, con molti manager anche di altre aziende. Era accompagnato dal suo nuovo assistente Marco Zoff, dal responsabile strategie Giovanni Soccodato. A Parigi c’è anche il presidente del gruppo, Gianni De Gennaro.
Una delle novità, non positive, è che il principale gruppo italiano da quest’anno non ha “perso” solo il nome Finmeccanica (anche se quasi tutti continuano a chiamarlo così) per volontà del precedente a.d., Mauro Moretti, ma ha anche perso peso nel confronto internazionale e nella presenza dei prodotti in vetrina in una delle maggiori esposizioni mondiali dell’industria.
Aerei che non volano
Sulle piste di Le Bourget non ci sono aerei dell’ex Finmeccanica che si esibiscono in volo. Nell’area statica sono schierati l’addestratore M-346 nella versione caccia leggero, il nuovo M-345, c’è (solo) la maquette del T-100, il modello basato sull’M-346 con cui il gruppo ambisce a partecipare alla maxi-gara negli Stati Uniti per 350 addestratori del programma detto “T-X”. Ma poiché l’ex Finmeccanica, per effetto di errori a catena nelle strategie e nei rapporti con gli Stati Uniti, è rimasta senza un partner per questa gara, le sue probabilità di affermazione sono remote. Addirittura c’è chi dubita, tra gli esperti mondiali, che il gruppo venga ammesso a partecipare alla gara. Lo ha detto chiaramente Pier Francesco Guarguaglini, ex presidente e a.d. del gruppo per oltre nove anni, nell’intervista a Poteri Deboli del 14 giugno.
L’aumento delle spese per pubblicità
Leonardo non ha fatto inserzioni pubblicitarie su Aviation Week, una delle riviste di settore più importanti del mondo, nel numero di presentazione del salone, che dedica molto spazio al gruppo franco-tedesco Airbus, compreso un lungo articolo all’a.d. Tom Enders e un’ampia intervista a Fabrice Brégier, il numero due del gruppo (Coo) e presidente della divisione aerei commerciali.
Su Aviation Week ci sono inserzioni pubblicitarie di altre aziende italiane, la società di lanciatori spaziali Avio e Piaggio Aero, l’azienda ligure controllata dal gruppo Mubadala degli Emirati Arabi Uniti. Sarà forse una scelta di risparmio maturata negli ultimi mesi di gestione di Moretti, il quale tuttavia nel 2016 aveva incrementato a 4,6 milioni di euro le spese per “promozione del nuovo brand e attività legate al business”, con inserzioni anche su testate di informazione generale, dal Corriere della sera a Repubblica, dalla Rai a Mediaset a Sky. Questo per celebrare la nascita della “One Company”, mentre si avvicinava la scadenza del mandato di Moretti.
Negli “eventi” del salone Aviation Week non parla dei prodotti di Leonardo. Molto spazio è dedicato ai velivoli di Airbus, di Boeing, all’F-35, il controverso e costoso cacciabombardiere di Lockheed Martin che ha in programma alcuni voli dimostrativi (il primo c’è stato nel giorno di apertura). Di Leonardo si parla in un articolo sulle attività industriali in Gran Bretagna, dal titolo “Italian Renaissance”, zeppo di elogi a Moretti
Ridimensionamento. Prodotti di Leonardo a Le Bourget.
Classifica internazionale
All’assemblea degli azionisti del 16 maggio, nella quale ha concluso il mandato triennale, Moretti ha affermato che “nonostante un budget Difesa italiano di valore nettamente inferiore e con trend decrescenti nei prossimi anni rispetto ai principali Paesi europei, Leonardo continua a posizionarsi tra i primi 10 player del settore aerospazio, difesa e sicurezza, con alcune aree di eccellenza”.
Secondo una tabella mostrata da Moretti, il gruppo è ottavo al mondo per i “ricavi difesa” nel 2015, con 12,8 miliardi di dollari. Il primo nel mondo, secondo questa tabella, è Lockheed con 40 miliardi, il secondo Boeing con 30,4 miliardi. Tra gli europei, davanti a Leonardo ci sono Bae Systems (25,3 miliardi) che è la terza del mondo e Airbus (12,8 miliardi). La francese Thales è collocata due posizioni dietro l’ex Finmeccanica, con 7,9 miliardi di dollari. La tabella indica come fonte “Defecnce News, febbraio 2017”.
Il sorpasso
In realtà, se guardiamo agli ultimi dati disponibili, quelli dei bilanci del 2016, l’ex Finmeccanica ha perso ulteriori posizioni nel confronto internazionale, anche in Europa. Il gruppo che fino a un mese fa era guidato da Moretti è stato superato nei ricavi dalla francese Thales, che diversi anni fa era considerata l’antagonista principale (ma anche un potenziale partner per u’ integrazione o una fusione) per molte produzioni, in particolare nei radar e nell’elttronica. Con Thales il gruppo Leonardo ha un’alleanza nel settore spaziale con due joint venture, per la costruzione di satelliti e i servizi.
Osserviamo l’andamento degli ultimi tre anni. Il gruppo Leonardo-Finmeccanica ha visto ridursi i ricavi consolidati da 14,66 miliardi di euro del 2014 a 12,995 miliardi del 2015, per effetto della cessione a Hitachi del settore trasporti ferroviari (che valeva 1,96 miliardi di ricavi nel 2014 e l’anno successivo è stato deconsolidato dal bilancio). Nel 2016 c’è stata un’ulteriore riduzione dei ricavi a 12 miliardi, per la contrazione di un miliardo del fatturato nell’aerospazio e difesa.
La retrocessione
I ricavi di Thales invece sono aumentati progressivamente, dai 13 miliardi del 2014 a 14,1 miliardi nel 2015 e sono cresciuti anche nel 2016 a 14,9 miliardi. Nei ricavi di Thales ci sono anche attività nei trasporti ferroviari, nel segnalamento, cioè il settore di punta che Finmeccanica possedeva (Ansaldo Sts), ma che Moretti ha ceduto per liberarsi della sofferente AnsaldoBreda e ridurre i debiti.
Su questo possiamo fare due considerazioni. Se escludiamo il segnalamento ferroviario dai ricavi totali, il fatturato di Thales nell’aerospazio, difesa e sicurezza nel 2015 sarebbe di 12,48 miliardi e nel 2016 di 13,3 miliardi. Questo vuol dire che il sorpasso più bruciante ai danni di Leonardo Thales lo ha fatto nel 2016 proprio nell’insieme delle attività che il gruppo considera “core business”, cioè l’aerospazio, difesa e sicurezza, con 13,3 miliardi di ricavi per i francesi contro i 12 miliardi dell’ex Finmeccanica. Pertanto Leonardo è retrocessa al quarto posto in Europa.
Questo è un fatto negativo per il gruppo italiano, dimostra che ha perso posizioni sul mercato, perché ha subìto una contrazione delle vendite. L’altra considerazione è che, siccome il segnalamento ferroviario fa parte comunque delle attività di Thales, la distanza reale nei ricavi tra il gruppo francese e quello italiano è ancora maggiore: 14,9 miliardi contro 12 miliardi.
Peraltro il segnalamento ferroviario non si può considerare completamente estraneo al mondo della difesa, grazie allo sviluppo della tecnologia, in particolare nel satellitare, ci sono punti di contatto tra l’elettronica militare e il segnalamento ferroviario che possono essere sfruttati per gli investimenti. Questo lo aveva già detto nel 2014 Fabrizio Giulianini, all’epoca a capo della Superselex, il manager è uscito dal gruppo dopo l’arrivo di Profumo.
La visita di Pinotti
A Le Bourget il 19 giugno c’è stata la visita del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in delegazione con il generale Carlo Magrassi, direttore nazionale degli armamenti. Oltre a Leonardo il ministro ha visitato le altre principali aziende italiane, tra cui Avio, il gruppo Ala, Piaggio Aero, i distretti di Lombardia, Puglia, Campania. Durante la visita erano presenti il presidente Aiad, Guido Crosetto, l’a.d. di Thales Alenia Space Italia, Donato Amoroso, il presidente dell’Asi, Roberto Battiston, Caio Mussolini di Adasi (Abu Dhabi), che insieme a Piaggio è ospite del distretto aerospaziale della Lombardia. Mussolini è uno dei dirigenti allontanati da Moretti, dopo otto anni come capo dell’ufficio di Finmeccanica in Medio Oriente, ad Abu Dhabi.
“L’Italia è ottimamente rappresentata sia dalle grandi, sia da moltissime piccole e medie imprese”, ha detto la Pinotti. Chissà in quale di queste categorie il ministro include la piccola ex Finmeccanica.