Lo schiaffo di Lufthansa: Spohr diserta la conferenza Iata a Roma con Ita

di Gianni Dragoni

Il numero uno di Lufthansa, Carsten Spohr, diserta la conferenza internazionale della Iata sul trasporto aereo organizzata a Roma, con la sponsorizzazione di Ita Airways. La compagnia di casa è la promessa sposa di Lufthansa, anche se nel fidanzamento ufficializzato nel giugno 2023 con gli auspici del Mef non tutto sta filando liscio. Pertanto l’assenza di Spohr, benché motivata da impegni del supermanager tedesco in Germania, ha rovinato la festa. Non è venuto a Roma neppure Joerg Eberhart, il manager tedesco già a capo di Air Dolomiti che Lufthansa intende nominare amministratore delegato di Ita, se l’acquisizione del 41% di Ita andrà in porto.

Ita. Antonino Turicchi

Turicchi spera nella Vestager

“Speriamo che l’operazione Ita-Lufthansa venga approvata dalla Commissione Ue uscente che ha seguito tutta l’operazione dall’inizio e che non si debba aspettare la nuova Commissione”, ha detto Antonino Turicchi, presidente di Ita, a una domanda sui tempi dell’approvazione che spetta a Bruxelles. Ma Turicchi non ha indicato una data. “La commissaria ai Trasporti è ancora Margrethe Vestager“.

La lite tra Lufthansa e il Mef

Lufthansa e il Mef hanno litigato proprio quando dovevano mandare alla Ue gli atti finali richiesti da Bruxelles, con le misure Antitrust richieste per approvare l’operazione, tra cui spiccano la cessione di 15 coppie di slot di Linate (è stata scelta easyJet) e la cervellotica soluzione ideata dalla Ue per aprire di più il mercato dei voli con il NordAmerica ad altri vettori. La scelta è caduta su una vecchia conoscenza dell’ex Alitalia, Air France-Klm, e su British Airways. Le carte dovevano essere inviate entro il 4 novembre, c’è voluta una settimana in più. Ma il contratto di base è stato modificato, c’è stata una discussione sul prezzo (Lufthansa si era impegnata a versare 325 milioni di euro al Mef per avere il 41% di Ita), però non è chiaro quali cambiamenti degli accordi ci siano stati.

Ministro dell’Economia. Giancarlo Giorgetti

 

I conti di Ita ancora in rosso

Turicchi afferma che i conti di Ita “vanno meglio del previsto, il piano firmato da Lufthansa con il Mef prevedeva che nel 2024 ci sarebbero stata una perdita di -20-25 milioni, dovremmo fare meglio nonostante andiamo con il freno tirato perché non abbiamo potuto avere le sinergie di costo e di ricavi previste con Lufthansa”. A una domanda, Turicchi non ha escluso che nel 2024 Ita possa raggiungere un utile di bilancio. Ma a una domanda di chi scrive ha precisato che sia le cifre che ha menzionato sia il possibile utile non sono riferiti all’ultima riga di bilancio, cioè il profitto o la perdita netti, ma “dell’Ebit”, cioè l’utile operativo. Vale a dire il risultato di gestione, prima degli oneri finanziari e delle tasse. Dunque il risultato di Ita quest’anno sarà ancora in perdita, l’eventuale utile sarebbe solo nel risultato operativo- Turicchi vede comunque positivo per Ita e ha detto che nel 2025 la compagnia “potrebbe raggiungere 4 miliardi di fatturato se il Giubileo dà una mano”.

Forte crescita del mercato italiano

Il mercato italiano registra un forte recupero di traffico passeggeri. I dati della Iata presentati alla conferenza indicano che “in termini di recupero dalla pandemia, l’Italia sta andando meglio dei suoi vicini. Ad agosto 2024 il volume dei passeggeri in Italia era del 14,3% superiore a quelli del 2019 nello stesso mese, rispetto al  +3,5% dell’Europa occidentale e al 2,4% di tutta l’Europa”. Dietro l’Italia ci sono, nell’ordine, Spagna, Turchia, Francia, tutti sopra il livello del 2019, quindi Gran Bretagna e Germania, che restano sotto il volume del 2019.

Iata. Il d.g. Willie Walsh

Walsh: dateci il cielo unico europeo

Il direttore generale della Iata, Willie Walsh, ha sottolineato che “l’Europa dovrebbe affrontare la questione della riduzione della Co2 basandosi sui fatti più che sulle teorie”. Walsh ha detto che l’ipotesi di introdurre i Saf, carburanti per l’aviazione sostenibile, aggiungerebbe un costo annuale di 174 miliardi di dollari per un settore che fa 30 miliardi di profitti netti. E’ chiaro che il costo ricadrebbe tutto sui consumatori e non si può affrontare”. Walsh ha fatto notare che “se si realizzasse il Ses, il cielo unico europeo, ci sarebbe una riduzione immediata delle emissioni di Co2 del 10% senza alcun costo. Abbiamo le tecnologie, gli aerei adatti, perché non si va in questa direzione?”.

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