Vitrociset venduta a uno sconosciuto. Antonio di Murro ha annunciato di aver “definito, dopo mesi di trattative, l’accordo” per l’acquisto da Edoarda Crociani dell’azienda che opera nella difesa, sicurezza, spazio e traffico aereo.
Di Murro quest’estate si era presentato in vari ambienti politici e della difesa dicendo di aver firmato l’accordo per comprare Vitrociset. La notizia è stata anticipata da Poteri Deboli il 12 settembre. Poi l’operazione era finita nel silenzio.
Finché ieri Di Murro ha fatto un comunicato dicendo di aver chiuso l’accordo e di aver “avviato la procedura per il golden power” con il governo. In base alla legge del 2012 il governo può utilizzare i poteri speciali per imporre condizioni o, nei casi di timore per la sicurezza nazionale, anche bloccare la vendita di un’azienda del settore difesa, sicurezza, alta tecnologia.
Dopo il comunicato non ci sono stati commenti della parte venditrice né dell’azienda. Non è da escludere però che ci siano altri colpi di scena. Solo dopo il via libera del governo il contratto di compravendita potrà essere perfezionato.
Lo scandalo Lockheed
L’attuale proprietario di Vitrociset è Edoarda Crociani, la vedova di Camillo Crociani, ex manager pubblico che guidò la Finmeccanica dal 1974 al 1976 e fu coinvolto nel caso di corruzione per la vendita all’Italia di aerei militari americani C130 Hercules, noto come scandalo Lockheed. Sfuggito all’arresto con un volo privato diretto in Svizzera, Crociani morì in Messico nel 1980. Non fu mai arrestato benché ci fosse contro di lui un mandato di cattura internazionale e, nel 1979, una condanna per corruzione a due anni e quattro mesi di reclusione.
Imprenditore sconosciuto
Chi è Di Murro? Nessuno pare conoscerlo. Di certo non opera nell’aerospazio e difesa. Nella nota Di Murro sostiene che è un imprenditore abruzzese “attivo nella logistica”. Da una visura camerale risulta che Di Murro ha 74 anni, è nato il 13 novembre 1943 ad Avezzano, in provincia dell’Aquila. Qualche anno fa ha comprato dal fallimento la Flammini Group, la società costituita dall’ex pilota automobilistico Maurizio Flammini, il quale voleva organizzare un gran premio di Formula Uno a Roma.
Via Tiburtina. La sede della Vitrociset a Roma
Ha rilevato l’ex Flammini Group
Di Murro è presente nel Tecnopolo di Roma, zona industriale lungo la via Tiburtina, qui c’è il capannone dell’ex Flammini Group, nel quale al momento non vengono svolte attività. Da una visura camerale risulta che Di Murro è proprietario del 51% della Fg Tecnopolo Holding Srl di Roma (Fg è la sigla che indica l’ex Flammini Group), in via Giacomo Peroni 452, nei pressi di via Tiburtina. E’ entrato in questa società nel 2015, ne è stato presidente e consigliere di amministrazione dall’8 luglio 2015 al 6 febbraio di quest’anno. Ora ne è amministratore unico, dal 12 aprile scorso. Questa società ha un capitale sociale di 4,275 milioni.
Dal 12 aprile 2017 Di Murro è anche presidente di Fg Tecnopolo Srl, stesso indirizzo della precedente, società attiva nella “consulenza per tecnologie dell’informatica”, secondo la banca dati Cerved nel 2015 aveva 20.000 euro di ricavi. Il capitale sociale è di 6,709 milioni.
Società inattive e un fallimento
Troviamo Di Murro anche in una società di Firenze, la Crotim Srl, capitale sociale appena 10.329,14 euro. Secondo una visura Cerved questa società è “inattiva”, Di Murro ne risulta presidente dal 17 maggio 1999. Secondo il Cerved Di Murro ha la residenza a Colleferro, un centro industriale a Sud di Roma in cui c’è un polo dell’industria dell’aerospazio e difesa. Qui c’era l’ex Snia Bpd, ora divisa tra la Simmel Difesa che fabbrica esplosivi e la Avio, un gruppo in crescita che produce razzi per lanciare satelliti nello spazio.
Di Murro non ha a che fare con queste grandi imprese, ma è presente in un’altra società a Colleferro, la Linea Bianca Srl, appena 10.329,14 euro di capitale. Anche questa risulta “inattiva”, Di Murro ne risulta amministratore unico dal 30 giugno 1993.
Inoltre Di Murro risulta presidente della Mediacom Digital Evolution Srl dal 7 ottobre 2016. Questa società aveva come attività il commercio all’ingrosso di elettrodomestici, ma è in fallimento dal 17 marzo di quest’anno. Secondo il Cerved nel 2015 i ricavi di Mediacom Digital sono stati pari a 9,81 milioni. Questa società aveva sede legale a Bolzano e in precedenza a Trento, adesso ha sede a Roma in via Giacomo Peroni, lo stesso indirizzo di Fg Tecnopolo Holding
Vicino a Moffa
Di Murro è’ considerato vicino a Silvano Moffa, un politico di centrodestra che è stato sindaco di Colleferro, presidente della Provincia di Roma dal 1998 al 2003, sottosegretario alle Infrastrutture dal 2004 al 2006, deputato dal 2006 al 2013 con Alleanza nazionale.
Prezzo sui 50 milioni
I dettagli finanziari della compravendita non sono stati resi noti. Si parla di un prezzo di 50 milioni di euro per la cessione di tutte le attività industriali di Vitrociset, compresi gli immobili, lo stabilimento di via Tiburtina e quello non più utilizzato di via Salaria. Gli immobili dal 28 marzo scorso sono stati scorporati dalla parte industriale con una scissione parziale e trasferiti in una nuova società, la Ciset Srl.
Secondo il bilancio, alla fine del 2016 il gruppo Vitrociset aveva circa 57 milioni di debiti finanziari, al lordo di una liquidità pari a 14 milioni. Anche questi debiti passeranno al nuovo proprietario.
Poteri speciali. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni
Holding olandese
La Vitrociset è controllata dalla famiglia Crociani attraverso una holding olandese, la Croci International Bv, che detiene la totalità di Ciset Srl. Questa detiene il 98,5% di Vitrociset. L’altro 1,5% appartiene all’ex Finmeccanica, ora Leonardo.
Questo schema crea un vantaggio fiscale per il venditore, perché in Olanda le tasse sulle plusvalenze sono più basse che in Italia, in alcuni casi pari a zero. Edoarda Crociani (nella foto in apertura insieme a Michele Vietti) vive tra il Principato di Monaco e la sua abitazione ai Parioli, a Roma.
Paradisi fiscali
Secondo quanto rivelato dai documenti detti “Paradise papers”, ne ha riferito un’inchiesta di Report su Raitre trasmessa il 12 novembre, la proprietà finale di Croci International si perde, attraverso due trust, a Curacao, nelle Antille olandesi: la holding che controlla la catena societaria fino a Vitrociset ha un capitale di un solo dollaro Usa. Ma il nome del proprietario di quest’azione unica è schermato, non appare. Edoarda Crociani è cliente dello studio Appleby, che aiuta clienti facoltosi ad evadere il fisco.
Cacciabombardiere. L’F-35 realizzato da Lockheed Martin
Il golden power del governo
Come già detto, il governo potrebbe imporre al compratore una serie di condizioni da rispettare, per esempio vietare il trasferimento di attività all’estero, salvaguardare le capacità tecnologiche e gli investimenti in settori delicati. Più difficile che il governo eserciti il diritto diveto, poiché l’acquirente non è straniero. Tuttavia la maggior attenzione politica ai passaggi di proprietà di aziende sensibili che si è creata, in ritardo, dopo la scalata di Vivendi a Telecom, potrebbe anche indurre il governo a mosse finora imprevedibili.
Il veto alla vendita di Next
Tra l’altro il 2 novembre il Consiglio dei ministri si è opposto alla vendita al gruppo francese Altran di una piccola azienda di informatica che opera nella difesa e sicurezza, la Next di Roma, guidata da Antonio Bucci.
I precedenti tentativi, dai francesi a Chicco Testa
Dopo diversi approcci andati a vuoto, dal gruppo francese Atos a un’azienda di Pomezia, la Ads, vicina a Matteo Renzi (l’anno scorso vi era entrato come socio al 5% e vicepresidente Chicco Testa), poi i contatti con fondi di investimento (Armonia Sgr).
Cliente. Vitrociset gestisce la rete di comunicazioni della Banca d’Italia
Tra i clienti polizia, Nato, Banca d’Italia
Vitrociset ha rapporti con il ministero della Difesa, gestisce il poligono militare di Salto di Quirra in Sardegna, con la Nato, con l‘Enav, gestisce le reti di comunicazioni polizia e Banca d’Italia. Ha attività importanti spaziali, nei sistemi di terra del centro di lancio a Kourou in Guyana. Collabora alla produzione di componenti per il cacciabombardiere americano F-35 di Lockheed (la stessa azienda delle tangenti in cui fu coinvolto il fondatore di Vitrociset), fornisce i “cart”, gli apparati ausiliari a terra da 7 tonnellate del supercaccia.
Bilancio 2016: su gli ordini, giù ricavi e profitti
L’anno scorso il gruppo ha acquisito ordini per 197,6 milioni di euro, in crescita di 18 milioni sul 2015 e ha un portafoglio ordini di 309 milioni. Il giro d’affari è diminuito da 176,8 a 163,1 milioni (valore della produzione). I ricavi di vendita consolidati sono diminuiti da 170 a 156 milioni. L’utile operativo (Ebit) è diminuito da 14,9 a 9,7 milioni. L’utile prima delle tasse è diminuito da 8,7 a 5,3 milioni, l’utile netto è diminuito da 4,48 a 2,1 milioni.
Sotto la guida dell’a.d. Paolo Solferino negli ultimi anni l’azienda ha affrontato un piano di riorganizzazione, i dipendenti sono 826. Di Murro nella sua nota ha detto di aver chiesto a un dirigente di Leonardo, Luca D’Amato, di guidare Vitrociset con la qualifica d amministratore delegato.
Una domanda al governo
Adesso il governo dovrà rispondere a questa domanda: Di Murro è l’uomo giusto per gestire un’attività industriale così sensibile? Ed è davvero lui il proprietario finale o è un prestanome?