C’è vita oltre Leonardo. Ala, il gruppo di logistica aerospaziale basato in Campania, si sta espandendo, malgrado la flessione di attività del principale operatore nazionale, l’ex Finmeccanica, che da quest’anno si chiama solo Leonardo.
Roberto Scaramella, il manager che da oltre un anno è alla guida di Ala, racconta la strategia del gruppo in una pausa al salone di Le Bourget, presso Parigi, dove ha fatto una serie di “incontri con i grandi operatori nazionali e internazionali dell’industria aerospaziale”.
Nel percorso fa capolino una possibile futura quotazione in Borsa. Per ora solo un’ipotesi, Scaramella non si sbilancia. “Dall’altro ieri siamo entrati nel programma Elite di Borsa Italiana. Entriamo con entusiasmo. E’ un programma che potenzialmente accompagna le aziende italiane verso la quotazione in Borsa. Non è una certezza. Vuol dire che andiamo nella direzione giusta”.
Elite è un programma dedicato alle aziende con un alto potenziale di crescita. Dal 2012 vi hanno aderito oltre 550 aziende, con un ritmo di ingressi in media di oltre 100 imprese all’anno. I numeri sono importanti. Ma se si considera che le aziende quotate alla Borsa di Milano sono poco più di 200, si capisce al volo che molte di queste aziende non sono ancora quotate.
Un anno fa il gruppo Ala, che è controllato da tre soci di Napoli, ha perfezionato l’acquisto del gruppo britannico Stag e ha acquisito il profilo di una multinazionale, si colloca al quinto posto mondiale nella logistica di questo settore. A Le Bourget il gruppo è presente nel padiglione inglese.
Sui colloqui di questi giorni, Scaramella spiega: “C’è grande interesse. Dalla Spagna, Germania, Stati Uniti, oltre a paesi in cui abbiamo già una presenza consolidata come Francia e Gran Bretagna”. A Le Bourget il gruppo ha concluso un accordo con Laer, azienda che fa componenti di aerostrutture complesse ed è tra i subfornitori di Leonardo e di Piaggio Aero.
L’intesa con Laer riguarda le forniture per un volume importante di “shipset”, le spedizioni relative ad ogni velivolo, secondo il gergo dell’aeronautica: 200 “shipset” per l’aereo turboelica regionale Atr e 20 spedizioni per il P 180 dell’azienda ligure. Un altro accordo è stato firmato con la Abete Srl di Napoli, fornitore di primo livello di Boeing.
Padiglione inglese. L’a.d. di Ala, Roberto Scaramella, a Le Bourget
Con Leonardo-Finmeccanica che rapporti ci sono? “Le nostre attività proseguono, stiamo parlando di sviluppi nuovi per le parti di ricambio dell’after-market. E’ un tema rilevante per l’industria. Sui loro programmi attuali cominciano a spingere per seguire di più i loro clienti nell’after-market. Immaginiamo per esempio che il gruppo venda 10 Eurofighter a un paese. Con queste attività nell’after-market ci sarà la manutenzione per ulteriori 20 anni, è un business importante”.
Scaramella riferisce che il gruppo Ala “nel 2016 ha aumentato il fatturato del 20% a 120 milioni di euro, la quota estera supera il 40 per cento. Siamo cresciuti del 20% anche quest’anno malgrado la stabilità dell’Italia. Abbiamo fatto la crescita in Inghilterra, Francia, Stati Uniti. Questo conferma la bontà del nostro piano di internazionalizzazione”. Rilevando la ex Stag, Ala ha acquisito una presenza più bilanciata tra il mercato italiano, che prima valeva il 75% dei ricavi, e le aree all’estero in cui operano i maggiori gruppi mondiali dell’aerospazio, come Airbus, Boeing, Ge Aviation, Lockheed Martin, già clienti di Ala.
I rapporti con Lockheed per l’F-35
Di recente il gruppo ha annunciato l’apertura di nuove sedi commerciali in Cina (Shanghai), India (Bangalore) e negli Stati Uniti (Dallas), dove era presente a New York e Seattle. A Dallas-Fort Worth c’è la fabbrica di aerei militari di Lockheed, dove si produce anche l’F-35. Ala è già presente nella catena dei fornitori di questo velivolo a Cameri (Novara). Questa è una mossa per ampliare le relazioni con Lockheed? “Auspicabilmente”, risponde Scaramella.
Non tutti gli obiettivi sono stati centrati. Ala non è riuscita a ottenere una commessa per gestire la logistica di Boeing dello stabilmento di Leonardo a Grottaglie, dove vengono prodotte le componenti di fusoliera per il B787 Dreamliner. “A Grottaglie c’era una gara in discussione da parecchi mesi fatta da Boeing, per capire se era il caso di sostituire il loro contratto con la Wesco. Alla fine Boeing ha deciso di rimanere con Wesco”, spiega l’a.d. di Ala.
L’incarico all’Enav
Il nome di Scaramella è rimbalzato sulla stampa durante la campagna nomine dei mesi scorsi, sono state fatte diverse ipotesi. Alla fine Scaramella è stato nominato dal governo presidente dell’Enav, la società pubblica che gestisce il traffico aereo. “Quando mi è stato proposto di fare il presidente di Enav ho chiesto se potevo continuare a fare l’amministratore delegato di Ala, sono stato autorizzato dall’azionista, il ministero dell’Economia. Come presidente di Enav non ho deleghe operative, le deleghe le ha l’amministratore delegato. Le mie attribuzioni prevedono la rappresentanza sociale, l’internal audit, in condivisione con l’a.d. le relazioni istituzionali e la comunicazione”.
Acquisizioni
Nel futuro di Ala ci potrebbero essere nuove acquisizioni. “Stiamo guardando a opportunità di crescita anche per acquisizioni. Riteniamo ci sia molto da fare come crescita organica, ma con buona probabilità pensiamo ad operazioni straordinarie di M&A, in Nord America e nei mercati europei, dove c’è il grosso del mercato aerospaziale. Potremmo guardare a obiettivi di dimensione simile al nostro gruppo. E’ l’operazione che pensiamo di fare nei prossimi mesi”.