Regole per le lobby. ll Parlamento ne discute da anni, senza mai concludere nulla. A Bruxelles già da cinque anni c’è un Registro europeo per la trasparenza dei gruppi d’interesse attivi presso il Parlamento europeo e la Commissione. Il registro è volontario. Sono iscritti 9.532 imprese, associazioni o enti, devono dichiarare anche quanto spendono per fare lobby, con la <<Stima dei costi annui relativi alle attività che rientrano nell’ambito di applicazione del Registro>>.
In Italia chi spende di più per rappresentare i propri interessi presso l’Unione europea sono due entità pubbliche. Asset Camera (l’Azienda speciale della Camera di commercio di Roma presieduta da Luciano Mocci) ha speso fra 3,75 e 4 milioni di euro nel 2014. Porta Futuro Roma, struttura della Città metropolitana di Roma, direttore Dario Manna, ha speso 3,286 milioni. Nel mondo camerale in evidenza anche la società Trasferimento tecnologico e innovazione, posseduta dalle Cdc di Treviso, Verona e VeneziaRovigo, con una spesa tra 600 e 700mila euro, poi Unioncamere conS00-600mila euro.
Tra le grandi imprese, è l’Enel che ha speso di più, è nella fascia tra 2 e 2,25 milioni, in più la controllata spagnola Endesa (50-100mila euro). Quindi l’associazione delle banche, l’Abi, con una spesa tra 1,5 e 1,75 milioni. Finmeccanica ha speso tra 200 e 300mila euro, inoltre la controllata Selex Es un milione (dati però del 2013). Il gruppo Fiat Chrysler, insieme a Cnh, ha speso tra 900mila euro e 1,1 milioni, Confindustria e FederBio tra 900mila e un milione.
Quindi Slow Food (800-900mila), Generali e Federazione della caccia (700-SOOmila), Eni, Prysmian e Unicredit (500-600mila), Ania 530mila, Fs e Telecom Italia (400-500mila). Dichiara spese irrisorie la Fincantieri di Giuseppe Bono, sotto i 9.999 euro nel2014. Meno dei 10mila euro spesi da “Salviamo l’orso”, associazione per la conservazione dell’orso bruno marsicano.