Le banche sono di nuovo nella bufera. Soprattutto quelle italiane.
Negli ultimi mesi il settore bancario e le autorità di vigilanza, dalla Banca d’Italia alla Consob (ancora senza presidente dopo quattro mesi dalle dimissioni di Mario Nava, con vistosi casi di lacune informative al mercato come mostra il caso Mps) all‘Abi, hanno cercato di accreditare di nuovo il principio che il peggio è passato e che le banche sono sulla via del risanamento.
Tonfo in Borsa
Avevamo già sentito ripetere il ritornello “le banche sono sane” quando è esplosa la crisi finanziaria, soprattutto dal 2011 in poi. Adesso non ci sono solo i casi di Banca Carige e Mps, le situazioni più a rischio. Da diversi giorni il termometro della Borsa indica segni di debolezza per le banche. Oggi i titoli sono in forte ribasso: Mps -7,09%, Ubi Banca -4,6, Bper -4,36, Banco Bpm -4,34, Unicredit -2,69, Intesa Sanpaolo -1,14 per cento.
La Bce ha chiesto svalutazioni
Il Sole 24 Ore ha rivelato oggi che la Vigilanza bancaria europea (cioè la Bce) ha inviato una lettera in dicembre alle banche italiane. Ogni banca avrà un propria scadenza temporale, che sarà funzione dello stato di salute e del peso dei crediti deteriorati (le sofferenze e le altre categorie di Npl) in portafoglio. “Ma per tutti gli istituti italiani (ed europei) l’aspettativa della Banca centrale europea è univoca: gli istituti sono chiamati ad aumentare le coperture fino a svalutare integralmente lo stock di crediti deteriorati in un arco pluriennale predefinito, orizzonte che mediamente si aggirerà attorno al 2026“. Venerdì si è saputo che la vigilanza europea ha imposto a Mps di azzerare il peso degli Npl entro sette anni.
Cento miliardi di crediti deteriorati da coprire
Questa regola vale per 119 banche europee. “Ma (…) il tema _ sottolinea Il Sole 24 Ore _ riguarda da vicino soprattutto il settore italiano del credito, su cui pesa il fardello più rilevante dei crediti deteriorati su scala europea: a novembre, il sistema bancario contava 37,5 miliardi di sofferenze nette. Un ammontare di Npl che, a questo punto, in teoria dovrà essere gradualmente svalutato da qua ai prossimi anni insieme ad altri 60 miliardi di inadempienze probabili nette (pari a 86 miliardi lordi coperti al 30%).”
La lectio magistralis di Visco
Siamo andati a rileggere quanto sosteneva il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, pochi mesi fa, il 16 aprile 2018 nella lectio magistralis per i 30 anni della facoltà di economia di Roma Tor Vergata, dal titolo “Banche e finanza dopo la crisi: lezioni e sfide”. L’intervento integrale è disponibile sul sito di Banca d’Italia.
“Le difficoltà del sistema bancario italiano _ ha detto Visco _ non dipendono da un’azione di vigilanza lenta o disattenta ma dalla peggiore crisi economica nella storia della nostra nazione. Gli interventi di vigilanza sono stati continui e pressanti, hanno individuato le situazioni più problematiche, contribuito a risolvere numerosi casi di dissesto. Come ho ripetutamente osservato, dato il profondo deterioramento del sistema produttivo i gravi episodi di mala gestio hanno contribuito a far degenerare la situazione, già difficile, di singole banche.
(…) Dopo i massicci interventi effettuati con fondi pubblici in più paesi – ma non in Italia – per sostenere sistemi bancari colpiti dalla crisi finanziaria globale, la revisione del quadro normativo e regolamentare europeo ha fortemente limitato la possibilità di interventi pubblici di sostegno. Nel nuovo quadro la risposta alle gravi difficoltà in cui si sono trovati diversi intermediari dopo l’esplosione della crisi del debito sovrano nel 2010 non è stata sufficientemente rapida ed efficace”.
Vigilanza. La Banca d’Italia
“Sistema bancario solido nel suo complesso”
“Pure, nel loro insieme le banche italiane _ ha detto ancora Visco _ hanno resistito a una congiuntura particolarmente avversa ben oltre quanto previsto da numerosi analisti e commentatori. Da qui la considerazione avanzata da diverse parti – anche dalla Banca d’Italia, senza per questo trascurare di rilevare problemi, rischi e inefficienze e proporre interventi correttivi – di un sistema bancario “solido nel suo complesso”, non certo in ogni sua singola componente.
Le sfide, come è evidente, non mancano e molti problemi attendono ancora di essere affrontati e risolti, in un contesto che resta ancora in forte evoluzione sia sul piano regolamentare sia, soprattutto, su quello tecnologico. Ma _ ha concluso il governatore _ il settore bancario italiano è oggi in recupero, e vi è crescente consapevolezza della direzione da intraprendere per uscire definitivamente dalle difficoltà dell’ultimo decennio.”
Una domanda
Avete letto bene. Il governatore ha parlato di “sistema bancario “solido nel suo complesso”, non certo in ogni sua singola componente” e ha detto che “il settore bancario italiano è oggi in recupero”. Pensate che sia davvero così? E il governo cosa aspetta a nominare una persona credibile e indipendente alla presidenza della Consob per tutelare i risparmiatori?