Dietro la bufera in Banca Carige andiamo a vedere quali sono gli stipendi dei vertici della banca genovese che non trova pace. Ci sono stati sei cambi al vertice negli ultimi cinque anni e tre aumenti di capitale in meno di quattro anni, tra luglio 2014 e dicembre 2017, per complessivi due miliardi e 194 milioni di euro.
Giuseppe Tesauro ha dato le dimissioni da presidente. Stando a quanto ha raccontato al Sole 24 Ore, il motivo del passo indietro è uno scontro con l’amministratore delegato, Paolo Fiorentino, il manager arrivato un anno fa a Genova dopo che il cda (presieduto da Tesauro) aveva sfiduciato l’allora a.d., Guido Bastianini.
Il “pay watch” comincia dall’ex presidente. Tesauro nel 2017 ha percepito da Banca Carige un compenso totale di 570.000 euro, al lordo delle tasse. Il giurista, è stato tra l’altro avvocato generale della Corte di giustizia delle Comunità europee, presidente dell’Antitrust, giudice e presidente della Corte costituzionale, è inoltre componente del cda della Piaggio, la società che produce la Vespa controllata da Roberto Colaninno, com un gettone di 60.000 euro nel 2017. Tesauro ha altri incarichi per i quali non conosciamo i compensi, è membro del consiglio di indirizzo della Fondazione Teatro San Carlo di Napoli e Garante del codice etico dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas.
Le accuse di Tesauro a Fiorentino
Tesauro è stato chiamato al vertice di Carige nel 2016, come figura di granzia, dall’azionista di riferimento Malacalza Investimenti (20,6%). Al Sole 24 Ore Tesauro ha detto che l’amministratore delegato Paolo Fiorentino si muove “come fosse solo al comando”. “Devo riconoscere _ ha detto Tesauro _ che Fiorentino è bravo, ma fa tutto sempre da solo e non parla mai con i vertici della banca. Quindi noi ci troviamo, il giorno prima del consiglio, con qualcosa da acquistare o da vendere ma non sappiamo nemmeno che cos’è. Questo è un punto e poi è un po’ spendaccione”. Ancora Tesauro: “Ho cercato di fare del mio meglio ma lui è un po’, come posso dire… svelto”.
“Uomo solo al comando”. Paolo Fiorentino
Fiorentino, tifoso della Roma
L’a.d. Paolo Fiorentino è stato a.d. di Capitalia e Banca di Roma, quindi direttore generale di Unicredit dal 2010 al 2016. Tifoso dell’As Roma, è stato anche nel cda della squadra di calcio per tre anni. In tale veste, è scritto nel suo curriculum nella relazione sul governo societario di Banca Carige, Fiorentino “ha preso parte in una delle ristrutturazioni più complesse in Italia quale membro del consiglio di amministrazione e membro del consiglio esecutivo di As Roma (da giugno 2011 a giugno 2014)”.
In carica l’anno scorso per poco più di sei mesi, è stato nominato a.d. il 21 giugno, Fiorentino è anche direttore generale della banca e l’anno scorso ha percepito 706.000 euro lordi di compensi monetari, “comprensivo di erogazione pro quota di Welcome bonus“, si legge nella relazione sulla remunerazione. Sarebbe a dire una sorta di bonus non per i risultati ma di “benvenuto”: è una delle ultime invenzioni dei top manager per aumentarsi lo stipendio. Inoltre Fiorentino ha goduto di “benefici non monetari”, i benefit per i manager, per un costo a carico della banca di 17.000 euro.
Malacalza, Pericu e Calabi
Il vicepresidente della banca, Vittorio Malalcalza, ha guadagnato 209.000 euro. Tra i consiglieri di amministrazione i più pagati nel 2017 sono Luciano Pasquale (126.000 euro), Sara Armella (103.616), Remo Angelo Checconi (97.250). Tra gli altri consiglieri c’è l’ex sindaco di Genova Giuseppe Pericu (73.000 euro di compenso), mentre è uscito dal cda il 12 giugno 2017 Claudio Calabi, (68.000 euro di compensi), ex a.d. di Rcs e del Sole 24 Ore, attuale a.d. di Risanamento.
Bilancio in rosso
L’ex a.d. fatto fuori dal cda il 9 giugno 2017, Guido Bastianini, ha ricevuto per poco più di cinque mesi di lavoro 375.000 euro lordi, più 17.000 euro di “benefit”. In total, tra compensi e benefit, il consiglio di amministrazione nel 2017 è costato alla banca 3 milioni e 650mila euro. Il bilancio di Banca Carige anche nel 2017 si è chiuso in rosso, il consolidato dichiara una perdita netta di 388,4 milioni.