L’ingresso del Fondo Elliott nell’azionariato di Telecom Italia potrebbe scardinare il vertice del sofferente gruppo telefonico. Telecom non si è mai ripresa dopo la doppia scalata a debito subita dopo la privatizzazione, prima quella di Roberto Colaninno, appoggiato da Massimo D’Alema, poi quella di Marco Tronchetti Provera, espressione dei cosiddetti “poteri forti” della finanza, ovvero del capitalismo senza capitali sostenuto dalle banche.
L’offensiva di Elliott
Il gestore del Fondo Elliott, Paul Singer (nella foto in alto), sta preparando una lista di consiglieri d’amministrazione da presentare all’assemblea Telecom del 24 aprile, cinque nomi per sostituire i cinque amministratori “non indipendenti” espressi dal socio di maggioranza relativa, il gruppo Vivendi che fa capo a Vincent Bolloré e detiene il 23,94% del capitale ordinario.
Secondo indiscrezioni nella squadra di Elliott potrebbe entrare Luigi Gubitosi, attuale commissario di Alitalia. E Gubitosi, secondo voci, non si accontenterebbe di un semplice posto nel cda, ma punterebbe alla poltrona di amministratore delegato di Telecom, che Vivendi ha affidato ad Amos Genish. Il manager isareliano è stato nominato a.d. meno di sei mesi fa, il 27 settembre 2017.
Relazioni. Luigi Gubitosi, commissario di Alitalia
La rete dell’Aniene
Dopo 19 anni nel gruppo Fiat nel settore finanza, Gubitosi se ne andò da Torino dopo l’arrivo di Sergio Marchionne. Gubitosi è stato Cfo e quindi a.d. della società di telecomunicazioni Wind dal 2005 al 2011. Il governo Monti lo ha nominato direttore generale della Rai, incarico coperto da luglio 2012 ad agosto 2015.
Nato a Napoli nel 1961, Gubitosi ha relazioni molto forti con l’establishment. E’ amico di Luca Cordero di Montezemolo, Luigi Abete, Giuseppe Cornetto Bourlot, Giampaolo Letta. Nel palmarès di Gubitosi c’è anche l’amicizia con Giovanni Malagò, presidente del Coni e soprattutto presidente (al momento onorario) del circolo Canottieri Aniene, enclave del potere romano.
Uomo delle banche
Sono state Intesa Sanpaolo e Unicredit a volerlo nel consiglio di amministrazione Alitalia, per contrastare l’allora a.d. imposto dal socio emiratino Etihad, Cramer Ball. Gubitosi fu nominato consigliere il 15 marzo 2017 e ufficialmente designato presidente. Ma questa nomina era sottoposta a una condizione: che i dipendenti accettassero un accordo di riduzione del costo del lavoro. Da semplice consigliere di amministrazione Gubitosi partecipò alla trattativa sindacale e agli incontri con il governo. Ma nel referendum aziendale la maggioranza dei lavoratori bocciò l’accordo firmato dai sindacati.
Aerei e treni. Luca Cordero di Montezemolo
Commissario
Così l’Alitalia è stata commissariata e il 2 maggio 2017 il governo Gentiloni ha nominato tre commissari, Gubitosi è il coordinatore, gli altri sono Enrico Laghi e Stefano Paleari. La nomina di Gubitosi è stata contestata dal Codacons di Carlo Rienzi con un ricorso al Tar, per presunta violazione del decreto Passera, che vieta a chi sia “ingerito” in qualsiasi modo nella gestione di un’azienda di diventarne commissario.
Gubitoisi è entrato in contatto con il Fondo Elliott durante la procedura di vendita di Alitalia avviata dai commissari. Elliott ha manifestato interesse all’acquisto, ma non ha presentato un’offerta vincolante. Da lì, secondo indiscrezioni, sarebbe scaturita una consocenza che ora potrebbe favorire il salto a Telecom di Gubitosi, forte anche delle sue capacità relazionali.
Le altre cariche
Gubitosi è anche consigliere di amministrazione del Sole 24 Ore, la società editrice dell’omonimo quotidiano, controllata dalla Confindustria. Inoltre da ottobre 2015 è “partner operativo” del fondo di private equity americano Advent International. Attività che non ha lasciato dopo l’incarico di commissario.
Tra i Parioli e Cortina
Da una visura camerale risulta che Gubitosi è proprietario della Sier Italia Srl, una società di consulenza imprenditoriale fondata il 24 febbraio 2015, quando stava per terminare il mandato di d.g. della tv di Stato. Nel bilancio 2016 _ dati Cerved _ la Sier ha realizzato ricavi per 1,69 milioni e un utile netto di 984.000 euro. Gubitosi possiede il 90% delle quote, l’altro 10% del capitale appartiene alla moglie, Maria Ludovica Tosti di Valminuta, esponente di una famiglia nobile partenopea. Gubitosi possiede una casa di 12,5 vani a Roma ai Parioli, altre proprietà a Cortina d’Ampezzo e a Napoli.
Il profondo rosso di Alitalia
Se gli riuscisse il salto a Telecom Gubitosi potrebbe liberarsi dall’imbarazzo di guidare Alitalia. Dopo quasi 11 mesi di commissariamento, la compagnia continua ad andare molto male, perde a bocca di barile e consuma cassa, mentre quasi tutte le compagnie europee e mondiali fanno soldi a palate.
La stima è che Alitalia perda tra i 500 e i 600 milioni di euro all’anno, anche nel 2017. Ma i commissari non rendono noti i dati, né quelli del 2017 né del 2016. La vendita si è arenata perché tutti gli interessati (Lufthansa in testa, poi Air France-Klm con easyJet) hanno progetti che prevedono lo spezzatino e diverse migliaia di esuberi, nel piano dei tedeschi gli esuberi sarebbero da 4mila a 6mila, su 12mila dipendenti.
Una patata bollente che, comunque vada a finire con Telecom, passerà nelle mani del nuovo governo. Quando ci sarà un governo…