Banca Imi ha il 4,86%
Le banche entrano nel capitale del Sole 24 Ore, il gruppo editoriale che controlla il principale quotidiano economico-finanziario italiano. In seguito alla ricapitalizzazione di 50 milioni di euro completata il 30 novembre 2017 Intesa Sanpaolo è diventata azionista del Sole 24 Ore con il 4,86%.
Dai documenti depositati dalla società editoriale per la prossima assemblea degli azionisti risulta che Banca Imi (posseduta interamente da Intesa) possiede il 4,86% del capitale. Banca Imi, di cui è presidente Gaetano Miccichè, neopresidente della Lega calcio di Serie A, appartiene interamente a Intesa Sanpaolo. Il gruppo bancario guidato da Carlo Messina è diventato così il secondo azionista del gruppo editoriale.
Consorzio di garanzia
Banca Imi insieme a Banca Akros aveva costituito il consorzio di garanzia per la buona riuscita dell’aumento di capitale. Il progetto di bilancio 2017 del Sole 24 Ore spiega che il 30 novembre 2017 le due banche del consorzio di garanzia hanno sottoscritto 4.234.144 azioni per un controvalore di 4,069 milioni di euro.
La partecipazione di Banca Imi corrisponde a 3.175.805 azioni, tutte di categoria speciale. I documenti depositati non dicono se Akros abbia una partecipazione azionaria nel Sole 24 Ore.
Intesa Sanpaolo estende così la sua presenza nell’editoria, dopo l’operazione Rcs nella quale ha sostenuto Urbano Cairo nella conquista del controllo della società editrice del Corriere della sera e Gazzetta dello sport, che è stata sottratta all’orbita di Mediobanca.
Banche e giornali. Carlo Messina (al centro) con Vladimir Putin
Confindustria scende
Le azioni ordinarie sono possedute solo da Confindustria, che tra ordinarie e speciali detiene in totale il 61,54% del capitale. L’azionista di controllo ha ridotto la sua quota rispetto a quella posseduta prima della ricapitalizzazione: aveva il 67,5%, ma ha partecipato alla ricapitalizzazione con 30 milioni sui 50 complessivi dell’operazione, cioè il 60% dell’importo totale. Non compare più tra i grandi soci il gruppo Benetton che, con Edizione, possedeva il 2% prima della ricapitalizzazione.
Conti fragili
In un panorama complessivo dell’editoria in forte difficoltà (ma con alcune eccezioni), il gruppo editoriale di proprietà della Confindustria rimane in condizioni economico-finanziarie difficili. Dopo otto bilanci consecutivi in rosso e l’erosione dell’intero capitale sociale, vari stati di crisi, tagli alle retribuzioni dei giornalisti e di tutto il personale, riduzione del numero dei dipendenti (con prepensionamenti, cassa integrazione, contratti di solidarietà), nel novembre 2017 il gruppo ha fatto un aumento di capitale di 50 milioni per riportare il patrimonio netto in positivo e ha stipulato nuovi accordi di finanziamento con le banche, guidate dal gruppo Intesa Sanpaolo.
Inoltre per fare cassa il consiglio di amministrazione guidato da Franco Moscetti ha ceduto il 49% della redditizia “area formazione ed eventi” (Business School24 Spa) a un fondo, Palamon, che ha il diritto di acquistare un ulteriore 2% e salire al 51%, su sua richiesta, entro il prossimo 31 maggio.
Ricavi diminuiti del 13,5%
L‘assemblea degli azionisti del Sole 24 Ore è convocata per il 27 aprile per approvare il bilancio al 31 dicembre 2017. Il progetto di bilancio consolidato approvato dal cda evidenzia un calo dei ricavi da 265,75 a 229,9 milioni (-13,5%) e un “risultato netto delle attività in funzionamento”, al netto degli oneri e proventi non ricorrenti, ancora negativo, pari a -25,3 milioni, benché la perdita sia inferiore a quella omogenea che risulta dal bilancio 2016 “rideterminato”, che era pari a -52,2 milioni.
Cos’è il bilancio “rideterminato”? Avendo venduto l’area formazione ed eventi, la società ha riclassificato i dati del 2016 rilevando i dati di quest’area come “attività destinata alla vendita”, escludendo quindi sia i ricavi, sia i relativi costi e i risultati dal resto del gruppo (le “attività in funzionamento”).
Confindustria. Il d.g. Marcella Panuccia con il presidente Vincenzo Boccia
Gestione in rosso
Il gruppo Sole 24 Ore nel 2017 dichiara un utile netto consolidato di 7,53 milioni, rispetto a una perdita di 92,55 milioni nell’esercizio 2016 “rideterminato”. Ma questo risultato positivo è stato ottenuto con operazioni straordinarie, extra gestionali, solo grazie alle plusvalenze per la cessione dell’area formazione ed eventi.
La società ha iscritto proventi straordinari sull’operazione per complessivi 55,6 milioni, tra plusvalenza effettivamente realizzata sulla cessione, pari a 40,1 milioni (il 49% è stato ceduto per un corrispettivo di 40,8 milioni) e 18,8 milioni come “iscrizione al fair value dell’interessenza residua” del 51% della partecipazione, meno _ si legge nella relazione finanziaria _ i costi dell’operazione (0,8 milioni) e gli accantonamenti per imposte indirette per l’operazione (1,5 milioni).
Il risultato finale del bilancio del gruppo include inoltre “oneri non ricorrenti di ristrutturazione” pari a 21,6 milioni. Dunque la crisi al Sole 24 Ore non è finita. E i tagli di costi (e di teste) proseguono.
Nel prossimo articolo Poteri Deboli racconterà quanto guadagnano i manager e dirigenti del Sole 24 Ore.