Dopo l’euforia iniziale si è sgonfiato in Borsa l’interesse per l’operazione annunciata martedì mattina da Leonardo, prima dell’apertura delle contrattazioni a Milano. L’acquisto dell’ israeliana Rada Electronic Industries, che produce piccoli radar per uso terrestre da difesa aerea e antidroni, il 21 giugno aveva immediatamente provocato rialzi delle azioni sia di Leonardo a Milano sia della piccola società israeliana (117 milioni di dollari di ricavi nel 2021, realizzati per il 72% negli Usa) quotata al Nasdaq, il listino di New York dei titoli tecnologici.
Non comunicata la valutazione
Leonardo comprerà il 100% di Rada, secondo l’accordo vincolante già firmato dall’a.d. Alessandro Profumo (nella foto in alto secondo da destra) con gli israeliani, non pagando in denaro ma cedendo ai suoi soci azioni della controllata americana Drs (non quotata), pari al 19,5% del capitale. Leonardo non ha detto nel comunicato quanto viene valutata Rada, né la Consob glielo ha chiesto. Alla società guidata da Profumo resterà l’80,5% di Drs, quando l’operazione sarà perfezionata, si prevede nel quarto trimestre.
Consob distratta. Il presidente Paolo Savona
Consob distratta
Evidentemente la commissione che vigila sulla Borsa (e di questo siamo rassicurati) è distratta o il suo presidente, Paolo Savona, ritiene che non sia necessario comunicare agli investitori questa informazione, che a noi però sembra “price sensitive”, cioè in grado di influenzare le quotazioni in Borsa.
Rada dice il valore, Profumo no
Poteri Deboli ha però scoperto, nel comunicato pubblicato da Rada, che la società israeliana parla di un premio per i propri soci “di oltre il 20%” rispetto alla quotazione media dei 30 giorni precedenti a venerdì 17 giugno, indicata in 11,76 dollari per azione. Questo valore per il 100% del capitale corrisponde a circa 580 milioni di dollari. Pertanto un premio del 20% significa circa 696 milioni di dollari, quasi sei volte i ricavi del 2021.
Azioni Rada prima su e poi giù
Le azioni Rada nelle prime ore dopo l’annuncio fatto martedì, quando in Italia erano le 15:30 e a New York le 9:30, al Nasdaq erano salite del 7,8% fino a 12,51 dollari. Ma alla chiusura del mercato lo stesso 21 giugno hanno ripiegato a 11,36 dollari, in calo anche rispetto al prezzo di chiusura della seduta precedente, di venerdì 17 giugno (11,60 dollari). Oggi, 22 giugno, hanno aperto con un ulteriore ribasso a 10,83 dollari, poi hanno un po’ recuperato e hanno chiuso a 11,29 dollari (-0,6% rispetto al giorno precedente e -2,7% rispetto al 17 giugno). Segno che i soci di Rada non sono tutti entusiasti dell’operazione fatta con Leonardo, oppure si aspettavano una valutazione ancora più generosa (va ricordato che dall’inizio dell’anno fino al 17 giugno le azioni avevano guadagnato quasi il 20%).
Pd e armi. Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini
Pagamento con carta, azioni di Drs
Da considerare che i soci di Rada non verranno pagati in denaro, ma con azioni di Drs, che si fonderà con Rada e così si troverà quotata al Nasdaq senza un collocamento di azioni al pubblico, cioè con un’operazione-scorciatoia. Lecita, ma pur sempre una scorciatoia e senza la trasparenza verso il mercato di un collocamento azionario fatto con Ipo. E nessuno oggi sa, in base ai dati noti, quanto può essere valutata in Borsa Drs. Nel tentativo di collocamento fatto nel marzo 2021 e andato male, per ragioni ancora non chiarite, l’intera società americana era stata valutata dal venditore sui 3,2 miliardi di dollari. Leonardo disse che rinunciava alla quotazione per insufficiente interesse del mercato.
Leonardo in ribasso
Anche Leonardo ha perso quota, dopo aver guadagnato martedì pomeriggio fino al 7,9% a 10,51 euro. Nella stessa seduta le azioni hanno chiuso con un rialzo più contenuto, +3,5% a 10,08 euro. E oggi, mercoledì 22 giugno, sono scese, -3,97% a 9,68 euro. Un valore inferiore a quello del 17 giugno (10,63 euro). E questo malgrado le valutazioni positive del ministro della Difesa Lorenzo Guerini (Pd) e degli analisti di banca Akros, una banca attenta alle mosse di Leonardo, alla quale dà spesso giudizi favorevoli. Ma per convincere il mercato non è sufficiente.