Tremano i boiardi di Stato. Come ho raccontato nell’articolo precedente, le poltrone assegnate da Matteo Renzi dal 2014 in poi nelle grandi società pubbliche traballano. Il cambio di maggioranza politica scaturito dalle elezioni del 4 marzo porterà a un nuovo governo (quale ancora non si sa) che potrebbe voler ridiscutere anche i vertici delle aziende di pubbliche. In questo articolo analizzo ora il resto delle grandi società pubbliche.
Costamagna e Gallia
Per Fincantieri c’è un’altra incognita. Scade il vertice della Cdp, la potente società del Tesoro che è azionista di maggioranza della società navale. Renzi nel 2015 anticipò il ricambio e sostituì i vertici con il presidente Claudio Costamagna, banchiere prodiano ex Goldman Sachs, e con l’a.d. Fabio Gallia., perché usassero le munizioni della Cdp per far espandere l’economia e _ diceva Renzi _ far aumentare il Pil. Gallia da tempo si sta cercando un altro posto. Se si formerà un nuovo governo probabile che anche Costamagna non venga confermato.
Renzi avrebbe tentato di anticipare le nomine della Cdp prima delle elezioni per mettere suoi fedelissimi, ma il premier Paolo Gentiloni si è opposto comnsiderandola una forzatura.
Le voci su Profumo in Cdp
Nelle scorse settimane c’erano state voci di un possibile spostamento di Alessandro Profumo alla presidenza della Cdp, durate finché Profumo ha detto che non si sposta da Leonardo. “Non mi stressare con la Cdp, abbiamo già anticipato le nomine alle Fs e non voglio fare altre forzature”, avrebbe detto Gentiloni per stoppare le insistenze di Renzi.
In caso di spostamento di Profumo, il numero uno di Fincantieri Bono _ lanciatissimo per le alleanze con l’industria francese e finora molto appoggiato dai governi Renzi e Gentiloni _ sarebbe stato un candidato alla guida di Leonardo, per un’ipotetica riunificazione dell’industria della difesa
Rinviato a giudizio. Claudio Descalzi, a.d. dell’Eni
L’Eni e le tangenti nigeriane
Un’altra poltrona molto calda è quella al vertice dell‘Eni. nel 2014 Renzi ha promosso a.d. Claudio Descalzi, allora numero due del berlusconiano Paolo Scaroni, con Emma Marcegaglia presidente. Descalzi è stato confermato l’anno scorso per altri tre anni, malgrado fosse a rischio di rinvio a giudizio per le presunte tangenti che l’Eni avrebbe pagato in Nigeria per comprare un pozzo di petrolio.
Il 20 dicembre scorso Descalzi e il predecessore Scaroni sono stati rinviati a giudizio, insieme ad altri undici persone, con l’accusa di corruzione internazionale per una presunta tangente da 1,3 miliardi di dollari che _ secondo l’accusa _ sarebbe stata pagata in Nigeria. Descalzi, come Scaroni, ha sempre respinto le accuse, il rinvio a giudizio non è incompatibile con la permanenza nella carica, ma la sua posizione non è facile.
Fiorentino. Matteo Del Fante, a.d. di Poste Italiane
Del Fante e Starace
Manager renziano è anche il fiorentino Matteo Del Fante, l’ex direttore generale della Cdp nominato nel 2014 al vertice di Terna e promosso l’anno scorso alla guida delle Poste, in sostituzione di Francesco Caio. Come renziano è l’a.d. dell’Enel Francesco Starace, probabilmente il manager che in questi anni ha saputo mettere a fuoco in modo più nitido di altri le sue strategie. Negli ultimi tempi Starace ha saputo dialogare anche al di fuori del Giglio magico, sfruttando anche la sua esperienza e il suo impegno nelle energie rinnovabili. Una carta che potrebbe guadagnarli simpatie tra i Cinquestelle. Resta il fatto però che è targato Renzi.
Matrimonio. Marco Carrai, imprenditore amico di Matteo Renzi
Il matrimonio di Carrai
Come molti altri uomini d’affari, Starace era presente al matrimonio di Marco Carrai, di cui Renzi era testimone di nozze, il 28 settembre 2014. Al matrimonio c’erano anche Oscar Farinetti (Eataly), Davide Serra, Chicco Testa, Paolo Mieli, l’allora a.d. di Banca Mps Fabrizio Viola e Marco Morelli, che è diventato il nuovo a.d. della banca di Siena. Anche questa è una poltrona nell’orbita pubblica, dopo che lo Stato ha salvato e ricapitalizzato Mps.
Ha buoni rapporti nell’orbita renziana Roberta Neri, a.d. dell’Enav, vicina anche al costruttore Francesco Gaetano Caltagirone, ha stretto rapporti con Maria Elena Boschi.
Le contestazioni Consob a Saipem
Una delle prime scadenze per il nuovo governo sarà la nomina del nuovo cda della della Saipem, l’assemblea è prevista il 3 maggio. E’ in scadenza il vertice composto dal presidente Paolo Andrea Colombo e dall’a.d. Stefano Cao. Ieri la Consob ha mosso delle contestazioni a Saipem sul bilancio, accusa la società di aver fatto “errori rilevanti” per circa 1,3 miliardi nelle svalutazioni fatte nel bilancio 2015 e di non averli corretti nel 2016. Un fatto che potrebbe pesare anche sulle nomine.
Almeno finché non si chiarirà quale sarà il prossimo governo sui vertici delle aziende di Stato ci sarà incertezza. Quello che è certo è che, da ieri, molti manager pubblici dormono sonni agitati.