Presidenza Consob, la partita tra Minenna e Genovese

La nomina del presidente della Consob è all’ultima curva. Il dossier, che era caduto nel silenzio per le resistenze alla nomina di Marcello Minenna (come rivelato da Poteri Deboli il 10 dicembre scorso nell’articolo “Chi non vuole Minenna alla Consob?”), è tornato d’attualità dopo l’esplosione del caso Carige, un’altra banca che rischia di saltare.

Sulla presidenza Consob la nomina è “nei prossimi passi della nostra agenda, direi che si farà davvero tra breve”, ha detto il premier Giuseppe Conte due giorni fa. La Consob è senza presidente da quattro mesi, in seguito alle dimissioni di Mario Nava, il 13 settembre 2018.

Economista. Marcello Minenna

Le resistenze di Conte

In realtà proprio da Conte sono venute alcune delle resistenze che hanno bloccato la nomina di Minenna, dopo che il 16 novembre scorso diversi giornali (tra cui Il Sole 24 Ore) avevano dato per concluso l’accordo politico tra Lega e M5S sulla nomina al vertice dell’Autorità di controllo delle società quotate del brillante (e anche indipendente) economista, dirigente della Consob, che negli anni scorsi si è scontrato con Giuseppe Vegas, l’ex presidente che fu nominato nel 2010 da Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, per la scarsa tutela dei risparmiatori di fronte all’emissione di bond bancari diventati carta straccia, come le subordinate di Banca Etruria. Vegas bloccò la pubblicazione degli scenari probabilistici di rendimento elaborati da Minenna, che voleva dare maggiori informazioni ai risparmiatori nei prospetti per la vendita di titoli finanziari. Minenna è il responsabile dell’ufficio analisi quantitativa della Consob. Minenna nel 2016 era stato chiamato nella giunta del sindaco di Roma Virginia Raggi come assessore al Bilancio. Si è dimesso dopo poco più di un mese il 1o settembre 2016, dopo la cacciata della capo di gabinetto Carla Ranieri.

Ex presidente. Giuseppe Vegas

Il ruolo del Quirinale

La procedura di nomina prevede una delibera del Consiglio dei ministri, su proposta del presidente del Consiglio, quindi un passaggio al Quirinale e la nomina con un decreto del presidente della Repubblica. Non risulta che dal Quirinale siano arrivate riserve su Minenna, economista noto e gradito alla comunità internazionale, anche per le lezioni in corsi universitari “post graduate” che tiene, a partire dal 1998, sia in atenei italiani (tra cui la Bocconi) sia alla London Graduate School of Mathematical Finance.

Presidente vicario. Anna Genovese

La reggenza di Anna Genovese

Poteri Deboli è in grado di rivelare che in questi mesi è stata valutata in silenzio qualche altra candidatura, in particolare di Anna Genovese, nominata commissario Consob nell’estate 2014 dal governo di Matteo Renzi (il Dpr del 15 luglio 2014 fu firmato dall’allora presidente Giorgio Napolitano). Dopo le dimissioni di Nava Genovese ha assunto l’incarico di presidente vicario, in quanto ha “la maggiore anzianità d’istituto” tra i commissari.

I rapporti con l’avvocato Tombari

Nata ad Aci Catena (Catania) nel 1965, Genovese è professore ordinario di diritto commerciale all’università di Verona (in aspettativa), è stata funzionario dell’Antitrust. E’ cresciuta nell’ambiente accademico grazie alla frequentazione dello studio di Umberto Tombari, il professore e avvocato fiorentino che è un punto di riferimento per il Giglio magico renziano ed è diventato molto influente.

Pasionaria. Maria Elena Boschi

Il filo con Maria Elena Boschi

Nello studio Tombari è entrata come praticante avvocato  subito dopo la laurea in giurisprudenza Maria Elena Boschi, la fedelissima di Renzi che vi è rimasta fino alla nomina a ministro delle Riforme nel 2014. All’epoca nello studio Tombari c’era anche Francesco Bonifazi, l’ex fidanzato della Boschi che è diventato tesoriere del Pd.

Genovese conosce la Boschi ed è ben vista dall’ambiente renziano. Ma anche da Conte, che facendo l’avvocato la conosce e avrebbe preferito questa candidatura a quella di Minenna. Nella conferenza stampa del 28 dicembre, a proposito della mancata nomina del presidente Consob, Conte aveva detto: “Non abbiamo ancora completato questo dossier, me ne assumo le responsabilità, stiamo lavorando su tanti fronti anche se questa non è una giustificazione. Comunque mi ha rincuorato il fatto che ci siano commissari con un profilo di competenza ben riconosciuto e la funzionalità della Consob è garantita”. Quel riferimento è stato visto come alla Genovese. Un altro commissario Consob che avrebbe le chance per essere candidato alla presidenza è Giuseppe Maria Berruti, ma sembra in secondo piano rispetto alla Genovese.

Avvocato. Guido Alpa

Conte, Alpa e Mincione

Cosa c’entra la vicenda Carige con la nomina Consob? Sono state sollevate polemiche per la vicinanza anche professionale di Conte al giurista Guido Alpa, che è stato nel cda della Carige e della Fondazione Carige. Conte, che al Quirinale si è definito “avvocato degli italiani”, è stato certamente avvocato per una consulenza di Raffaele Mincione, un finanziere azionista importante di Carige (ha il 5,4%). Queste vicende avrebbero indebolito Conte. Per questo sarebbero in ripresa le quotazioni di Minenna alla Consob. “È Marcello Minenna il nome del M5S e della Lega alla presidenza Consob”, ha detto ieri il leader dei M5S e ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, all’Adnkronos. Ma la partita è incerta fino all’ultimo, dati i forti interessi in gioco anche dell’ambiente bancario, fino alla Banca d’Italia. Non tutti emersi in trasparenza.

P.S. Le dimissioni di Minenna dalla giunta Raggi

P.S. Marcello Minenna è stato anche nominato nell’estate 2016 assessore al Bilancio nella giunta Cinque stelle del Comune di Roma del sindaco Virginia Raggi. Minenna si dimise dopo pochi mesi mesi, il primo settembre 2016, dopo la cacciata della capo di Gabinetto Carla Raineri. Minenna motivò così le dimissioni: “ho sentito il dovere di rassegnare le dimissioni dall’incarico quando ho percepito quello che definirei eufemisticamente un ‘deficit di trasparenza’ nella gestione della procedura di revoca di quella delicatissima e nevralgica figura amministrativa del capo di Gabinetto, vero garante della legalità e trasparenza nella tecno-macchina comunale2. Minenna parlò anche di interferenze nel suo lavoro:  “Ho anche, in questi mesi, respinto interferenze e ‘compromessi’ al ribasso sempre interloquendo con tutti nel rispetto dei diversi ruoli istituzionali”. Con quella mossa Minenna ha dimostrato la sua indipendenza, anche da ambienti del M5S. Forse per questo anche all’interno dei M5S ci sono resistenze a nominare un indipendente nella delicata funzione di presidente Consob?

 

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