Quanto guadagnano i dirigenti e manager del Sole 24 Ore?
Nel precedente articolo Poteri Deboli ha raccontato che i conti del gruppo editoriale controllato dalla Confindustria rimangono in difficoltà per il calo dei ricavi (-13,5%) e che, in seguito alla ricapitalizzazione di 50 milioni fatta nel novembre 2017, Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo) è entrata nell’azionariato. Con il 4,86% del capitale la banca è il secondo azionista.
Adesso raccontiamo i compensi dei dirigenti del gruppo. Un “pay watch” basato sui documenti ufficiali, a partire dalla relazione sulla remunerazione 2018, approvata dal consiglio di amministrazione.
Cambio di direzione
Dopo le turbolenze del 2016, anno nel quale al vertice del Sole 24 Ore si erano avvicendati tre amministratori delegati e quattro presidenti, nel 2017 c’è stata stabilità nel cda. C’è stato invece un avvicendamento alla direzione del quotidiano e alla direzione editoriale del gruppo: il 13 marzo 2017 Guido Gentili è subentrato a Roberto Napoletano, dopo che è emerso che Napoletano era indagato per falso in bilancio per le cosiddette “copie taroccate”, cioè dichiarazioni gonfiate sulle vendite del quotidiano.
Con Napoletano (nella foto in alto tra Vincenzo Boccia e Gabriele Del Torchio) sono indagati per lo stesso capo d’accusa l’ex presidente Benito Benedini e l’ex a.d., Donatella Treu, che era stata nominata quando presidente di Confindustria era Emma Marcegaglia.
Amministratore. Franco Moscetti (a destra) con Donald Trump
A Moscetti 500mila euro
Secondo la relazione sulla remunerazione del Sole 24 Ore, l’amministratore delegato, Franco Moscetti, chiamato al Sole 24 Ore dalla Confindustria di Vincenzo Boccia, in tutto il 2017 ha percepito un compenso fisso di 500.000 euro lordi. Nato a Tarquinia (Viterbo) nel 1951, Moscetti aveva lasciato nel 2015 la guida di Amplifon , dove aveva ottenuto positivi risultati commerciali ed economici. E’ stato nominato a.d. del Sole 24 Ore dal cda il 15 novembre 2016.
Agli altri dieci componenti del cda è stato riconosciuto un gettone di 20.000 euro lordi ciascuno, compreso il presidente, Giorgio Fossa, ex presidente di Confindustria.
Abete, in cda da oltre dieci anni
Tre amministratori però hanno rinunciato al compenso. Sono Luigi Abete, ex presidente della Confindustria, imprenditore del settore grafico-editoriale (proprietario tra l’altro dell’agenzia Askanews) e presidente di una banca (Bnl) che siede ininterrottamente nel cda del Sole 24 Ore da oltre dieci anni, la prima nomina risale al 30 ottobre 2007, Marcella Panucci che è direttore generale della Confindustria, Carlo Robiglio, l’imprenditore nominato vicepresidente del Sole 24 Ore, già vincitore del premio “novarese dell’anno”, lo ha segnalato nel suo curriculum depositato per l’assemblea soci.
Navigato. Luigi Abete
Gubitosi il meno presente in cda
Nel 2017 il cda ha tenuto 24 riunioni, della durata media di tre ore, si apprende dalla relazione sul governo societario. Solo tre consiglieri hanno partecipato a tutte le riunioni: Moscetti, Fossa, il d.g. della Confindustria Marcella Panucci. Un’assenza per Giuseppina Mengano Amarelli (23 presenze), due assenze per Robiglio e Patrizia Micucci (22 presenze). Quindi 21 presenze per Edoardo Garrone e Livia Salvini, 20 presenze per Abete e Massimo Tononi.
Ultimo, con 16 presenze su 24 riunioni, Luigi Gubitosi, che dal 2 maggio 2017 è commissario dell’Alitalia, ma ha mantenuto l’incarico nel cda del Sole, è considerato non incompatibile. Adesso è tra i candidati alla nomina nel cda di Telecom Italia nella lista del Fondo Elliott.
Gettoni aggiuntivi
Dalla tabella degli emolumenti si apprende che cinque consiglieri hanno integrato i compensi con la partecipazione ai comitati costituiti all’interno del cda. Il consiglio ha stabilito una remunerazione aggiuntiva pari a 10.000 euro lordi annui per i componenti dei comitati e di 20.000 euro lordi annui per i presidenti.
Così Livia Salvini ha ricevuto complessivamente 60.000 euro lordi (presidente comitato nomine e remunerazioni, componente comitato parti correlate e comitato controllo e rischi), Gubitosi e Micucci 50.000 euro ciascuno.
Commissario e consigliere. Luigi Gubitosi
Comitato editoriale
Gubitosi è presidente del comitato controllo e rischi e componente del comitato parti correlate, presieduto da Micucci, la quale è anche nel comitato nomine e remunerazioni. Garrone e Tononi hanno ricevuto 30.000 euro. Nel 2017 è stato costituito un ulteriore organismo, il comitato editoriale, è composto da Gubitosi (presidente), Garrone e Robiglio.
Dirigenti “strategici”
La relazione sulla remunerazione informa che ai”dirigenti con responsabilità strategiche” è stata riconosciuta nel 2017 nel complesso una retribuzione fissa totale di 890.609 euro lordi. La relazione dice che “i dirigenti con responsabilità strategica sono 4 e cioè il direttore generale commerciale, il direttore amministrazione, finanza e controllo, il direttore personale, operations e servizi generali ed il direttore affari legali e societari”.
I nomi non sono indicati, tuttavia i quattro sono, nell’ordine elencato, Massimo Colombo, Giancarlo Coppa, Domenico Galasso, Salvatore Lo Giudice.
Facendo una semplice media teorica, la retribuzione di ciascuno dei 4 dirigenti strategici sarebbe di 222.652 euro lordi per l’intero 2017. Ma la realtà potrebbe essere diversa, sia perché ci possono essere differenze nella busta paga individuale, sia perché Colombo è entrato in servizio il primo giugno 2017, mentre gli altri all’inizio dell’anno. Ai 4 dirigenti strategici sono inoltre stati riconosciuti benefici non monetari per un valore aggregato di complessivi 70.902 euro: la relazione dice che sono “le dotazioni non monetarie riconosciute da prassi aziendali (polizza assicurativa sanitaria, sulla vita, polizza D&O Liability, auto, telefono)”.
Confindustria. Marcella Panucci e Vincenzo Boccia
La buonuscita di Del Torchio
La relazione sulla remunerazione non fa menzione dell’indennità riconosciuta all’ex amministratore delegato, Gabriele Del Torchio, nella foto in apertura è con il presidente di Confindustria Boccia e con l’ex direttore, Napoletano.
Già a.d. dell’Alitalia e della Ducati, Del Torchio era stato nominato a.d. del Sole 24 Ore il 13 giugno 2016. Il 14 novembre era già fuori da via Monte Rosa. Del Torchio è stato rimosso in seguito a uno scontro con l’allora direttore responsabile del quotidiano, nonché di tutte le altre testate e direttore editoriale, Roberto Napoletano.
Scontro con Napoletano
Del Torchio era stato scelto dal precedente presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, il quale nell’assemblea del 29 aprile 2016 si era anche autonominato presidente del Sole 24 Ore. Ma Boccia, succeduto a Squinzi in Confindustria a fine maggio 2016, si è schierato con Napoletano, almeno finché ha potuto.
E così Del Torchio è saltato. Il “ducatista” aveva presentato una semestrale-bomba con perdite per circa 50 milioni e aveva messo sotto accusa Napoletano con un dossier sulle cosiddette “spese pazze” dell’ex direttore del Sole 24 Ore e per l’accordo segreto firmato con l’ex presidente Benedini che allungava la buonuscita rispetto a quanto previsto dal contratto.
A Del Torchio 980.000 euro
Il contratto di Del Torchio era di tre anni e prevedeva un compenso fisso di 600.000 euro lordi l’anno, più eventuali bonus. Dopo la cacciata Del Torchio ha reclamato il pagamento delle somme previste dal contratto. Per i cinque mesi in cui è stato in carica aveva ricevuto 253.846 euro lordi, in teoria Del Torchio avrebbe quindi potuto chiedere una somma fino a 1.546.154 euro.
Il cda presieduto da Fossa ha incaricato Moscetti di fare una transazione con il “ducatista”. Il prospetto depositato per l’aumento di capitale del Sole 24 Ore dello scorso novembre dice che è stato raggiunto un accordo per riconoscere a Del Torchio una somma complessiva pari a 980.000 euro lordi. Quindi per cinque mesi effettivi di lavoro Del Torchio ha ricevuto un milione e 234mila euro lordi, in media quasi 245 mila euro al mese.
“Accordo transattivo”
Il “documento di registrazione” dell’aumento di capitale dice che il 16 marzo 2017 l’emittente (cioè la società) “ha sottoscritto con il dott. Gabriele Del Torchio (di seguito, il “Manager”) un accordo transattivo volto a definire consensualmente i termini e le condizioni della cessazione anticipata del Manager dalla carica di amministratore delegato e dal ruolo di membro del consiglio di amministrazione della società. In particolare, l’Emittente si è impegnato a corrispondere al dott. Del Torchio un importo lordo forfettario e onnicomprensivo pari ad Euro 800.000,00, a fronte della rinuncia del medesimo ad ogni ulteriore pretesa nei confronti della Società. Il pagamento di tali importi è tuttavia soggetto a condizione sospensiva e sarà effettuato soltanto successivamente al superamento, da parte dell’Emittente, dell’attuale situazione di deficit patrimoniale. Inoltre l’accordo riconosce al Manager un ulteriore ammontare di Euro 180.000, quale corrispettivo per l’assunzione nei confronti della Società di obblighi di non concorrenza (di durata semestrale) e di riservatezza”.
La situazione di deficit patrimoniale è stata superata il 30 novembre 2017 con il completamento dell’aumento di capitale, pertanto la somma dovrebbe essere stata versata a Del Torchio. La relazione sulla remunerazione però non ne fa cenno.
Accantonamenti per Montanari e Zecca
Il documento di registrazione dell’aumento di capitale dice inoltre che nel 2016 la società aveva “accantonato euro 1.600.000 per far fronte ad oneri derivanti dalla risoluzione anticipata del rapporto di lavoro con i seguenti manager apicali: Gabriele Del Torchio, Valentina Montanari ed Edoardo Zecca”.
Scalando le somme riconosciute a Del Torchio, in teoria ci sarebbero 620.000 euro disponibili per Montanari e Zecca. Né il prospetto dell’aumento di capitale né la relazione sulla remunerazione spiegano se siano state riconosciute somme per la buonuscita o altre indennità all’ex Cfo Montanari e all’ex direttore del personale Zecca, usciti dal gruppo (di fatto licenziati) subito dopo l’arrivo di Moscetti. Adesso Montanari è Cfo dell’Ac Milan.
C’è dell’altro da raccontare… Poteri Deboli lo farà nel prossimo articolo.
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