La supersfida di Champions League tra Real Madrid e Juventus vista dalle cifre. Facciamo il confronto tra i risultati economici. Sul piano sportivo, le due squadre hanno un sostanziale equilibrio nei trofei nazionali (33 massimi campionati ciascuno, la Juventus fa notare di averne vinti 35 sul campo, ma due scudetti sono stati cancellati dal processo Calciopoli nel 2006), mentre i Galacticos sono nettamente in vantaggio a livello internazionale.
Con la vittoria in 22 trofei internazionali riconosciuti dalla Fifa i madrileni sono il club più titolato del mondo (il primo italiano è il Milan, con 18, terzo assoluto come il Boca Juniors), il doppio della Juventus. Lo strapotere del club presieduto da Florentino Perez si vede soprattutto nel trofero più prestigioso: tra Coppa Campioni e Champions League 11 vittorie, contro due dei bianconeri. Il Real è alla seconda finale consecutiva. Ha vinto l’anno scorso, guidato dall’allenatore Zinedine Zidane, ex superstar della Juventus. “Zizou” fu acquistato nel 1996 quando l’amministratore delegato era Antonio Giraudo, che nell’estate 2001 lo vendette al Real Madrid per 157 miliardi di vecchie lire e reinvestì il ricavato comprando, tra gli altri, Pavel Nedved e Gianluigi Buffon. La Juventus ha vinto l’ultima volta la prestigiosa competizione nel 1996, allenatore Marcello Lippi. In campo c’era Alessandro Del Piero, i compagni di attacco erano Gianluca Vialli e Fabrizio Ravanelli. In porta c’era Angelo Peruzzi, non era ancora cominciata la lunga stagione bianconera di Buffon.
Se si passa all’analisi dei bilanci e della forza economica, consideriamo i dati della stagione terminata il 30 giugno 2016, il Real Madrid è una superpotenza che vale più del doppio del club presieduto da Andrea Agnelli. Per fatturato i madrileni sono il secondo club d’Europa, con 619 milioni di euro (appena tre milioni in più del Barcellona) contro i 341 milioni della Juventus, che è decima, secondo la rassegna di Deloitte, Football Money League. Sotto questo profilo, quel milione e mezzo di euro in più che la Juventus incasserà ogni anno (dati ufficiosi), dal prossimo primo luglio, per la vendita del nome dello Stadium al colosso tedesco Allianz, farà ben poco, anche se il nuovo accordo commerciale è significativo dell’aumento di interesse degli investitori.
La distanza tra Torino e le grandi d’Europa però si sta un po’ accorciando. Dopo 11 anni consecutivi al primo posto per fatturato, nell’ultima stagione i Galacticos sono stati scavalcati dal Manchester United, balzato a 686 milioni di ricavi, con un incremento di 168 milioni. E i “Red Devils” ora sono diventati anche la prima squadra di calcio in Europa (e al mondo) per valore d’impresa, secondo il rapporto appena pubblicato da Kpmg Football Benchmark, anticipato dal Blog Poteri Deboli nell’articolo del 31 maggio.
Il valore d’impresa, traduzione della formula inglese “enterprise value” (in breve “ev”) usata nella finanza, è un metodo utilizzato per calcolare il valore delle aziende. Si misura il valore di mercato del capitale proprio degli azionisti, a questo si sommano i debiti finanziari e si sottrae la cassa, la liquidità o voci equivalenti, come i crediti finanziari, in modo da “nettare” l’indebitamento. Nel fare questi calcoli entrano in gioco delle stime, pertanto le valutazioni possono essere diverse secondo i criteri e i multipli utilizzati.
Secondo Kpmg il Real Madrid ha un valore d’impresa di due miliardi e 976 milioni, al primo gennaio 2017. Un anno fa era alla pari del Manchester United (valore due miliardi e 95 milioni), ma ora gli inglesi sono passati al primo posto, con un “enterprise value” di tre miliardi e 95 milioni di euro. La Juventus, secondo Kpmg, ha un valore d’impresa di un miliardo e 218 milioni. E’ la nona in Europa e di gran lunga la prima in Italia: per esempio, vale più di Roma, Napoli e Lazio messe insieme, o più di Milan, Inter e Lazio insieme, secondo le valutazioni di Kpmg.
Rispetto a un anno fa il valore della Juventus è aumentato di 235 milioni, mentre il progresso del Real Madrid è stato di 71 milioni. Secondo queste cifre, la principale squadra italiana vale solo il 40% del Real Madrid. Tuttavia la Vecchia Signora ha guadagnato un po’ di terreno rispetto all’anno precedente, quando il valore del club spagnolo era il triplo.
Grazie al loro superfatturato, i Galacticos si possono permettere di pagare stipendi a tutto il personale per 307 milioni, una somma che è quasi pari a tutti i ricavi della prima squadra italiana, che ha speso 221 milioni per gli stipendi. Il rapporto tra stipendi e ricavi è migliore per il Real Madrid, pari al 50% rispetto al 64,8% della Juventus. Il risultato operativo (Ebit), che misura la redditività della gestione, incluse le plusvalenze da calciomercato, secondo i dati di Kpmg vede in vantaggio il Real Madrid nel bilancio al 30 giugno 2016, con 41 milioni di Ebit contro i 10 milioni della Juventus.
Sommando il risultato netto di bilancio degli ultimi tre anni, dal 2013-2014 al 2015-2016, il Real Madrid ha ottenuto 110,8 milioni di profitti. La Juventus nella redditività netta è in ritardo.
Negli ultimi tre bilanci la società controllata da Exor ha un saldo netto aggregato negativo, pari a -320mila euro, perché le perdite del bilancio al 30 giugno 2014 (-6,67 milioni) superano la somma degli utili dei due bilanci successivi. In questo calcolo non viene considerato il bilancio della stagione in corso, che terminerà il prossimo 30 giugno, nel quale la Juventus avrà un utile di diverse decine di milioni, grazie alla plusvalenza di 72 milioni per la vendita di Paul Pogba l’estate scorsa.
Sotto la guida del presidente Agnelli e dell’amministratore delegato e direttore generale area sport, Giuseppe Marotta, la Juventus ha affrontato massicci investimenti per rafforzarsi. Negli ultimi tre anni nel “player trading” _ secondo i dati di Kpmg _ il club torinese ha un saldo negativo di 92 milioni. Valore superato solo dal Real Madrid (-165 milioni) tra i partecipanti a questa Champions League. Sotto questo profilo la Juventus ha investito più di altri grandi club europei come Bayern (-72 milioni lo sbilancio) e Barcellona (-63 milioni).
Il valore della rosa di giocatori, citando i dati di Transfermarkt, è di 400 milioni, come l’Atletico Madrid che però paga stipendi più bassi, distante dai 700 milioni dei due principali club spagnoli e dai 600 milioni del Bayern.
In conclusione, sul piano dei bilanci le cifre ci dicono che la finale di Cardiff del 3 giugno si presenta come una sfida impossibile per la Juventus. Le distanze tra il primo club italiano e i Galacticos però si stanno accorciando, grazie anche ai risultati sportivi degli ultimi anni e ai benefici che ne sono derivati negli incassi di proventi dai diritti televisivi, dagli sponsor e da altri accordi commerciali.
La strada da percorrere è ancora lunga per arrivare vicino alle grandi d’Europa. Alla vigilia della sfida di Champions League viene in mente quello che fu raccontato per spiegare le ragioni dell’addio di Zidane alla Juventus, 16 anni fa. Si disse che il campione francese volle anche accontentare la moglie, annoiata da Torino, perché “a Torino non c’è il mare”. A Madrid la signora Zidane avrà trovato il mare e la felicità?