Più donne nella nuova Finmeccanica di Alessandro Profumo. Il banchiere voluto a capo del gruppo industriale delle armi e aerospazio dal premier Paolo Gentiloni (come Profumo ripete a quanti lo approcciano con richieste) sta formando in silenzio la squadra che dovrà accompagnarlo alla guida del gruppo che il predecessore, Mauro Moretti, ha voluto chiamare Leonardo.
L’ultima mossa di Profumo, secondo voci autorevoli che escono da piazza Monte Grappa, è la scelta del nuovo direttore della comunicazione. Per questa casella, oggi occupata da Federico Fabretti, arrivato tre anni fa con una squadra di ferrovieri al seguito di Moretti, l’ex a.d. di Unicredit ed ex presidente di Mps ha scelto Raffella Luglini, attuale “Head of investor relation” del gruppo, cioè capo delle relazioni con gli investitori. Si tratta di indiscrezioni, anche se le fonti sono autorevoli. La nomina non è ancora ufficiale.
Salvo imprevisti, Luglini dovrebbe raddoppiare le sue competenze, cioè mantenere la guida dei rapporti con gli investitori e in più assumere la direzione della comunicazione, quindi i rapporti con gli organi d’informazione nazionali e internazionali, la pubblicità e sponsorizzazioni, con il relativo budget di spesa, un tesoretto ambìto. Un settore vitale per l’immagine di un gruppo industriale che negli ultimi tre-quattro anni, malgrado il boom di Borsa con Moretti, a livello internazionale ha perso posizioni, come è stato anticipato dalle analisi di Poteri Deboli.
Storytelling e retrocessione
Questa osservazione è stata confermata dal rapporto Deloitte sui primi 100 gruppi mondiali dell’aerospazio e e difesa nel 2016. All’ultima assemblea degli azionisti, il 16 maggio, Moretti ha detto, davanti al rappresentante (silente) dell’azionista di controllo, il ministero dell’Economia, che Leonardo è “tra i primi dieci al mondo” nell’aerospazio e difesa, mostrando una tabella che la collocherebbe all’ottavo posto per fatturato. Pochi giorni fa il rapporto Deloitte, in base ai dati del 2016 sui ricavi, ha invece retrocesso l’ex Finmeccanica dall’11mo al 12mo posto nel mondo. Il fatturato consolidato nel 2016 è diminuito di un miliardo a 12 miliardi. Quanto a redditività, guardando l’utile operativo Deloitte dice che Leonardo ha perso tre posizioni ed è 18ma nel mondo.
Nella gestione Moretti invece lo storytelling _ in coerenza con lo stile renziano _ era quello di un gruppo che si è rafforzato e ha presentato risultati largamente migliori di quelli ereditati. “Al mio arrivo il brand Finmeccanica era sputtanato“, ha ripetuto Moretti fino all’ultimo giorno.
Negli incontri con gli investitori Luglini aveva assecondato la “narrazione” morettiana, anche se questa smentiva quanto fatto (e detto) nelle gestioni dei predecessori con i quali la dirigente aveva lavorato in stretto contatto. tra questi il suo mentore Alessandro Pansa, che nell’aprile 2014 fu bruscamente mandato a casa da Matteo Renzi per far posto al “ferroviere” riminese.
Avanti con le nomine
Profumo si sta portando avanti con le nomine. Ha già scelto come assistente Marzo Zoff, dirigente a capo degli acqusiti della divisione velivoli di Leonardo (detta “Alenia Nord”), figlio dell’ex portiere della Juventus e della nazionale Dino Zoff, stimato da molti nel gruppo, anche se considerato poco incline alle decisioni. Alcuni conoscenti lo chiamano scherzosamente “Sor Tentenna”.
Una new entry è il diplomatico Carlo Formosa, dalla Farnesina, suggerito da un’altra donna, Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina. Formosa andrà a dirigere i rapporti internazionali.
Pinotti raccomanda il segretario
Per i rapporti istituzionali, ha anticipato Dagospia, c’è la candidatura forte di Fausto Recchia, segretario del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che lo ha raccomandato a Profumo. Nato a Roma nel 1969, ex deputato del Pd dal 2008 al 2013, nominato nella direzionale nazionale del Pd nel dicembre 2013, Recchia è anche amministratore delegato di Difesa Servizi, società controllata dal ministero della Difesa.
Una ex di Unicredit al personale
Un altro ricambio è in arrivo in una posizione chiave, la direzione del personale, occupata dal ferroviere Domenico Braccialarghe, che il presidente Gianni De Gennaro ha apostrofato per l’abbigliamento, “il pullover alla Marchionne”. Secondo voci Braccialarghe potrebbe essere sostituito da Simonetta Iarlori, alto dirigente dal 2014 in un’altra potente società pubblica, la Cassa depositi e prestiti (Cdp). Nata a Ortona (Chieti) nel 1962, laureata in fisica, Iarlori è “Chief operating officer” (“direttore operativo”, traducono alla Cdp), ha la responsabilità di informatica, acquisti e risorse umane. Ha lavorato in Value Partners da 2001 al 2008, poi fino al 2014 in Unicredit, la banca che Profumo ha guidato fino a settembre 2010. Da una visura Cerved risulta che Iarlori è stata nominata il 13 giugno scorso nel cda di Fintecna (controllata da Cdp), inoltre è già consigliere di amministrazione di Cdp Equity, Cdp Immobiliare e Sace.
La carriera di Luglini
Durante la gestione Moretti Luglini aveva ottenuto la responsabilità di scrivere i comunicati finanziari, pur non riuscendo a diventare capo di tutta la comunicazione. Nata all’Aquila il 29 aprile 1971, ha studiato economia e finanza alla Luiss. Alcuni dicono che abbia un profilo da aspirante Cfo. Secondo voci, negli ultimi 18 mesi sembrava puntasse anche alla carica di direttore finanziario del gruppo, che è affidata a Gian Piero Cutillo dal 16 maggio 2012.
In ascesa. Raffaella Luglini
Secondo il curriculum che ha pubblicato su Linkedin, Luglini è arrivata nell’ufficio investor relation di Finmeccanica nel 2001, dopo essere stata in analoga posizione all’Eni dal 1997 al 2000. Luglini non era il responsabile dell’ufficio, il capo era l’inglese John Douglas Stewart. Luglini ha attraversato tutta la gestione di Pier Francesco Guarguaglini, che è stato alla guida del gruppo dall’aprile 2002 a maggio 2011, quando le deleghe operative sono passate a Giuseppe Orsi e Guarguaglini, per sei mesi, è rimasto come presidente.
In tutto quel periodo, Pansa è sempre stato Cfo e condirettore generale e, dal maggio 2011, direttore generale. Orsi ha fatto pesanti svalutazioni nel bilancio 2011 addebitando gli oneri _ come fanno molti manager soprattutto nelle aziende pubbliche _ alla gestione del predecessore, Guarguaglini (in particolare furono accantonati 753 milioni per presunti oneri non ricorrenti sul programma del Boeing 787 fino al 2022, cioè per 12 anni).
Le svalutazioni di Orsi
Il bilancio 2011 fu caricato di 3,2 miliardi di oneri non ricorrenti ed “extra-costi” (ci furono anche 700 milioni di oneri straordinari e write off sul valore dell’americana Drs, oneri sull’elettronica Selex, su AnsaldoBreda, sul programma dell’aereo C27J) e si chiuse con una perdita netta consolidata di 2,345 miliardi di euro. Un’operazione contabile controversa che Luglini, insieme a Cutillo (e a Pansa) hanno digerito e raccontato agli investitori e ai giornalisti senza farsi problemi sul cambio della politica di bilancio deciso da Orsi, in base ai principi internazionali Ias. Chi, come il sottoscritto, ha voluto approfondire l’argomento ha notato imbarazzo negli interlocutori di Finmeccanica nel cercare di motivare (ma senza convincere) l’improvviso cambio di rotta contabile su un programma aeronautico della durata di oltre 20 anni.
In seguito, una rinegoziazione del contratto con Boeing fatta dall’allora a.d. di Alenia Giusepppe Giordo (che poi Moretti ha estromesso) ha portato al recupero di buona parte di quegli oneri che Orsi & C. avevano addebitato ai bilanci del gruppo. Orsi e Pansa non potevano sopportarsi e a fatica si parlavano, pur dovendo lavorare insieme. L’investor relator Luglini in quel periodo si è schierata fedelmente con il numero uno, l’elicotterista Orsi, riuscendo anche a farsi promuovere a capo delle relazioni con gli investitori, al posto di John Douglas Stewart.
Quando Orsi è caduto in disgrazia, arrestato nel febbraio 2013 per le presunte tangenti per vendere elicotteri militari in India (il processo è ancora in corso, dopo due condanne in primo e secondo grado e un’assoluzione in Cassazione con rinvio), Pansa è diventato amministratore delegato. Luglini ha fatto ancora qualche passo avanti, è stata collocata da Pansa a suo diretto riporto, saltando le figure intermedie che prima si frapponevano tra il capo dell’investor relation e l’a.d.
Il ruolo di Equita
Quindici mesi dopo è arrivato Moretti. Luglini si è subito mostrata a suo agio. Si è rivelata un aiuto prezioso per Moretti, soprattutto negli incontri con gli analisti stranieri, nei quali ha avuto anche il compito di dirigere il traffico, lo ha fatto con abilità, facendo anche da traduttrice (e suggeritrice) se ravvisava imbarazzi linguistici per Moretti. Chi ha seguito gli incontri con gli analisti ha notato qualche sovrapposizione di ruoli anche quando agli incontri partecipava, con Luglini, solo il Cfo Cutillo.
Tra gli analisti con i quali il rapporto è sempre stato fluido e cordiale c’è Martino De Ambroggi di Equita, che negli anni del boom di Borsa con Moretti (il valore delle azioni è più che raddoppiato) ha spesso emesso giudizi positivi sui conti di Finmeccanica, con entusiastici “buy” (cioé “comprate le azioni”) e rialzi del target price.
Equita è la Sim nella quale nel 2015 era entrato come azionista di controllo e presidente Profumo. In seguito alla chiamata in Leonardo il banchiere ha annunciato un percorso di ridimensionamento della partecipazione in Equita e l’abbandono della carica di presidente per evitare potenziali conflitti d’interesse.
In tutti questi anni e nelle peripezie di Finmeccanica Luglini ha mostrato, oltre alla preparazione professionale che molti le riconoscono insieme all’ambizione, anche di saper passare con abilità dal carro del perdente a quello del vincitore.