<<Con Gianni Letta ci passavamo qualche seccatura reciproca, abbiamo un rapporto informale. Lui era il factotum all’epoca del governo Berlusconi, io il factotum dell’opposizione, poi entrambi abbiamo vissuto gli anni dell’Auditorium, dove è nata un’amicizia fraterna>>. Goffredo Bettini, europarlamentare Pd, parla come testimone al processo Mafia Capitale, perché ha ricevuto 10mila euro dalla cooperativa di Salvatore Buzzi, uno degli imputati principali (<<Un atto di liberalità>>).
Bettini è stato assessore a Roma con il sindaco Francesco Rutelli, poi a lungo braccio destro di Walter Veltroni. Per sette anni, fino al 2006, Bettini è stato presidente di Musica per Roma, l’ente che gestisce l’Auditorium Parco della Musica. Una <<fabbrica di cultura>>, secondo l’architetto Renzo Piano. Ma, soprattutto, una fabbrica di relazioni, utili per carriere e affari. Fino all’anno scorso, nel consiglio d’amministrazione c’erano Gianni Letta, Giovanni Malagò, Franco Bernabè, Luigi Abete, Aurelio De Laurentiis, Francesco Gaetano Caltagirone, Guido Fabiani, Aurelio Regina. Poi è stato ridotto a cinque, Regina confermato presidente, con un nuovo amministratore delegato, lo spagnolo José Dosai Noriega, al posto del romano Carlo Fuortes.
L’Auditorium ha 80 dipendenti, i ricavi sono scesi dai 30 milioni del 2011 a 24 milioni ne12015. I contributi pubblici dai soci fondatori, soprattutto Comune di Roma, poi Regione, Camera di commercio e Provincia, sono scesi dai 9,7 milioni del 2014 a 7,05 milioni nel 2015. Nel bilancio la perdita si è allargata da 285mila a 2,28 milioni. “Colpa” anche dell’Accademia di Santa Cecilia, che non vuole contribuire ai costi per la parte non più coperta da Roma Capitale.
L’Auditorium ha emesso una fattura di 1,41 milioni verso l’Accademia, ma ha anche svalutato il credito dello stesso importo. Nella pancia dell’Auditorium c’è un tesoro di 18,8 milioni, investiti in Btp e Cct. E c’è sempre l’appalto, che risale al 2005, per la manutenzione di impianti tecnologici, verde e opere civili con Cpl Concordia, la coop modenese finita nel 2015 nello scandalo delle presunte tangenti per il metano a Ischia.