Chi è che non vuole Marcello Minenna presidente della Consob?
Il 16 novembre sui giornali più autorevoli (in particolare Il Sole 24 Ore) era dato per concluso l’accordo politico tra Lega e M5S sulla nomina al vertice dell’Autorità di controllo delle società quotate del brillante (e anche indipendente, il che non guasta) economista, dirigente della Consob, che negli anni scorsi si è scontrato con Giuseppe Vegas, l’ex presidente che fu nominato nel 2010 da Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti. Minenna è un economista noto e gradito alla comunità internazionale, anche per le lezioni in corsi universitari “post graduate” che tiene, a partire dal 1998, sia in atenei italiani (tra cui la Bocconi) sia a Londra, alla London Graduate School of Mathematical Finance.
Il silenzio del Quirinale
Eppure della nomina si è persa traccia. La procedura richiede una delibera del Consiglio dei ministri, su proposta del presidente del Consiglio e un successivo “Dpr”, un Decreto del presidente della Repubblica. Secondo alcuni giornali il governo si sarebbe riservato di interpellare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Non sappiamo se questo sia avvenuto. Di certo non risulta che dal Quirinale siano trapelate obiezioni su Minenna (nella foto in alto).
Da Londra. Giuseppe Bivona
La lettera da Londra
La questione viene sollevata con una lettera al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, da Giuseppe Bivona, fondatore e socio di Bluebell Partners, l’esperto di finanza che da Londra è molto attivo sul tema banche e della correttezza del governo delle società che raccolgono soldi di investitori e risparmiatori. Materia sulla quale in Italia ci sono ampi margini di miglioramento.
Bivona e gli esposti caduti nel nulla
Bivona tra l’altro ha più volte contestato il ruolo dell’allora presidente Consob Vegas e della Banca d’Italia, compreso il governatore Ignazio Visco, sul caso Mps, per la trasparenza e correttezza dei bilanci della banca di Siena, che era un feudo del Pd.
Bivona ha mandato alle Autorità di controllo (e non solo) una trentina di esposti sul modo in cui la banca contabilizzava in bilancio 5 miliardi di derivati, contratti ad altissimo rischio che invece venivano presentati come investimenti in titoli di Stato, cioé sicuri. Ma le Autorità di controllo hanno opposto un muro alle obiezioni. Nel dicembre del 2015 la Consob, ma solo dopo che si era mossa la Procura di Milano con un’indagine penale, ha dichiarato il bilancio 2014 e la semestrale 2015 di Mps “non conformi”. “Cioé più prosaicamente falsi”, traduce Bivona.
Scandalo a Siena. Banca Mps
Cosa scrive Bivona a Di Maio
“La principale ragione di sfiducia degli investitori esteri nel mercato italiano _ afferma Bivona nella lettera a Di Maio _ è la sfiducia nel sistema di controllo (Banca d’Italia, CONSOB) che da Parmalat a MPS ha dimostrato (nel migliore dei casi) tutta la sua inadeguatezza”. (…)
“Ai tempi della DC per evitare una nomina scomoda, si prendeva tempo facendola saltare radicando la finta convinzione di un mancato consenso oppure si lasciava filtrare qualche (inesistente) riserva del Quirinale. Credo sia abbastanza evidente che se la nomina del dott. Minenna non avviene prima di Natale, non avverrà più. Sono certo che non è questo quello che Lei vuole.”
Gli “scenari” sui rischi aboliti da Vegas
Minenna è il dirigente della Consob che aveva ideato gli “scenari probabilistici” di rendimento, da inserire nei prospetti per la raccolta di soldi degli investitori in occasione dell’emissione di obbligazioni, in particolare bond bancari. Questi scenari, basati su modelli matematici, avrebbero indicato le probabilità che l’investimento desse risultati positivi o negativi, insomma avrebbero dato maggiori informazioni sui rischi.
Ex presidente. Giuseppe Vegas
Banca Etruria
Nel 2011 l’allora presidente Vegas bloccò la pubblicazione di questi scenari. Vegas si è poi giustificato affermando che “non erano obbligatori”. Nel fallimento della Popolare dell’Etruria è risultato che nel prospetto per l’emissione di obbligazioni subordinate fatta nel 2013 dalla banca di Arezzo gli scenari probabilistici non c’erano. Quei bond sono diventati carta straccia. Ma non è questo l’unico caso. C’è un caso importante che riguarda l’ex Bpm (Popolare di Milano) in cui gli scenari probabilistici sono stati omessi.
Nella lettera di Bivona a Di Maio si legge inoltre:
“Il principale tecnico del Ministero dell’Economia responsabile di aver gestito la questione banche è diventato Direttore Generale. Il Governatore Visco è stato confermato. La CONSOB opera tutt’ora in continuità con il suo passato: gli uomini dell’ex (e non compianto) presidente Vegas sono saldamente al loro posto dopo il trasparente inter-regno di Mario Nava”.
I capi della macchina
Bivona presumibilmente intende riferirsi alle figure chiave che guidano la macchina della Consob: il direttore generale, Angelo Apponi, nel ruolo dal gennaio 2015, il vicedirettore generale Giuseppe D’Agostino (da ottobre 2011), la responsabile divisione informazione emittenti, Guglielmina Onofri, da marzo 2015. Nava si è dimesso da presidente il 13 settembre scorso. In via temporanea la guida è affidata al presidente vicario, Anna Genovese, nominata commissario nel luglio 2014 dal governo di Matteo Renzi.
Bivona fa i nomi
“È per certi versi logico _ scrive Bivona a Di Maio _ che ci siano forti interessi in gioco affinché alla presidenza della CONSOB non arrivi persona autorevole, competente e con la schiena dritta. Se fossi un ‘Visco’, un ‘Rivera’, (…), se fossi un capo-azienda di una società quotata che ha scheletri nell’armadio, (…), se fossi un ‘Saccomanni’ (un controllore fattosi banchiere), se fossi una banca che distribuisce prodotti tossici ai piccoli risparmiatori in cambio di laute commissioni, non vorrei il dott. Minenna a capo della CONSOB. Ed è esattamente questa la ragione per cui ne auspico la nomina”.
Una semplice domanda: non sarà che dai vertici del mondo bancario e dalla Banca d’Italia arrivano pressioni contro la nomina di Minenna in Consob?
Attendiamo una risposta (o una smentita), che Poteri Deboli pubblicherà senza indugio.