Stop al vaccino AstraZeneca in Daninarca, Norvegia e Islanda
L’analisi del Financial Times
La morte sospetta di una donna danese
In Austria una donna morta e un altro caso grave
Tre morti sospette in Sicilia
L’allarme è scattato dopo la morte lunedì 8 marzo in Sicilia del sottufficiale della Marina Stefano Paternò (43 anni) per arresto cardiocircolatorio, il giorno dopo la vaccinazione. Paternò era di servizio ad Augusta (Siracusa). Un altro caso è la morte del carabiniere Giuseppe Maniscalco (54 anni), vicecomandante della sezione di polizia giudiziaria di Trapani, .
Un terzo caso sospetto riguarda la morte di Davide Villa, 50 anni, poliziotto della squadra mobile di Catania, deceduto 12 giorni fa. Villa due settimane prima del decesso era stato sottoposto al vaccino AstraZeneca, dello stesso lotto (2856) di cui l’Agenzia del farmaco ha deciso in via precauzionale la sospensione.
Aifa. La sede di Roma
L’autopsia
Secondo La Repubblica, l’autopsia sul corpo di Maniscalco avrebbe escluso la morte per trombosi. Il militare al quale era stato somministrato il vaccino AstraZeneca proveniente dal lotto ABV2856 sospeso da Aifa, sarebbe morto per un infarto. Il carabiniere era stato male dopo avere assunto la dose. “Il maresciallo Maniscalco – afferma il procratore della Repubblca di Trapani Agnello – è deceduto per infarto oltre 48 ore dopo la somministrazione del vaccino. Allo stato non vi sono evidenze da cui desumere che l’infarto è stato causato o anche concausato dal vaccino, sono in corso accertamenti di tipo istologico”.
Sono 250mila le dosi del vaccino bloccato in Italia
Sono 249.600 le dosi arrivate in Italia del lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca sospeso dall’Aifa dopo “casi avversi” registrati nella sua somministrazione. Emerge dal decreto di sequestro, emesso dalla Procura di Siracusa. “L’attività di sequestro – è spiegato – per la quale allo stato non vi è alcuna correlazione diretta con i casi di decesso segnalati, viene svolta in via cautelativa al fine di procedere alle opportune analisi cliniche per confutare la pericolosità del farmaco”.
Cosa dice AstraZeneca
L’azienda che produce il vaccino dice che sta «collaborando con le autorità sanitarie e regolatorie» e precisa: «da un’analisi dei nostri dati su oltre 10 milioni di somministrazioni non è emersa alcuna prova di un aumento del rischio di embolia polmonare o trombosi venosa profonda in qualsiasi gruppo di età, sesso, lotto o in qualsiasi paese in cui è stato utilizzato il vaccino AstraZeneca contro Covid-19. Il numero di questi eventi è significativamente inferiore nei soggetti vaccinati rispetto al numero osservato nella popolazione generale».
Ema: non ci sono prove di correlazione
L’autorità europea, Ema, ha affermato che non ci sono prove che colleghino AstraZeneca ai due casi austriaci, aggiungendo che in Europa il numero di persone che ha segnalato coaguli di sangue dopo l’iniezione non è superiore a quello della popolazione generale: 22 casi su 3 milioni (al 9 marzo). L’autorità europea ha avviato un’ulteriore indagine accelerata sul vaccino AstraZeneca. Ci auguriamo che le indagini chiariscano se ci sono rischi e che ci sia un’informazione puntuale e indipendente dalle pressioni e dagli interessi economici in ballo.