C’è anche il fondo Elliott tra gli interessati all’acqusito di Alitalia. Secondo quanto appreso da Poteri Deboli, il fondo americano che fa capo a Paul Elliott Singer ha inviato la proposta d’acquisto non vincolante ai commissari della disastrata compagnia italiana entro la scadenza del 21 luglio.
Elliott è un “hedge fund” specializzato in investimenti ad attività anche ad alto rischio, da ristrutturare e rimettere a posto e infine rivendere con un bel margine di guadagno. Sono le attività dette “distressed”, cioè disastrate, una parola che evidentemente non fa paura al finanziere nato a New York il 22 agosto 1944 né alla sua squadra di specialisti in investimenti. Il dossier Alitalia è seguito da Londra, dove vive uno dei figli del riservato finanziere, Gordon Singer.
Il nome di Elliott quindi va ad aggiungersi a quelli delle compagnie aereee che si sono messe in fila davanti alla porta di Luigi Gubitosi e degli altri due commissari (Enrico Laghi e Stefano Paleari):secondo indiscrezioni ci sono Etihad, Delta insieme ad Air France-Klm, Lufthansa, Ryanair, easyJet e altre. Come ci sarebbero anche, stanno alle indiscrezioni pubblicate, anche altri fondi d’investimento, i nomi circolati _ ma non confermati _ sono Tpg, Indigo Capital, Cerberus.
Elliott, secondo quanto risulta da fonti autorevoli, ha analizzato il dossier Alitalia consapevole che è una storia di pesanti perdite ma anche con la consapevolezza che il trasporto aereo commerciale a livello mondiale va molto bene. La domanda sottintesa è: possibile che Alitalia non possa essere rimessa a posto e produrre profitti per i suoi azionisti? Da quanto risulta a Poter Deboli, l’approccio di Elliott è diretto a tutto il perimetro della compagnia aerea. Almeno questo è stato fatto nella prima fase, insieme a uno stuolo di consulenti.
Il fondo americano non potrebbe comunque possedere più del 49,9% del capitale, altrimenti Alitalia perderebbe lo status di compagnia della Ue. Pertanto se l’operazione dovesse andare avanti Elliott dovrebbe trovare uno o più soci europei, tra cui sarebbe possibile anche una compagnia aerea, che dovrebbero possedere almeno il 50,1% della futura Alitalia. Per ora tuttavia Elliott si è presentato da solo nella gara.
Finanziere. Paul E. Singer, titolare del fondo Elliott
I commissari indicheranno entro la fine del mese il programma che intendono seguire, cioè la cessione unitaria del complesso aziendale, la ristrutturazione economico-finanziaria, oppure la cessione di parti, cioè lo spezzatino. Per le offerte vincolanti ci sarà tempo, probabile che debbano essere presentate non prima di ottobre.
La procedura si avvicina sempre più alle prossime elezioni politiche e pertanto ci si aspetta che la vendita, se ci saranno offerte interessanti, slitterà a dopo le elezioni del 2018, previste tra febbraio e marzo.
Elliot è dotato di ampie risorse e, quando inquadra un obiettivo, può attendere anche molto a lungo. Lo si è visto all’opera nelle obbligazioni dell’Argentina, dove ha vinto la battaglia legale cotro il governo che aveva bloccato i rimborsi dei bond.
In Italia negli ultimi due anni è stato particolarmente attivo. Elliott ha preso posizione nel capitale di Ansaldo Sts durante la procedura di cessione decisa dall’ex Finmeccanica, ora detiene il 21,9% del capitale e, con le “posizioni lunghe”, supera il 30 per cento. Elliott ha ingaggiato una battaglia anche legale su un vasto fronte con il socio di maggioranza che ha comprato Sts da Finmeccanica, la giapponese Hitachi, che detiene circa il 51 per cento.
Elliott è entrato a sorpresa e all’ultimo minuto anche nella partita della cessione del Milan da Fininvest a misteriosi investitori cinesi (almeno così dicono) guidati da “Mister Li”. All’ultimora Elliott ha prestato 303 milioni di euro all’acquirente, altrimenti l’affare sarebbe saltato. C’è un prestito di 123 milioni al Milan e uno di 180 milioni a una holding lussemburghese, la Rossoneri Sport Investmnet Luxembourg. Se entro 18 mesi il prestito non viene rimborsato Elliott si prende il Milan.
A quel punto forse sarà un po’ più chiara anche la sorte di Alitalia. Al momento la situazione rimane difficile e le perdite viaggiano alla media di almeno due milioni di euro al giorno.