Si allunga la lista delle compagnie aeree fallite. L’ultima vittima in ordine di tempo è Germania, low cost con base a Berlino. E’ la nona che salta in Europa in meno di due anni.
La compagnia ha dovuto fare la domanda di insolvenza perché non è stata in grado di ottenere finanziamenti necessari per proseguire l’attività. “Ci dispiace molto ma, di conseguenza, la nostra sola possibilità era presentare la richiesta di insolvenza”, ha detto l’amministratore delegato, Karsten Balke. Germania ha 37 aerei e ha trasportato 4 milioni di passeggeri l’anno scorso. In gennaio aveva annunciato che “eventi imprevedibili” come il rialzo del prezzo del carburante nel 2018 e l’indebolimento dell’euro rispetto al dollaro erano stati “oneri importanti”. La compagnia è di proprietà di un privato e ha detto che le sue partecipate in Svizzera e Bulgaria non sono colpite dalla bancarotta.
I fallimenti delle compagnie in Europa sono esplosi nel 2017, con il collasso della britannica Monarch, di Air Berlin e il commissariamento di Alitalia, che ha dichiarato lo stato di insolvenza il 2 maggio 2017 ed è affidata a tre commissari nominati dal governo.
Nell’autunno del 2018 è fallito un gruppo di compagnie più piccole: la lettone Primera, Cobalt di Cipro, la tedesca Azurair, la lituana Small Planet Airlines e la svizzera SkyWork.
La numero uno delle low cost in Europa, Ryanair, ha annunciato una perdita di 22 milioni di euro per il terzo trimestre 2018, il primo risultato in rosso dal 2014. Anche Norwegian Air, che ha lanciato i voli low cost lungo raggio, è in forti difficoltà economico-finanziarie.
Alitalia continua a volare grazie all’iniezione di un prestito statale di 900 milioni, la cui restituzione è stata più volte rimandata, fino al 30 giugno 2019. Considerando gli interessi, Alitalia deve restituire più di un miliardo allo Stato. Il governo sta cercando di farla comprare a un consorzio guidato dalle Ferrovie dello Stato, che stanno cercando un partner industriale. C’è una trattativa con Delta Air Lines in tandem con Air France-Klm. Ma i tempi del negoziato si sono allungati, dalla fine di gennaio adesso si va a metà marzo. Anche Lufthansa è interessata, ma prenderebbe solo poco più di metà dell’attività di volo. Il governo preferisce la soluzione con Delta, che però non è ancora chiusa.
Intanto Alitalia consuma la cassa, ha meno di 500 milioni. Che fine farà Alitalia?