Deste, chi è costui? E’ la domanda che tutti si fanno in Fincantieri (e anche fuori, per esempio nell’ex Finmeccanica, ribattezzata Leonardo). La domanda tiene banco anche nel giorno di Pier Roberto Folgiero, il manager che oggi ha ricevuto il testimone da Giuseppe Bono, veterano dell’industria della difesa e cantierisitica a livello internazionale, costretto dal governo Draghi a passare la mano dopo soli 20 anni alla guida di Fincantieri e 78 anni compiuti.
Un passaggio difficile, come dimostra la difficoltà del governo a individuare un successore del manager ex socialista molto vicino a Giuliano Amato, il quale da presidente della Corte costituzionale non ha potuto aiutarlo a rimanere. Folgiero ha un curriculum da direttore finanziario (Cfo) e ha passato gli ultimi nove anni alla guida di Maire Tecnimont, società che fa impianti per l’energia in tutto il mondo. Dicono che sia molto bravo, anche se di costruzione di navi non sa nulla (però è stato per più di due anni ai traghetti della Tirrenia).
Uscente. L’ex a.d. Giuseppe Bono
Nomina gradita a Profumo
Qualcuno sostiene che la nomina sarebbe stata spinta dal numero uno di Leonardo, Alessandro Profumo, al quale Bono ha fatto la guerra. Di sicuro Folgiero ha buoni rapporti con Profumo. Lo vediamo nella foto in apertura, scattata dall’inviato di Poteri Deboli, il 27 maggio 2021 nella sede dell’ex Finmeccanica, in piazza Monte Grappa, quando Maire e Leonardo hanno firmato un memorandum d’intesa per una collaborazione sulla sicurezza negli impianti industriali di nuova generazione. Da Profumo il suggerimento sarebbe arrivato a Palazzo Chigi ad Antonio Funiciello, già fedele servitore del premier Paolo Gentiloni come capo segreteria (e prima ancora nell’ufficio stampa con Matteo Renzi), laureato in filosofia e uomo di comunicazione, assurto al ruolo di capo di gabinetto con il premier Mario Draghi (mantenendo l’incarico di consigliere di amministrazione Inpgi, da cui percepisce un compenso di 45.312 euro lordi annui, secondo i dati del 2020).
Leonardo. L’a.d. Alessandro Profumo (al centro) con Luigi Di Maio
Assemblea a porte chiuse
Questo è il passato. Oggi, 16 maggio, l’assemblea degli azionisti di Fincantieri, tenutasi a porte chiuse come fanno dall’aprile del 2020 tutte le società quotate (sfruttando una norma anti-Covid del governo Conte prorogata da Draghi, che consente di tenere fuori dalla porta i piccoli azionisti e i “rompicoglioni”), ha nominato il nuovo cda ed eletto presidente il generale Claudio Graziano (un alpino, corpo che non in queste settimane non riscuote molte simpatie). Nella prima riunione il cda nominerà Folgiero a.d. e gli attribuirà le deleghe.
Gallia è il d.g.
Cosa farà Folgiero appena entrerà in carica? Il manager romano per prima cosa darà un’occhiata all’organigramma e cercherà di capire l’organizzazione della società. La casella di d.g. è già coperta da Fabio Gallia, un ex banchiere assunto da Bono dopo che aveva perso il posto di a.d. della Cdp, la società pubblica che controlla Fincantieri con il 71,3% del capitale.
Premier. Mario Draghi
Il siluramento di Giordo
Da alcuni giorni l’attenzione è rivolta a una serie di nomine fatte da Bono poco prima dell’addio, tutte firmate dopo che il governo aveva ufficializzato la sua cacciata il 20 aprile, con il deposito della lista di Cdp dei candidati al nuovo cda. Con decorrenza da quello stesso giorno Bono con un ordine di servizio ha assegnato ad interim a Deste la “responsabilità della divisione navi militari”. Lo ha messo al posto di Giuseppe Giordo, il manager che Bono nelle settimane precedenti aveva sospeso dall’incarico in seguito alle polemiche per i contatti avuti con l’ex leader Pci-Pds-Pd Massimo D’Alema per le trattative per vendere corvette in Colombia (insieme ad aerei di Leonardo). Decisione presa senza attendere la conclusione dell’indagine interna (audit), di cui non si conoscono le conclusioni. Bono temeva Giordo, il quale ha contestato la sospensione, come un possibile concorrente al suo posto e così l’ha tolto di mezzo.
Cremona capo del personale
Il 9 maggio si è sparsa la notizia che Bono ha licenziato Giordo per giusta causa. La lettera di licenziamento è firmata da Carlo Cremona, il direttore del personale del gruppo, assunto da Bono nel 2016 dopo che era andato in pensione dallo stesso incarico in AnsaldoBreda (azienda dell’ex Finmeccanica dove Bono è stato a.d. fino al 2002). Ovviamente Cremona ha aggiunto un lauto compenso da Fincantieri alla pensione da dirigente.
Capo del personale. Carlo Cremona
La promozione del figlio di Cremona
A questo punto bisogna fare una pausa e spiegare un passaggio della carriera di Deste. Il manager, che lavorava negli Stati Uniti, era alle dipendenze di Giordo fino a metà del 2020, poi, poco dopo la vittoria di Fincantieri in un’importante gara negli Stati Uniti, per le fregate veloci, ha allacciato rapporti più stretti con Bono, il quale lo ha spostato direttamente alle sue dipendenze, pur lasciandolo a lavorare negli Usa. Più o meno in contemporanea, è stato assunto al cantiere di Muggiano (La Spezia), Matteo Cremona, come quadro super. Pochi mesi dopo il giovane ingegner Cremona è stato trasferito negli Stati Uniti e promosso dirigente. Fonti vicine al gruppo raccontano che è stato Deste, dagli Usa, al di là degli aspetti formali, a far fare questo salto di carriera (e di stipendio) al giovane Cremona. Il quale, oltre ai meriti professionali, è il figlio di Carlo Cremona, il direttore del personale del gruppo Fincantieri fedelissimo di Bono.
Deste nominato al posto di Giordo
Torniamo ai giorni nostri. Con un successivo ordine di servizio (n. 09/2022) Bono ha stabilito che “con decorrenza 9 maggio 2022 Dario Deste, mantenendo gli attuali incarichi, è nominato direttore generale navi militari, coadiuvato da Andrea Viero che, mantenendo gli attuali incarichi, è posto in staff a Dario Deste con il ruolo di vice direttore generale”. Così Deste è stato nominato a tutti gli effetti al posto di Giordo. E Viero, uomo del Pd già dirigente del gruppo fedelissimo di Bono, è stato promosso vicedirettore generale, probabilmente anche per dargli un posto di rilievo prima che venga cacciato dalla presidenza di Invitalia, entro la fine di giugno, quando il governo deciderà chi sostituirà l’a.d. Domenico Arcuri.
Silurato. Giuseppe Giordo
Deste premia il genero di Bono
Con un successivo ordine di servizio, firmato dal direttore generale divisione navi militari, cioè da Deste, si stabilisce che “con decorrenza 11 maggio 2022, la funzione “strategy & business support” cessa l’operatività e le attività e le risorse ad essa afferenti sono riallocate nell’ambito della direzione gestionale, affidata a Cristiano Pasanisi“. Riepilogando: dopo solo due giorni dall’assunzione dell’incarico pieno di d.g. della divisione navi militari Deste ha attribuito nuove responsabilità a Pasanisi. Un dirigente del gruppo che ha sempre fatto il suo lavoro senza finire sotto i riflettori. Senonché, dopo questa fulminea attribuzione di nuove competenze decisa da Deste, nel gruppo molti si sono accorti che Pasanisi è il marito di Emanuela Bono, figlia del finora a.d. di Fincantieri.
Le conferme all’ufficio stampa
Non dubitiamo che chi ha fatto queste nomine avrà avuto i suoi buoni motivi e che i beneficiari abbiano le carte in regola. Tuttavia la scelta di fare nomine interne pochi giorni prima del cambio della guardia al vertice suscita qualche interrogativo. Lo stesso nuovo a.d., Folgiero, a quanto si racconta, avrebbe notato questo attivismo nella firma di ordini di servizio. Ai quali se ne aggiungono altri, come quello che incide su un’altra area strategica, i rapporti con la stampa. L’ordine di servizio n. 07/2022 dice che “con decorrenza 6 maggio 2022, nell’ambito della funzione “Media relations”, affidata ad Antonio Autorino, coadiuvato da Marco Cappeddu, sono assegnate le seguenti responsabilità: “Media contents”: Cristiano Musella; “Press office Fincantieri and foreign subsidiaries”: Laura Calzolari; “Presso office italian subsidiaries”: Sara Mangieri. Il quotidiano “La Verità” ha fatto notare che Mangieri, in passato portavoce di Antonio Di Pietro, ha fatto parte della nidiata dei consulenti per la comunicazione del leader del M5S Di Maio.
E Cremona cambia stanza
Folgiero potrebbe chiedere lumi su queste nomine al capo del personale, Cremona, ancora in azienda malgrado il suo contratto scadesse il 30 aprile. Evidentemente è stato prorogato. Cremona però da pochi giorni non è più nel suo ufficio di capo risorse umane a Trieste. Si è spostato in una stanza più piccola. Che l’abbia fatto per non farsi notare troppo da Fogliero?