“Rassegno quindi con la presente le mie dimissioni a fronte di manleva e rinuncia ad azioni di responsabilità dirette o indirette da parte del socio e Vi prego di prendere atto al prossimo consiglio di amministrazione nel quale vorrete incaricare un delegato per la negoziazione dei termini economici della cessazione del mio rapporto con la Società per titolo e qualità, come a me spettanti a sensi di legge e per i pregiudizi patiti”.
Si conclude così la lettera inviata il 7 novembre scorso da Alfredo Altavilla al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, agli alti burocrati di via XX Settembre, il d.g. del Tesoro Alessandro Rivera e il direttore della direzione Valorizzazione del patrimonio, Filippo Giansante, ai consiglieri di amministrazione e ai sindaci di Ita Airways. E’ la lettera con la quale Altavilla annuncia le dimissioni ma pone precise condizioni: una manleva che lo scarichi da ogni responsabilità, la rinuncia del Mef (socio unico) a ogni azione di responsabilità nei suoi confronti, e la negoziazione di una congrua buonuscita.
Il Mef ha valutato queste richieste ma, di fatto, sono state tutte respinte. Infatti nell’assemblea dell’8 novembre è stato deliberato che il cda può essere composto da 3 a 9 componenti e che in caso di dimissioni della maggioranza dei consiglieri tutto il cda decade. Poiché sette consiglieri hanno già dato le dimissioni, sei fin dal 29 marzo ma non sono mai stati sostituiti e quindi sono rimasti in carica, infine l’a.d. e d.g. Fabio Lazzerini che si è dimesso la scorsa settimana, con la prossima assemblea, fissata per il 16 novembre, il l’attuale cda sarà azzerato e il Mef potrà nominare un nuovo consiglio. Ricordiamo che già nella seduta del 12 ottobre il cda aveva revocato tutti i poiteri di presidente esecutivo ad Altavilla e si era aperto un contenzioso.
Poteri Deboli ha visionato la lettera integrale del presidente di Ita, lunga poco più di una pagina. La missiva è la seguente:
“Gentile ministro Giorgetti, Gentili Signori (scritto a mano). Gentili membri del consiglio di amministrazione, caro e illustre presidente del collegio sindacale,
Come vi è noto, si sono modificate le condizioni del socio unico per effetto dell’arrivo di un nuovo decisore politico a seguito delle elezioni nazionali e delle conseguenti nomine dei ministri segretari di Stato e degli Organi di Governo. In considerazione di tale mutato scenario, onde consentire al nuovo corso la più rapida spedita ed efficiente attuazione delle proprie decisioni, senza essere in alcun modo di impedimento o gravame, sono giunto alla decisione di rassegnare le mie dimissioni da presidente della società. Sono stati, gli ultimi in particolare, periodi burrascosi e senza serenità: anche per questa ragione, le dimissioni sono da me rassegnate a fronte di manleva e rinuncia ad azioni di responsabilità dirette o indirette da parte del socio nella prossima assemblea dell’8 novembre o, qualora successiva, della successiva data.
Colgo l’occasione, inoltre, per esprimere i miei sentimenti di stima e gratitudine per il collegio sindacale per il proprio supporto e contributo di qualità all’altezza del prestigio dell’istituzione rappresentata.
“Rassegno quindi con la presente le mie dimissioni a fronte di manleva e rinuncia ad azioni di responsabilità dirette o indirette da parte del socio e Vi prego di prendere atto al prossimo consiglio di amministrazione nel quale vorrete incaricare un delegato per la negoziazione dei termini economici della cessazione del mio rapporto con la Società per titolo e qualità, come a me spettanti a sensi di legge e per i pregiudizi patiti.
Infine, un grande augurio di ogni meritato successo per il futuro!
Con cordialità”
Alfredo Altavilla