Il presidente esecutivo di Ita Airways, Alfredo Altavilla, ieri ha detto che in giugno la compagnia ha chiuso il suo primo mese in utile, con Ebit e cash flow positivi. Altavilla si riferisce all’utile operativo, cioè il risultato prima di calcolare oneri finanziari, eventuali poste straordinarie e tasse. Non cita il risultato netto, che di solito è peggiore dell’Ebit.
Le perdite del bilancio 2021
Ricordiamo che nel 2021, anno nel quale è diventata operativa la compagnia che ha ereditato parte dell’attività di Alitalia (con flotta dimezzata a 52 aerei e occupazione drasticamente abbattuta, da oltre 10mila addetti a circa 2mila), il bilancio ha dichiarato un Ebit di -177,7 milioni di euro, con ricavi operativi totali pari a 90 milioni (di cui 74,46 milioni da passeggeri). Poiché la “nuova” compagnia ha cominciato a volare il 15 ottobre 2021 e larghissima parte dei costi sono concentrati negli ultimi due mesi e mezzo del 2021, possiamo calcolare che Ita nei due mesi e mezzo di attività nel 2021 in media ha perso 2,2 milioni al giorno a livello di risultato operativo (Ebit). Il calcolo è già stato riportato sul Sole 24 Ore e ha provocato le ire di Ita, ma è corretto. Se calcolassimo il risultato prima delle imposte dichiarato in bilancio, che è -199,59 milioni, la perdita media giornaliera sarebbe più alta.
Vertici. Alfredo Altavilla (al centro) con Fabio Lazzerini
Sindacalisti assunti da Ita
I dati annunciati da Altavilla per il mese di giugno indicano un miglioramento. Di questo non ci si può che rallegrare, considerando che la compagnia lavora con soldi dello Stato (il Mef è azionista al 100% e ha già versato 720 milioni di capitale, cioè 1.396 miliardi di vecchie lire) e che sono in ballo alcune migliaia di posti di lavoro, adesso i dipendenti sono circa 3mila. Avrebbero dovuto essere 4mila entro il 30 giugno, secondo gli impegni firmati con i sindacati, che però tacciono, forse perché numerosi leader e dirigenti sindacali, soprattutto piloti, oltre a dipendenti ex Alitalia raccomandati dai sindacati, sono stati assunti da Altavilla in Ita. Ci chiediamo se i risultati annunciati dall’ex manager di Fca voluto dal premier Mario Draghi segnino una svolta verso il risanamento della società.
Per Altavilla risultato “non banale”
Riascoltiamo quello che ha detto Altavilla, come riportato dalle agenzie di stampa. Giugno, anche se positivo, è pur sempre “un mese solo, non vuol dire niente ma è un segnale per la squadra che abbiamo lavorato bene per intercettare questo ritorno del business”, ha detto il numero uno della compagnia, ricordando che comunque il risultato “non è proprio banale”, visto che Ita è nata solo sette mesi fa.
Il rincaro del carburante
Soprattutto, il dato va letto anche alla luce del rincaro del carburante. Infatti, ha spiegato Altavilla, per il primo semestre “se non avessimo avuto l’impatto del carburante avremmo fatto sicuramente meglio delle perdite previste fare nel piano industriale”. Tutti segnali, a suo avviso, che la gestione operativa della società “sta andando meglio del previsto”. L’indice di riempimento dei posti – stando alla compagnia – “registra punte superiori al 90%”.
La stagionalità dei risultati
A questo punto chi sa di trasporto aereo fa un balzo sulla sedia. Molto probabilmente Carsten Spohr, l’a.d. di Lufthansa al quale Altavilla vorrebbe cedere il controllo della compagnia in cordata con la società svizzera Msc (e questa è l’indicazione dei sacerdoti del Mef, ma dovrà decidere Draghi), tirerebbe le orecchie ad Altavilla per queste affermazioni. Perché nel trasporto aereo c’è una forte stagionalità dei risultati a causa del diverso andamento del traffico secondo i mesi. Tutti sanno che di solito i risultati sono negativi o con bassissimo margine nei mesi invernali (eccetto il periodo delle feste natalizie e di Pasqua) e per una parte della primavera, mentre sono molto positivi nei mesi estivi. Questa è la regola tranne nei periodi eccezionali come la pandemia o altre situazioni negative straordinarie.
Partner. Lufthansa è in pole position con Msc
L’utile in giugno è normale
Pertanto avere un utile in giugno è un fatto normale per una compagnia aerea, non è necessario essere dei fenomeni. Ci riusciva anche la vecchia Alitalia ai tempi dell’Iri. E un utile raggiunto in giugno non significa che la compagnia sia risanata e in grado di avere i conti in attivo nei mesi successivi dopo l’estate né per un anno intero. Altavilla ha lavorato nell’industria automobilistica fino a luglio 2018, era un manager Fca, non è un esperto di trasporto aereo. E’ stato nominato presidente di Ita appena 13 mesi fa, il 18 giugno 2021, ma è un manager troppo smaliziato per non aver capito queste cose. Le sue dichiarazioni sono fuorvianti.
Scarsa trasparenza
Ita dovrebbe rendere noti i conti del primo semestre e il load factor medio del periodo (non solo le “punte superiori al 90%”). Sarebbe un modo più trasparente di far capire come sta andando la gestione. Sarebbe doveroso, visto che è una società finanziata da tutti gli italiani che pagano le tasse. Da quanto abbiamo capito, le perdite del primo semestre sono superiori a quelle previste dal piano industriale. Ci piacerebbe conoscere le cifre complete del conto economico, non solo quelle del mese migliore. Altavilla dà la colpa al costo del carburante. Uno scaricabarile che ci ricorda abitudini della vecchia Alitalia. E sappiamo com’è andata a finire…