Alfredo Altavilla è dimissionario ma rimane presidente di Ita Airways. La mini-Alitalia resta nel caos. Otto dei nove componenti del consiglio di amministrazione si sono dimessi, ma il ministero dell’Economia, azionista unico della società, non ha ancora deciso cosa fare né chi nominare al posto dei dimissionari.
Altavilla vuole la manleva e tutto il compenso
Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si è preso alcuni giorni per decidere dopo la mossa a sorpresa fatta dall’ex manager di Fca alla vigilia dell’assemblea di oggi, cioè le dimissioni dalla carica condizionate però a una manleva, cioè alla rinuncia dell’azionista a qualsiasi azione di responsabilità con la quale il Mef potrebbe chiedere il risarcimento danni al manager. Inoltre Altavilla pone come condizione di avere tutto il compenso che gli è stato riconosciuto, senza ridimensionamenti. Lo stipendio già stabilito per il presidente di Ita è di 400mila euro lordi all’anno, che possono arrivare a 800mila con il bonus variabile annuo (Mbo) e l’incentivo di lungo termine (Lti), ogni bonus può valere fino a 200mila euro annui.
Nuova assemblea ordinaria tra 8 giorni
L’assemblea ordinaria convocata per oggi, con all’odg la revoca di Altavilla dalla carica di presidente, dopo che il 12 ottobre il cda gli aveva revocato tutte le pesanti deleghe assegnategli dal governo Draghi, non si è svolta. Il Mef si è preso alcuni giorni per verificare le condizioni poste da Altavilla nella lettera di dimissioni. Secondo fonti autorevoli, verrà convocata una nuova assemblea ordinaria, probabilmente tra 8 giorni, dunque il 16 novembre, con gli stessi punti all’odg. L’assemblea è stata successivamente fissata per mercoledì 16 novembre.
Azionista unico. Il ministro Giancarlo Giorgetti
Presenti tutti i consiglieri
Tutti i consiglieri di amministrazione erano presenti all’assemblea stamattina, presieduta da Altavilla che ha partecipato insieme al notaio. Dunque anche i sei già dimissionari fin dal 29 marzo, che hanno chiesto con una lettera urgente a Giorgetti di essere sostituiti perché sono rimasti in carica in quanto l’azionista non ha nel frattempo nominato dei sostituti. Ha partecipato anche Frances Ouseley, la consigliera di amministrazione che, a differenza degli altri sei, non aveva votato per la revoca dei poteri di Altavilla e che, in sincronia con l’ex braccio destro di Sergio Marchionne, si è dimessa ieri sera. L’unico a non aver dato le dimissioni del cda è Fabio Lazzerini, l’a.d. nominato due anni fa per indicazione del Pd e dell’allora ministro della Cultura, Dario Franceschini.
Sì all’aumento di capitale di 400 milioni: i soldi versati entro il 30 novembre
L’assemblea si è svolta in sede straordinaria. Il Mef ha approvato l’aumento di capitale di 400 milioni di euro, la seconda tranche che si aggiunge ai 720 milioni già versati. I 400 milioni di cui Ita ha urgente bisogno verranno versati entro il 30 novembre prossimo. In straordinaria l’assemblea ha anche approvato modifiche allo statuto. E’ previsto che il cda potrà essere composto da tre a nove componenti e viene introdotta la clausola “simul stabunt simul cadent”. Cioè in seguito alle dimissioni della maggioranza dei consiglieri il cda verrà azzerato e decadranno anche i consiglieri che non si sono dimessi. A quel punto le dimissioni dei sei consiglieri che hanno già dato le dimissioni “irrevocabili” il 29 marzo saranno sufficienti a far decadere tutto il cda.