Campagna acquisti di Fincantieri. Nel gruppo è in arrivo Andrea Manciulli, esponente del Pd toscano e deputato nella scorsa legislatura, nella quale si è occupato di difesa ed esteri. In particolare, Manciulli è stato eletto presidente della Delegazione parlamentare italiana presso l’assemblea parlamentare della Nato il 14 maggio 2014.
L’ingaggio di Manciulli alla corte di Giuseppe Bono _ non ancora ufficializzato _ è una mossa del potente amministratore delegato di Fincantieri per rafforzare il gruppo statale in Francia, nella delicata trattativa con Naval Group per raggiungere un accordo nelle navi militari e nella difesa, a valle dell’acquisizione, già definita ma non ancora perfezionata, del 50% della società cantieristica Stx (90% produzione civile, 10% militare). Manciulli, che non si è ripresentato alle elezioni politiche del 4 marzo, è accreditato di ottimi rapporti in Francia.
Amicizia con Ségolène Royal
L’ex parlamentare ed ex segretario regionale del Pd in Toscana si è laureato in storia moderna all’università di Pisa, poi ha preso una seconda laurea in Francia. Si è specializzato in storia sociale e dell’alimentazione all’Ecole des Hautes Etudes en Sciences sociales di Parigi. Manciulli è amico di Ségolène Royal, la socialista che è stata candidata alle elezioni presidenziali del 2007, battuta al secondo turno da Nicolas Sarkozy.
Socialista. Ségolène Royal, candidata alle presidenziali in Francia nel 2007
Missione a Parigi
Manciulli potrebbe essere spedito a Parigi per facilitare la finalizzazzione del complesso accordo con i francesi. C’è una commissione mista italofrancese incaricata del negoziato, sotto la supervisione dei due governi. Il termine per raggiungere un accordo è stato fissato al 30 giugno prossimo.
La mossa di Bono in Francia nei mesi scorsi ha creato tensione nei rapporti con l’ex Finmeccanica, ora Leonardo. Bono è stato a.d. del gruppo aerospaziale fino ad aprile 2002, quando fu disarcionato dall’arrivo di Pier Francesco Guarguaglini e dirottato al vertice di Fincantieri.
Accordo sbilanciato
Come impostato inizialmente per volontà di Bono, il progetto d’intesa Fincantieri-Naval Group sarebbe stato sbilanciato a favore dell’industria francese, che è molto più grande di quella italiana non solo nella cantieristica navale militare, ma anche in tutto il settore militare aerospaziale e nell’elettronica. Questo avrebbe tagliato fuori il gruppo Leonardo e rischiato di escluderlo dalle future commesse di sistemi d’arma, radar, elettronica e combat managemnet system per le navi militari.
Boiardi. Giuseppe Bono (da sinistra), con Claudio Costamagna e Franco Bassanini
Insidie francesi
Ora il gruppo guidato da Alessandro Profumo sta cercando di recuperare terreno con un faticoso lavoro diplomatico. “Stiamo lavorando”, è stato il laconico commento di Profumo pochi giorni fa. In seguito all’interessamento del governo Gentiloni, i negoziati sono stati allargati alle altre società della difesa, Leonardo, la francese Thales (che è comunque azionista con il 35% di Naval Group, entrambe controllate dallo Stato) e la società missilistica europea Mbda (di cui sono soci Airbus, Bae Systems e, con il 25%, Leonardo).
“Non è solo una trattativa tra Fincantieri e Naval Group. Sono coinvolte anche Leonardo, Thales e Mbda”, ha sottolineato il 29 marzo l’a.d. di Mbda Antoine Bouvier, manager molto addentro al sistema francese ed europeo della difesa.
Strada facendo, anche Bono, vecchia volpe dell’industria di Stato, socialista, 74 anni compiuti il 23 marzo, pare aver compreso le insidie e i rischi di un accordo con i francesi.
Fondazione Italia-Usa
L’ingaggio di Manciulli dovrebbe servire a capire meglio le mosse di Parigi e a facilitare la trattativa. Manciulli ha anche un bagaglio di buoni rapporti negli Stati Uniti. E’ stato fino all’inizio di quest’anno consigliere delegato della Fondazione Italia-Usa, un organismo pressoché sconosciuto ma zeppo di esponenti politici, del mondo economico, giornalisti di grido e lobbisti.
Il presidente del comitato scientifico è John Elkann, il consigliere generale Umberto Vattani. Presidente fondatore è il giornalista Roberto Mostarda. Tra i componenti del pletorico comitato scientifico della Fondazione ci sono Franco Bassanini e Stefania Giannini (vicepresidenti), Giulio Tremonti, Luisa Todini, Franco Debenedetti, Innocenzo Cipolletta, Edward Luttwak, Vincenzo Camporini, Aurelio De Laurentiis, Paolo Mieli, Clemente Mimun e Claudio Velardi.