Il nuovo vertice della Cassa depositi e prestiti, guidato dall’amministratore delegato Fabrizio Palermo (voluto dal M5S) e dal presidente Massimo Tononi (ex banchiere di Goldman Sachs, già assistente di Romano Prodi e sottosegretario nell’ultimo governo del professore emiliano, scelto dalle fondazioni bancarie), presenterà mercoledì 5 dicembre il piano industriale 2019-2021.
Il piano industriale
Dalle prime indiscrezioni, non ci saranno rivoluzioni. Sarà confermato il ruolo storico della Cdp, il finanziamento di enti locali e infrastrutture, oltre al sostegno all’export delle Pmi. E’ atteso anche un “riordino” (parola che può avere molti significati) delle partecipazioni azionarie nelle molte società che si sono accumulate negli ultimi anni. Operazioni fatte dal vertice precedente (nel quale Palermo non era proprio un alieno, era il Cfo di Cdp da ottobre 2014), soprattutto con l’imposizione della politica che ha cercato di usare il tesoro della Cdp _ 260 miliardi forniti dal risparmio postale, cioè da 25 milioni di piccoli risparmiatori _ come Bancomat per fare salvataggi di imprese o comprare aziende di cui non si coglie il senso industriale.
Promosso dai M5S. Fabrizio Palermo
Acquisti controversi
Nel bestiario si possono citare l’acquisto del 23% degli alberghi del gruppo Rocco Forte al 16,86% della malconcia Trevi, fino al 12,55% della gloriosa ma traballante Saipem, operazione in forte perdita fatta per levare un peso all’Eni (di cui Cdp possiede il 25%). La Cdp è controllata dal ministero dell’Economia (con l’82,77%), ma hanno voce nelle decisioni anche le fondazioni bancarie (titolari del 15,93%) guidate da Giuseppe Guzzetti. Infine ci sono azioni proprie pari all’1,30% del capitale.
L’ingresso in Telecom
In forte perdita è anche l’acquisto del 4,933% del capitale ordinario di Telecom Italia. Un pacchetto di 750 milioni di azioni comprate lo scorso aprile con il quale Cdp, insieme ad altri fondi, ha votato nell’assemblea del 4 maggio scorso a fianco del Fondo Elliott (titolare dell’8,85%) e ha dato un contributo decisivo a battere il primo azionista, Vivendi (titolare del 23,94%). Qualcuno ipotizza che in questo modo il governo dell’epoca, guidato da Paolo Gentiloni, abbia anche cercato di fare un piacere a Silvio Berlusconi, che è insidiato da Vivendi in Mediaset. Diversi segnali fanno pensare che Berlusconi sia vicino a Elliott, compresa la vicenda del passaggio di proprietà del Milan. Alle quotazioni attuali (0,5774 euro) il pacchetto di Cdp in Telecom vale sui 433 milioni, circa 200 milioni in meno di quanto è stato pagato.
Fondo Elliott. Il numero uno, Paul Singer
La gara per il consulente
Per fare il piano industriale il vertice della Cdp ha scelto un superconsulente. Ha fatto una gara d’appalto con procedura aperta per “Affidamento dei servizi di consulenza strategica a favore di Cdp; in particolare supporto alla redazione di piani industriali e individuazione e declinazione di specifici progetti con valenza strategica”. L’incarico ha la durata di due anni. Sono state presentate tre offerte: Bain & Company Italy, Inc., Boston Consulting group Srl, McKinsey & Company, Inc. Italy. La base di gara prevedeva un compenso di 1,5 milioni, oltre all’Iva.
Boss. Kevin Sneader, numero uno di Mc Kinsey
Appalto da un milione e mezzo
L’appalto è stato aggiudicato a Mc Kinsey. In un avviso pubblicato da Cdp si dice che l’importo di aggiudicazione è “euro 1.500.000 quale plafond stanziato. Ribasso sulla tariffa pari al 15%”. Nella stesso avviso si legge che l’importo a base di gara era “plafond di euro 1.500.000; tariffa a base di gara 2.600,00”. Non è chiaro quindi cosa significhi “ribasso sulla tariffa”, visto che è confermato il “plafond” di 1,5 milioni.
Palermo e i trascorsi in Mc Kinsey
Facciamo notare che il nuovo a.d. della Cdp, Fabrizio Palermo, che a detta di molti fino alla promozione ottenuta grazie al M5S aveva ben lavorato come direttore finanziario della stessa Cdp (in particolare ottenendo un tasso favorevole a Cdp nel rinnovo della convenzione con il ministero dell’Economia che remunera la liquidità di Cdp presso la Tesoreria centrale dello Stato, opera che gli è valsa anche l’apprezzamento delle fondazioni bancarie), ha lavorato per sette anni (dal 1998 al 2005) alla McKinsey, considerata, a torto o a ragione, la lobby numero uno mondiale della consulenza strategica.
Il tassametro è in funzione
Concludiamo con una domanda semplice. Che bisogno ha la Cdp di chiedere questi servizi all’esterno? E per fare cosa? Intanto il tassametro è in funzione. Per i prossimi due anni Mc Kinsey incasserà da Cdp 2.052 euro al giorno, festivi compresi.