Si è difeso con il classico: “Io no ne sapevo nulla. Semmai se ci fossero delle irregolarità chiedetelo alla mia prima linea di collaboratori”. Andrea Biraghi, il capo della divisione Sistemi per la sicurezza e informazioni di Leonardo messo sotto accusa da un’indagine interna (audit) per presunte irregolarità nei rapporti con alcuni fornitori, ha respinto gli addebiti con una memoria preparata insieme a un avvocato. E ha scaricato le responsabilità sui collaboratori più stretti.
Il procedimento disciplinare aperto dal gruppo dell’aerospazio e difesa, dopo un audit condotto da Marco Di Capua, l’ex ufficiale della Guardia di finanza che risponde direttamente al presidente, Gianni De Gennaro (nella foto in alto), è stato pertanto esteso alla prima linea di dirigenti della divsione cyber security dell’ex Finmeccanica. “Ci sono delle accuse contro di voi. Siete in grado di giustificarvi?”, è in sostanza la contestazione che l’azienda ha mosso ai collaboratori più vicini a Biraghi.
Sospeso. Andrea Biraghi (a sinistra), capo della divisione cyber security di Leonardo
Sui nomi degli accusati c’è una cappa di segreto, anche se i nomi della prima linea di dirigenti sotto Biraghi sono ben conosciuti negli uffici di via Laurentina. Sono una dozzina, circolano i nomi di 4-5 dirigenti che avrebbero ricevuto la lettera con le contestazioni.
E adesso cosa succederà in quello che potrebbe diventare un grande scandalo per il gruppo guidato da Alessandro Profumo? Questi dirigenti hanno i 15 giorni di rito previsto dai procedimenti disciplinari per rispondere. Non sono stati sospesi, in teoria restano al lavoro e conservano lo stipendio. Ma, almeno alcuni di loro, hanno fatto sapere che dedicheranno tutto il tempo a occuparsi della linea difensiva da preparare con i loro avvocati. Le accuse, se fossero dimostrate, potrebbero portare anche al licenziamento.
L’ingegner Biraghi, figlio dell’ammiraglio Sergio Biraghi, ex capo di Stato maggiore della Marina e attuale presidente di un’altra società pubblica, Fincantieri Usa, nel frattempo rimane sospeso. Non può entrare nell’azienda, non può accedere al computer di lavoro, gli è stato tolto il badge aziendale e l’auto della società. In pratica, la delicata divisione cyber, un mondo molto vicino all’intelligence che si evolve continuamente, è senza guida.