Missione americana per l’amministratore delegato di Leonardo, l’ex Finmeccanica, Alessandro Profumo. Il successore di Mauro Moretti è volato negli Stati Uniti per incontri al massimo livello con Boeing, il primo gruppo aerospaziale del mondo, al quale l’ex Finmeccanica è legata da molteplici accordi di collaborazione industriale.
La visita negli Usa è stata tenuta riservata, come il contenuto dei colloqui con il gruppo guidato da Dennis Muilenburg (nella foto in alto, insieme al presidente degli Usa, Donald Trump). Il viaggio americano si è svolto la prima settimana di settembre, dopo il fine settimana di Cernobbio, al quale anche Profumo ha partecipato, come ai tempi in cui era un banchiere di visibilità internazionale.
In viaggio con Soccodato
Con Profumo è andato negli Usa il direttore strategie e sviluppo business, Giovanni Soccodato. A Roma è rimasto, a parare le insidie, Marco Zoff, il figlio dell’ex portiere della Juventus e della nazionale Dino Zoff che Profumo ha nominato suo assistente personale. Tutti nel gruppo aerospaziale ne tessono le lodi, soprattutto da quando Zoff ha acquisito questo ruolo potente (senza peraltro lasciare il vecchio, viene riferito, cioè capo degli acquisti della divisione aerostrutture, detta anche “Alenia Nord”).
Boeing chiede sconto sulle forniture
Cosa è andato a fare Profumo negli Stati Uniti? Secondo quanto appreso da Poteri Deboli, l’a.d. dell’ex Finmeccanica è andato a negoziare lo sconto sulle forniture dell’aereo Boeing 787 chiesto da Boeing diversi mesi fa, durante la gestione Moretti. La questione è sorta in seguito alle contestazioni di Boeing per la qualità “non conforme” delle produzioni fatte dall’ex Alenia a Grottaglie e per il ritmo di produzione inferiore a quello richiesto.
La riduzione del prezzo delle forniture sarebbe comunque per Boeing un passaggio necessario per proseguire un rapporto che non ha mai soddisfatto pienamente gli americani.
Banchiere. Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo dal 16 maggio 2017
Le vicende del 787
Nell’estate 2016 Boeing inviò una lettera di messa in “probation”, con delle contestazioni esplosive. La “probation” è un atto grave, una sorta di commissariamento del fornitore fatto dal cliente, si rafforzano i controlli sulla produzione sulla qualità. L’accettazione del prodotto deve essere fatta dal cliente nello stesso stabilimento di produzione. Tutti i maggiori costi di questa procedura vengono addebitati al fornitore, con un onere quindi non indifferente.
In seguito alla “probation” sul 787, da cui l’ex Finmeccanica è uscita dopo quattro mesi e mezzo, nelle ultime settimane del 2016, il gruppo ha detto di essersi messo in regola con la qualità e i ritmi di produzione chiesti da Boeing. Nel primo semestre di quest’anno, afferma Leonardo nella relazione sui conti semestrali, “sono state effettuate consegne pari a 69 sezioni di fusoliera e 40 stabilizzatori per il programma B787 (nel primo semestre 2016 consegnate 60 fusoliere e 43 stabilizzatori)”.
Le promesse di Facondo
Quello che non è mai stato rivelato però è che Boeing ha chiesto uno sconto del prezzo delle forniture dell’ex Alenia. Nel 2012, durante la gestione di Giuseppe Orsi, che fece pesanti svalutazioni in bilancio per gli oneri del contratto B787, il contratto fu rinegoziato dall’allora a.d. di Alenia Giuseppe Giordo, il quale ottenne importanti miglioramenti dei prezzi a favore del gruppo italiano.
Adesso Boeing vuole prezzi più bassi. Risulta a Poteri Deboli che tra aprile e maggio di quest’anno il capo della divisione aerostrutture di Leonardo, Alessio Facondo, manager dell’ex Agusta scelto da Moretti nell’aprile 2015, quando era sotto pressione per i problemi alla produzione, emersi anche in altre linee di aerostrutture (Atr con Airbus, le componenti CSeries per Bombardier), abbia fatto delle aperture, dando una disponibilità allo sconto, per migliorare i rapporti con Boeing e non subire rampogne dall’a.d. di Leonardo.
Erano le ultime settimane con Moretti alal guida, Profumo era già designato ma non ancora nominato Facondo non avrebbe chiesto nulla in cambio dello sconto promesso sul 787. Ora Boeing pretende lo sconto. E Profumo deve affrontare il problema.
La “probation” sul 767
Nel frattempo è emersa un’altra grana. Lo scorso agosto Boeing ha messo in “probation” l’ex Alenia contestando la scarsa qualità delle produzioni per un altro aereo, il B767, stavolta le produzioni sono in Campania, a Pomigliano, non più in Puglia (come abbiamo riferito nell’articolo del 15 settembre, “Leonardo, Boeing contesta qualità delle forniture per i jet 767”). Il peso della produzione del 767 per Leonardo è inferiore a quello del 787, ma si tratta comunque di un problema significativo, anche per la reputazione del gruppo italiano. Leonardo ritiene di poter superare queste criticità, come ha fatto a Grottaglie.
Leonardo chiede nuove commesse
Da quanto appreso da Poteri Deboli, Profumo è volato negli Usa per negoziare lo sconto sul 787 cercando di avere in cambio il riconoscimento di alcuni costi indiretti che finora Boeing non aveva mai riconosciuto. Leonardo chiede anche una quota di lavoro sul nuovo aereo che Boeing programma di costruire dal 2025, chiamato ufficiosamente 797.
Rinegoziazione “tombale”
L’aereo, detto “middle of the market”, è un jet a doppio corridoio che avrebbe da 220 a 270 posti, simile al vecchio 757, non più in produzione da anni. Questa negoziazione viene chiamata da Boeing “Global Settlement”, sarebbe una “transazione globale”, o rinegoziazione “tombale”. Un modo di chiudere le pendenze aperte e di andare avanti.
Ottenere lavoro su un nuovo programma aeronautico non è semplice. Non basta una pacca sulla spalla. Boeing si rivolge al fornitore più efficiente, su scala mondiale. Sull’ultimo modello, il 737 Max, non ha dato lavoro agli italiani.
Aumento di produzione dal 2019
Boeing ha preferito non fare commenti sull’intera vicenda oggetto di discussioni. Il gruppo Leonardo, interpellato, afferma che “i rapporti con Boeing sono buoni” e precisa che sono aperte le discussioni per estendere la produzione del 787 dalle 1.250 serie finora oggetto di contratto a 2.700 serie. Questo estenderebbe il lavoro previsto per Grottaglie dal 2021 al 2030. C’è un pacchetto complessivo di questioni sul tavolo.
Boeing ha previsto l’aumento della produzione degli aerei B787 da 12 a 14 al mese a partire dal 2019, pertanto anche Grottaglie dovrà dimostrare di saper raggiungere questo rateo entro l’anno prossimo. Il gruppo italiano considera l’obiettivo raggiungibile.
Aerostrutture in rosso
Il problema non riguarda solo la produzione e il lavoro. Ma anche i conti e il bilancio. Per Leonardo c’è il tema della capacità di guadagnare dalle commesse con Boeing. Commesse che danno molto lavoro al gruppo (più di quelle di Airbus) ma che spesso sono state in perdita. E concedere, o promettere, uno sconto senza ottenere qualcosa in cambio potrebbe ampliare le perdite. L’intera divisione aerostrutture anche nel 2016 aveva i conti in rosso.
Secondo fonti confidenziali, nell’ultima relazione gestionale dell’era Moretti il break even (cioè l’equilibrio tra costi e ricavi) per il 787 era previsto nel 2021. Se i prezzi scenderanno ancora Leonardo dovrà essere più efficiente, quindi con tagli ai costi di produzione, sia i costi diretti sia quelli dei fornitori, già strizzati in modo abbondante durante il triennio di Moretti, come in una sorta di catena di Sant’Antonio che ha cusato tensioni.
La gara americana degli elicotteri
Con Boeing ci sono discussioni anche negli elicotteri. I due gruppi partecipano insieme alla gara negli Stati Uniti per la fornitura di 84 elicotteri all’Aeronautica Usa con l’Aw139. La proposta è stata presentata il 13 settembre al Pentagono. Leonardo ha concesso a Boeing di mettere il proprio marchio sui velivoli 139 di origine Agusta, in caso di successo nella commessa (in gara c’è anche Lockheed con la controllata Sikorsky) si chiamerebbero Mh-139. Il capo della divisione elicotteri di Leonardo, Daniele Romiti, ha chiesto lavoro in cambio. Questo si potrà verificare se la commessa andrà all’asse Boeing-Leonardo.
Profumo ha bisogno di nuove e robuste commesse per dare lavoro alle fabbriche dell’ex Finmeccanica, dopo la riduzione degli ordini nell’era Moretti, fatta eccezione per il contratto Eurofighter-Kuwait. Per ora, le posizioni nel negoziato con Boeing per il “Global settlement” rimangono molto distanti.