Rinuncereste a fare le ferie se vi pagassero 5.000 euro al giorno? Le ferie, si sa, sono un bene irrinunciabile per un lavoratore. La legge vale anche se il lavoratore è un altissimo dirigente, come il top manager di una grande banca con stipendio annuale a sei zeri. Renato Pagliaro, presidente di Mediobanca (a sinistra nella foto in apertura), è passato all’incasso delle ferie arretrate quando il 28 febbraio scorso, otto giorni dopo aver compiuto 65 anni, ha risolto in maniera consensuale il rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato che aveva con l’istituto, da 41 anni.
Cinquemila euro per ogni giorno di ferie non godute
Pagliaro era entrato nella banca nel 1981, appena laureato all’università Bocconi. Molte aziende obbligano i lavoratori di livello medio-basso a smaltire le ferie maturate e non godute, per non doverle pagare. A Pagliaro invece è andata di lusso. Per 142,33 giorni di ferie arretrate la banca (di cui è presidente) gli ha versato 711.665 euro al lordo delle imposte, la somma corrisponde a 5mila euro per ogni giorno di riposo non goduto. Oltre a questo, per il lavoro svolto nell’esercizio finanziario annuale terminato il 30 giugno 2022 Pagliaro ha ricevuto compensi pari a 1,575 milioni lordi. Dunque in totale nell’ultimo anno di lavoro Pagliaro ha ricevuto 2,287 milioni lordi. Inoltre, Pagliaro ha percepito “benefici non monetari”, per un valore di 308.323 euro, quasi interamente versamenti al fondo pensione integrativo.
Il precedente di Maranghi
Nella prestigiosa banca d’affari milanese c’è il precedente di Vincenzo Maranghi, l’erede di Enrico Cuccia. Lasciò ogni incarico il 13 aprile del 2003, ricevendo 1,625 milioni di euro di indennità per le ferie non godute nel periodo tra il 1985 e la data di uscita.
Simbiosi. Alberto Nagel
Pagliaro resta presidente con i benefit
Pagliaro però non ha abbandonato la banca, né la poltrona di presidente, sulla quale siede da maggio del 2010. Poiché non è più dirigente è stato deciso per lui un compenso da esterno, proposto dal Comitato remunerazioni presieduto da Maurizio Carfagna, sulla base di un “parametro di mercato” composto da un gruppo di banche (tra cui Intesa, Unicredit, Mediolanum, Bpm, Société Generale, Deutsche Bank) e Assicurazioni Generali. Il nuovo stipendio di Pagliaro, approvato dal cda di Mediobanca guidato dall’a.d. Alberto Nagel, manager in perfetta simbiosi con Pagliaro, è di 800.000 euro lordi l’anno a partire dal 1° marzo 2022, più 100.000 euro per il ruolo di consigliere e 25.000 come componente del Comitato nomine: dunque in totale 925.000 euro all’anno. In più il cda ha deciso di confermare i “benefit”, l’auto aziendale e la polizza sanitaria e infortuni.
Nagel, la busta paga vola a 5 milioni
Nagel nell’esercizio al 30 giugno ha ricevuto uno stipendio fisso di 1,9 milioni lordi e un bonus per i risultati di 1,175 milioni. Ai compensi monetari va aggiunto il premio in azioni gratuite, per un controvalore alla data di maturazione di 1,884 milioni. Pertanto Nagel in totale ha guadagnato 4,96 milioni lordi, +31% rispetto ai 3,79 milioni complessivi dell’anno precedente. E anche per l’a.d. ci sono robusti “benefici non monetari”, per un valore di 449.426 euro.
Banca d’affari. La sede di Piazzetta Cuccia
Per il dg Vinci quasi 4 milioni
Stipendio d’oro anche per Francesco Saverio Vinci, d.g. di Piazzetta Cuccia. Tra busta paga fissa, 1,6 milioni, bonus annuale, 904.750, premi in azioni gratuite, pari a 1,446 milioni, Vinci ha portato a casa 3,95 milioni, +31% rispetto ai 3,013 milioni dell’esercizio 2021.
Il 28 ottobre l’assemblea di bilancio
I compensi dei vertici e del cda sono pubblicati nella Relazione sulla remunerazione di Mediobanca, che verrà esaminata il 28 ottobre dall’assemblea degli azionisti, chiamata ad approvare il bilancio al 30 giugno scorso. Il consolidato presenta risultati definiti “record” dalla banca. I ricavi consolidati sono aumentati dell’8,5% a 2.851 milioni, l’utile netto di competenza è migliorato del 12% a 907 milioni. Il dividendo proposto dal cda per i soci è di 0,75 euro per ogni azione, rispetto a 0,66 di un anno fa: la cedola per i soci aumenta del 13,6%, mentre gli stipendi dei top manager aumentano di una percentuale più che doppia.