Alla giornata del risparmio, il tradizionale convegno organizzato il 31 ottobre dall’Associazione di fondazioni e casse di risparmio (Acri), non è passata inosservata la presenza di Carlo Messina, banchiere di lungo corso, è amministratore delegato e direttore generale di Intesa Sanpaolo dal 29 settembre 2013. Nella foto in apertura Messina è a Mosca nel 2017, mentre Vladimir Putin consegna l’Ordine dell’Onore al presidente di Banca Intesa Russia, il potente Antonio Fallico.
Il bacio della pantofola
Alcuni dei presenti al convegno dell’Acri hanno collegato la presenza del banchiere romano, unico tra i Ceo di grandi gruppi bancari, a una mossa per capire che aria tira nel nuovo governo di destra appena sbocciato sotto la guida del “Signor Presidente” Giorgia Meloni. Una sorta di bacio della pantofola per Messina, visto che era presente Giancarlo Giorgetti, l’esponente della Lega paracadutato al vertice del ministero dell’Economia. Il cerimoniale prevedeva come interventi di banchieri solo quelli di Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo e dell’Acri, e ovviamente il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.
L’aumento di capitale Mps
L’a.d. di Intesa a margine ha commentato l’esito dell’aumento di capitale con il quale si è tentato di fare l‘ennesimo salvataggio di Banca Mps. Sono stati raccolti faticosamente poco più di 2,3 miliardi di euro rispetto a un obiettivo di 2,5 miliardi, l’inoptato è di 177 milioni. Il grosso dei soldi però è stato messo dai contribuenti italiani, senza che nessuno abbia chiesto loro il permesso né li abbia informati, poiché la banca è controllata dal ministero dell’Economia con il 64,2% e quindi il Mef ha versato 1,6 miliardi.
Messina elogia il d.g. del Tesoro Rivera
Secondo un articolo del Sole 24 Ore del 1° novembre, Messina ha mostrato sollievo dicendo: “L’aumento di Mps è un passaggio molto importante per la definitiva stabilizzazione delle condizioni del sistema bancario italiano”. Messina _ citiamo letteralmente ancora Il Sole 24 Ore _ ha sottolineato anche “l’ottimo lavoro su questa partita” fatto dal Mef e dal direttore generale, Alessandro Rivera.
Ministro dell’Economia. Giancarlo Giorgetti
Poltrona traballante
Rivera, aquilano, è direttore generale del Tesoro dall’agosto 2018, nominato dal primo governo Conte con una decisione controversa. E’ uno dei dirigenti più importanti dell’apparato statale, con un ruolo spesso decisivo nelle partite che riguardano le banche e le nomine dei manager delle grandi aziende di Stato. Secondo voci insistenti una parte del governo sarebbe intenzionato a cambiarlo.
Critiche per le nomine e il dossier Ita
A Rivera verrebbero rimproverati errori nei dossier di diverse nomine di rilievo (tra cui anche la sostituzione dell’a.d. di Fs Gianfranco Battisti nel maggio 2021), il caso Mps, le concessioni autostradali per il dossier Aspi venduta dai Benetton a Cdp per 8,2 miliardi, la gestione pasticciata del dossier di Ita Airways. Il tentativo di vendere la compagnia è abortito dopo due mesi di trattativa in esclusiva con il fondo americano Certares, dietro il quale si muovono nell’ombra Air France-Klm e, più in vista, Delta Air Lines. E neppure nelle partite delle banche si colgono successi della gestione del Mef.
Il potere del Mef sulle banche
La dichiarazione di Messina sembra forzata, per sostenere un dirigente che ha influenza anche sul mondo bancario. Ricordiamo che il Mef esercita la vigilanza su tutte le 88 fondazioni bancarie che controllano molte banche, tra cui Intesa Sanpaolo: la torinese Compagnia di San Paolo è il primo azionista con il 9,888%, la milanese Fondazione Cariplo il secondo con il 5,063%, Messina lo scorso 29 aprile è stato confermato alla guida della banca dal patto di sindacato fra cinque fondazioni che detengono complessivamente oltre il 14,7% della banca (oltre alle due citate anche le Fondazioni delle casse di risparmio di Padova e Rovigo, di quella di Firenze, e di Bologna). Il Mef stabilisce i requisiti di onorabilità dei banchieri e dirigenti, interviene nei riassetti e nelle partite dei salvataggi. Inoltre le Fondazioni sono partner azionario con il 15,93% del Mef (che possiede l’82,77%) nel capitale della Cassa depositi e prestiti, da cui estraggono ogni anno lauti dividendi e della quale nominano il presidente (ora è il bresciano Giovanni Gorno Tempini, vicino a Giovanni Bazoli, ex manager di Intesa di cui è stato anche nel cda). Insomma, per un banchiere andare d’accordo con il d.g. del Tesoro è quasi un obbligo.
Antenne da Londra. Giuseppe Bivona
L’ironia di Bivona
La sortita di Messina è stata criticata con ironia da un acuto osservatore delle vicende finanziarie, Giuseppe Bivona, fondatore e socio della londinese Bluebell Partners, finanziaria molto attiva nelle vicende di governance societaria di grandi gruppi quotati, tra cui Mps. Bivona è intervenuto spesso alle assemblee di Siena con la presentazione di azioni di responsabilità contro ex amministratori (in particolare Alessandro Profumo e Fabrizio Viola), che sono state puntualmente respinte dal Mef. Sulle vicende di Mps Bivona è il principale accusatore di Profumo e Viola sia nel processo per la contabilizzazione in bilancio dei derivati per il quale sono stati condannati a sei anni di reclusione in primo grado (dopo due anni il processo di appello non è ancora cominciato) sia nel procedimento per gli accantonamenti sui crediti deteriorati, per il quale i pm di Milano nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari hanno confermato le accuse di falso in bilancio e manipolazione del mercato. Secondo diversi organi di stampa questo è il preludio a una futura richiesta di rinvio a giudizio dei due ex banchieri e di altri indagati.
Il tweet: “Rivera va cacciato. Che se lo assuma Messina!”
Bivona ha fatto questo tweet allegando l’articolo del Sole: “Secondo il Ceo di Intesa Sanpaolo Messina, il dg del Mef Rivera avrebbe fatto un “ottimo lavoro” su Mps: ma è impazzito? Qualcuno gli ha chiesto di fare un endorsement su Rivera? Chi glielo ha chiesto? Per il lavoro fatto su Mps, Rivera va cacciato. Che se lo assuma Messina!“. In un secondo tweet Bivona osserva: “Del resto è comprensibile il debito di gratitudine del Ceo di Intesa Carlo Messina per vedersi regalare la parte sana delle banche venete nel giugno 2017… è bello sapere che Messina si ricorda degli amici. Che si assuma Rivera con la benedizione di tutti i contribuenti”.
Poteri Deboli aspetta la risposta di Messina e, se vorrà replicare, di Rivera.