di Gianni Dragoni (Il Sole 24 Ore)
Roberto Cingolani non sarà un uomo solo al comando dell’ex Finmeccanica, il gruppo di Stato che produce armi, elicotteri, aerei da combattimento, missili e apparati elettronici. Nel nuovo incarico di a.d. del colosso pubblico (ancora all’ottavo posto nel mondo per ricavi nonostante da 12 anni abbia perso smalto) sarà affiancato da Lorenzo Mariani, nel ruolo di direttore generale o forse condirettore generale.
Mariani è un manager esperto di industria della difesa, ora a capo di Mbda Italia e direttore vendite del gruppo europeo Mbda, il secondo produttore di missili al mondo di cui sono soci Leonardo (25%), il gruppo franco-tedesco Airbus e la britannica Bae Systems (37,5% ciascuno).
Mbda. Lorenzo Mariani
Mariani sostenuto da Crosetto
Secondo fonti autorevoli, al tavolo delle nomine è stato raggiunto questo compromesso, tra la volontà della presidente del Consiglio Giorgia Meloni di imporre le sue scelte in tutte le cinque aziende di Stato quotate (le altre sono Eni, Enel, Poste e Terna) e le esigenze, segnalate da vari ambienti, di avere manager competenti del settore. Cingolani è un fisico, è stato direttore scientifico dell’Iit di Genova fino all’estate 2019, quando è stato assunto da Leonardo come capo dell’innovazione, si è occupato di supercalcolatori, ma non di armi né di industria della difesa. Con il governo Draghi è stato catapultato nel ruolo di ministro della Transizione ecologica, poi è rientrato in Leonardo (era in aspettativa) senza un incarico specifico, riottenendo lo stipendio precedente di circa 600-700mila euro lordi l’anno (da ministro lo stipendio era ridotto a circa 8mila euro netti al mese). Inoltre Meloni lo ha tenuto come consigliere per l’energia di Palazzo Chigi “a titolo gratuito”. Mariani era il candidato a.d. sponsorizzato da Guido Crosetto, ministro della Difesa ed ex presidente dell’Aiad, il quale non ha nascosto la delusione per la scelta di Cingolani. Attualmente il d.g. di Leonardo è Lucio Valerio Cioffi.
Ambasciatore. Stefano Pontecorvo
Pontecorvo presidente
Secondo fonti autorevoli, insieme a Cingolani a.d. e a Mariani come numero due, nel ruolo di d.g. o condirettore generale, alla presidenza di Leonardo dovrebbe andare, a sorpresa, l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, che è stato Alto rappresentante civile della Nato in Afghanistan. Sarebbe Pontecorvo dunque il prossimo presidente e non Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia mdi finanza con l’incarico in scadenza a fine maggio. Ci sarà dunque una nuova terna al vertice dell’ex Finmeccanica: Pontecorvo, Cingolani e Mariani.
Le nomine saranno decise dall’assemblea di Leonardo il 9 maggio in seconda convocazione. Le liste dei candidati del governo per i nuovi vertici non sono ancora ufficiali. Devono essere pubblicate entro giovedì 13 aprile (Poste e Leonardo), probabilmente insieme ai candidati al vertice di Terna (scadenza 14 aprile) e di Eni ed Enel (scadenza 15 aprile).
Braccio di ferro su Scaroni
Confermate le indicazioni già note degli a.d. di Eni (Claudio Descalzi), Enel (Stefano Donnarumma), Poste (Matteo Del Fante) e Terna (Giuseppina Di Foggia). Prosegue il braccio di ferro su Paolo Scaroni. Forza Italia, con Gianni Letta, lo vuole presidente dell’Enel, ma Donnarumma non vuole un presidente ingombrante e così Meloni vuole mandarlo a fare il presidente di Poste.
A Leonardo resta da vedere se Cingolani e Mariani andranno d’accordo.