E’ arrivata una lettera da Londra al presidente della Repubblica Sergio Mattarella mentre la partita delle nomine pubbliche è bollente. Il banchiere d’affari Giuseppe Bivona chiede a Mattarella: è vero, come sostiene il Pd, che il Colle si è espresso per la conferma dell’ex banchiere Alessandro Profumo alla guida di Leonardo?
Ex banchiere. Alessandro Profumo con Luigi Di Maio
Lo scontro Pd-M5S
Pd e Cinque stelle stanno litigando soprattutto sull’Eni e su Leonardo. Il Pd vuole la conferma degli a.d. uscenti, Claudio Descalzi all’Eni e Profumo all’ex Finmeccanica. Per digerire la conferma di Descalzi nonostante le pesanti vicende giudiziarie che lo riguardano (un processo per l’accusa di corruzione internazionale in Nigeria per una tangente da un miliardo e 92 milioni di dollari e un’indagine per presunto conflitto d’interessi a favore della moglie per appalti petroliferi Eni per 300 milioni di dollari in Congo) il M5S alza il tiro sull’ex Finmeccanica. Il M5S vuole scegliere il nuovo ad di Leonardo e candida Giuseppe Giordo, direttore della divisione navi militari di Fincantieri ed ex ad di Alenia Aermacchi. Il Pd negli incontri politici ha difeso Profumo sostenenedo che il Quirinale vorrebbe continuità.
Bluebell. Giuseppe Bivona
I derivati di Banca Mps
Bivona ha un contenzioso aperto con l’ex banchiere Profumo per la gestione di Banca Mps (di cui Profumo è stato presidente dal 2012 al 2015, nominato dal Pd) e, in particolare, per la contabilizzazione in bilancio dei derivati stipulati dalla gestione precedente di Giuseppe Mussari (iscritti però in bilancio come titoli di Stato) su cui Profumo e l’ex ad Fabrizio Viola sono stati rinviati a giudizio (ma Profumo ha respinto ogni accusa e dice di aver agito d’intesa con la Banca d’Italia). Oggi da Londra Bivona ha scritto questa lettera a Mattarella chiedendogli di chiarire o smentire se si è davvero pronunciato per la conferma di Profumo.
Ecco il testo integrale della lettera a Mattarella
Oggetto: Conferma dell’Amministratore Delegato di Leonardo Spa”
Ma è possibile che ogni volta che viene avanzata dal Partito Democratico una candidatura altrimenti
irricevibile sulle partecipate dello Stato, dove non possa essere ravvisato un benché minimo presupposto in
chiave di competenza, indiscussa integrità, logica industriale, alla fine ne venga attribuita a Lei (o genericamente
al ‘Colle’ o al ‘Quirinale’) la paternità? Non è personalmente stufo che sia intestata a Lei la candidatura/nomina
di soggetti invischiati in processi chiamati a rispondere di gravi reati in danno al pubblico risparmio, un bene in
teoria garantito dalla Costituzione di cui (sempre in teoria) il Presidente della Repubblica dovrebbe essere il
garante? Non è stufo che non solo gliene venga attribuita la paternità, ma gliene venga anche attribuita la
motivazione ovvero una non meglio precisata esigenza di ‘continuità’, la quale rappresenta indubbiamente un
plusvalore in presenza di condotte virtuose ma il male assoluto in caso opposto (perseverare autem diabolicum)?
Non saprei se disturba di più vedere il Partito Democratico paventare nomine che rispondono ad
interessi clientelari e malmostosi estranei a qualunque logica meritocratica oppure leggere che tutto questo
rappresenterebbe una non meglio precisata volontà del ‘Quirinale’, davvero difficile da credere. Sarebbe utile
una smentita la cui assenza suonerebbe come una esplicita (ed infausta) conferma.
Firmato: Giuseppe Bivona
Ecco l’originale della lettera di Bivona a Mattarella