di Gianni Dragoni (Il Sole 24 Ore)
Con un pronunciamento dell’Avvocatura dello Stato, un’altra tessera del mosaico delle nomine è andata a posto. Per la candidatura di Stefano Donnarumma alla guida dell’Enel, non ancora ufficializzata ma voluta con forza dalla premier Giorgia Meloni, non ci sono ostacoli né incompatibilità legati alle norme sul divieto di “pantouflage”, le porte girevoli tra un incarico pubblico e uno privato. Il via libera che toglie dal tavolo delle nomine i residui dubbi che qualcuno aveva sollevato è stato pronunciato dall’avvocato generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli.
Il tavolo delle nomine
La notizia, riferiscono fonti autorevoli, è circolata al “tavolo” delle nomine a Palazzo Chigi, un desco con molti commensali tra i rappresentanti dei partiti della coalizione di destra. Nella riunione di ieri è stato quasi definito il nuovo vertice dell’Enel, con la presa d’atto del via libera alla candidatura di Donnarumma alla casella di a.d. al posto di Francesco Starace. Il manager è a.d. di Terna, la società della trasmissione elettrica nella quale è approdato tre anni fa, proveniente dall’Acea, dove lo aveva nominato la sindaca del M5S Virginia Raggi.
Ex sindaca. Virginia Raggi
I dubbi dell’Espresso
I dubbi di tipo legale erano stati segnalati da un articolo di Carlo Tecce sull’Espresso del 23 marzo, dal titolo “La nomina di Stefano Donnarumma a Enel potrebbe saltare per la legge sulle porte girevoli. E per Giorgia Meloni è un guaio”. Chi aveva dubbi aveva eccepito che in base al decreto legislativo all’art. 53 comma 16ter del decreto legislativo numero 161 del 2001 Donnarumma non potrebbe passare all’Enel prima che trascorrano tre anni dalla fine del mandato a Terna, in quanto _ aveva scritto l’Espresso _ questa società nel gestire la rete elettrica in concessione dallo Stato svolge un servizio pubblico in regime di monopolio regolato dall’Autorità dell’energia e indirizzato dal ministero per le Imprese (ex Mise), “mentre Enel è un rilevante operatore di mercato che subisce la gestione di Terna a sua volta determinata dal governo”.
Sottosegretario. Alfredo Mantovano
Il pronunciamento dell’Avvocatura dello Stato
La questione è stata quindi portata all’attenzione dell’avvocatura generale dello Stato, organo di consulenza del governo e delle pubbliche amministrazioni. E sarebbe stato direttamente l’avvocato generale, Palmieri Sandulli, a spiegare a Palazzo Chigi che per Donnarumma non ci sono divieti né incompatibilità tra l’incarico a Terna e un eventuale nomina al vertice Enel. Questo “parere” informale sarebbe stato comunicato a voce al sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, con la precisazione che se fosse necessario, in caso di ufficializzazione della candidatura, verrebbe reso anche un parere formale per iscritto. Secondo indiscrezioni le obiezioni legali al passaggio del manager da Terna all’Enel sarebbero state messe per iscritto in un parere di Sabino Cassese consegnato all’Enel.
Lo spezzatino delle nomine
Adesso però la questione formale è stata superata. E’ un passo avanti nel dossier nomine che il governo affronta con molta fatica, come dimostra il fatto che si è scelta la strada dello spezzatino delle nomine. Anziché ufficializzare tutte insieme le candidature ai nuovi cda delle “sette sorelle” quotate, Eni, Enel, Leonardo, Poste, Terna, Enav e Banca Mps, il governo è riuscito finora a indicare solo i candidati al vertice di Banca Mps (Luigi Lovaglio a.d. e Nicola Maione presidente in quota Lega) e poi di Enav (Pasqualino Monti a.d. in quota Fdi e Alessandra Bruni presidente, è avvocato dello Stato).
La scadenza del 13 aprile
Per molte poltrone nelle altre cinque grandi società i partiti stanno ancora litigando. Le liste devono essere presentate entro il 13 aprile per Poste e Leonardo, cioè 25 giorni prima dell’assemblea per le nomine. Molto probabilmente entro la stessa data verranno pubblicate contemporaneamente anche le liste dei candidati del governo al vertice di Terna (la scadenza è il 14 aprile) e di Eni ed Enel (scadenza 15 aprile).
Descalzi, Del Fante e Mariani
All’Eni è prevista la conferma di Claudio Descalzi a.d., in carica già da nove anni a Poste Italiane dovrebbe restare a.d. Matteo Del Fante, all’Enel come detto dovrebbe andare Donnarumma. E’ ancora aperta la battaglia sull’ex Finmeccanica (Leonardo), il candidato favorito per la carica di a.d. è Lorenzo Mariani, sostenuto da Guido Crosetto, ministro della Difesa. Mariani però non è il candidato di FdI. Ma la Lega vuole imporre un proprio candidato per non lasciare l’en plein a FdI, che già si intesta Eni, Enel, Enav e Terna. In quest’ultima società, se Donnarumma passerà a Enel, Giorgia Meloni vuole nominare a.d. Giuseppina Di Foggia, a.d. di Nokia Italia, amica della sorella della premier, Arianna Meloni, moglie del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il quale è già riuscito a portare a casa un risultato, ha imposto Pasqualino Monti come prossimo a.d. dell’Enav. Monti è stato preferito a Roberta Neri. Sulla candidatura di Di Foggia ci sono riserve di diversi partecipanti al tavolo perché le dimensioni di Nokia Italia sono molto più piccole rispetto a Terna.
Ex banchiere. Alessandro Profumo
La battaglia sull’ex Finmeccanica
Sulle scelte finali peserà anche l’architettura delle nomine. Ad esempio è da definire a chi verrebbe attribuita la conferma di Del Fante a Poste: se fosse considerata una scelta di FdI, la Lega avrebbe più forza per volere un proprio candidato all’ex Finmeccanica, tra i vari nomi potrebbe essere il capo della divisione elicotteri Gianpiero Cutillo (con lui ha fatto carriera Francesco Giorgetti, fratello del ministro dell’Economia) oppure un altro candidato il cui nome è coperto. Ma lo stesso Mariani, manager al vertice di Mbda, avrebbe lavorato sotto traccia per conquistare consensi anche nella Lega. Nelle ultime ore è circolata anche l’ipotesi che Alessandro Profumo, a.d. targato Pd che ha già fatto due mandati, potrebbe spuntare una conferma con il sostegno di Paolo Gentiloni, il commissario europeo che era premier quando Profumo fu nominato la prima volta nell’ex Finmeccanica nel 2017.
Commissario europeo. Paolo Gentiloni
La cognata di Gentiloni
Gentiloni è l’uomo che deve aiutare l’Italia a difendere la dote del Pnrr, malgrado i forti ritardi nell’esecuzione. Si fa notare che nelle nomine di questo governo è già stata confermata la cognata di Gentiloni, Alessandra Dal Verme, confermata direttore del Demanio. Dal Verme ha resistito al ricambio avvenuto in molti ruoli della pubblica amministrazione con lo “spoil system”.
Profumo e la condanna per Mps
L’ipotesi della conferma di Profumo, già presidente di Banca Mps dal 2012 al 2015 voluto da Massimo D’Alema e con una condanna in primo grado (non definitiva) a sei anni di reclusione per falso in bilancio e aggiotaggio per i derivati di Mps, a molti appare però inverosimile.
Ex ministro. Roberto Cingolani
Lo stipendio di Cingolani
Nel plotoncino degli aspiranti candidati a Leonardo c’è anche il fisico Roberto Cingolani, ex ministro della Transizione ecologica nel governo Draghi e consulente di Meloni per l’energia “a titolo gratuito”. Con la caduta del governo Draghi Cingolani è rientrato in Leonardo, di cui è dirigente dal 2019, con uno stipendio molto più alto (almeno 600mila euro lordi l’anno) di quello che prendeva da ministro. Alcuni ricordano che da ministro Cingolani se ne lamentava.
Ingombrante. Paolo Scaroni con Silvio Berlusconi
Scaroni verso una presidenza di peso
E’ aperta la partita delle presidenze, in gran parte ci saranno sostituzioni. “Dove c’è una donna va una donna”, ha detto Meloni al tavolo delle nomine. Un posto di peso sarebbe però prenotato per Paolo Scaroni, candidato di Silvio Berlusconi, punta all’ex Finmeccanica o all’Enel. Sembra che nessun candidato o aspirante a.d. voglia avere a fianco un manager così ingombrante, Scaroni è stato per nove anni a.d. dell’Eni (e infatti Descalzi non lo vuole come presidente) e per tre anni a.d. dell’Enel.
Zafarana e Carta
Corre per una presidenza il comandante generale della Guardia di finanza in scadenza, Giuseppe Zafarana: le ipotesi spaziano da Leonardo a Poste. Il presidente di Leonardo, Luciano Carta, generale della Guardia di finanza ed ex direttore dell’Aise (servizi segreti), potrebbe passare a Terna se questa società avrà come a.d. una donna. La Lega insiste per mandare alla presidenza dell’Eni l’eurodeputato Antonio Maria Rinaldi, ex dirigente del gruppo del petrolio e del gas.