Si scrive Ferraris, si legge Moretti. Ma si può leggere anche conflitto d’interessi. Luigi Ferraris, nato nel 1962 a Legnano, è un manager pubblico di lungo corso. Ha alle spalle una lunga carriera come Cfo, cioè capo della finanza, dell’Enel. Dopo la discontinuità con il cambio di vertice e l’arrivo di Francesco Starace nel 2014, ha affrontato una migrazione: nel 2015 a Poste Italiane come Cfo, quindi nel 2017 il gran balzo come amministratore delegato di una delle più redditizie società pubbliche, Terna, nominato durante il governo di Paolo Gentiloni. Un anno fa, alla scadenza del mandato, Ferraris non è stato confermato nell’incarico per far spazio a Stefano Donnarumma, manager vicino al cuore del M5S.
Candidato per Fs
Adesso Ferraris è sostenuto da vari ambienti, anche in area Pd, come potenziale candidato, non è l’unico, per la guida delle Ferrovie dello Stato. Quasi dovesse essere risarcito per la mancata conferma a Terna, dove _ dicono in diversi _ ha ottenuto risultati positivi. Nel futuro di Fs c’è soprattutto la gestione dei finanziamenti europei del Pnrr, minimo 28 miliardi di euro, che potrebbero diventare 35-36 miliardi inclusi i fondi per la sostenibilità.
Manager. Luigi Ferraris (a sinistra), con Fabrizio Palermo, Giuseppe Bono e Claudio Descalzi
Chi è Ferraris
Terna gestisce le reti di trasmissione dell’energia elettrica, è nata da uno spezzatino dell’Enel imposto dalla regolazione. E’ intuitivo dunque che tra le due società non c’è nulla in comune. Ferraris ha un’esperienza nella finanza e nelle reti di energia, non nelle reti di trasporto ferroviario. Ha lasciato Terna con una buonuscita di 4,7 milioni di euro lordi dopo tre anni di mandato. Sembrava destinato ad altri incarichi operativi, ma non li ha ottenuti. Il 7 ottobre 2020 è stato nominato consigliere di amministrazione non esecutivo nella società romana Psc Group, controllata dalla famiglia lucana Pesce.
Un’azienda rampante
Psc è una rampante azienda di impiantistica, con affari anche nel Golfo persico, in Russia, nell’America del Sud. La sua forza è nell’essere fornitrice di diversi gruppi pubblici, dall’Enel alle Fs, ha rapporti con Leonardo-Finmeccanica e con Telecom, ex azienda statale. Nel suo capitale ci sono due società pubbliche, nel 2018 è entrata Fincantieri (con il 10%), a cui fornisce impianti di condizionamento per le navi da crociera, e c’è Simest (9,6%), controllata da Cdp. Negli ultimi anni Psc si è data alle acquisizioni comprando diverse aziende malmesse. L’ultima operazione già decisa è l’acquisto di Italtel, che verrà comprata attraverso una Newco, di cui Psc avrà il 75% e Telecom il 25 per cento.
Utile crollato del 90% e aumento dei debiti
Come vanno gli affari di Psc? Nel 2019 i conti rivelavano una contrazione della redditività e un un appesantimento dei debiti. Guardiamo il bilancio consolidato. Tra il 2018 e il 2019 il valore della produzione consolidato è passato da 191 a 327 milioni, l’utile operativo (Ebit) è diminuito del 28%, da 17,9 a 12,85 milioni (-28%). L’utile netto di competenza è crollato del 90%, da 15,03 a 1,5 milioni. I debiti finanziari netti del gruppo sono aumentati da 67,9 a 124,8 milioni, superano il patrimonio netto che è di 90,1 milioni.
Cavalieri. Umberto Pesce, secondo da destra
Pesce Cavaliere del lavoro grazie a Patuanelli
Queste cifre dicono che il gruppo, pur disponendo di un portafoglio lavori cresciuto da 613 a 910 milioni a fine 2019, non è in buone acque, anche se in utile, almeno fino al 2019. Resta da vedere com’è andato il 2020, con il Covid che ha penalizzato l’economia. Il velo sui conti non è ancora stato alzato, sul sito aziendale non ve n’è traccia. Intanto Umberto Pesce, figlio del fondatore e presidente della società, affiancato dal fratello Angelo come vicepresidente, è stato nominato Cavaliere del lavoro il 31 maggio 2020 dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, su proposta dell’allora ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, del M5S.
Ex Enel e Telecom. Fulvio Conti
Incetta di manager di Stato
Nei mesi successivi i fratelli Pesce hanno fatto incetta di ex manager di Stato infilandoli nel loro consiglio di amministrazione. Oltre a Ferraris l’8 ottobre scorso l’assemblea dei soci ha nominato in cda come vicepresidente Fulvio Conti, ex presidente di Telecom e in precedenza a.d. di Enel quando Ferraris era Cfo, Livio Gallo, già alto dirigente Enel, il generale Michele Adinolfi, ex vicecomandante della Guardia di finanza e vecchio amico di Renzi, al quale, intercettato, dava amabilmente dello “stronzo”. Tre mesi fa è entrato nel cda Vito Cozzoli, ex funzionario della Camera che nel febbraio 2020 è stato nominato dal M5S presidente e a.d. di Sport e Salute, l’ex Coni Servizi, dopo essere stato capo di gabinetto al Mise di Luigi Di Maio e di Patuanelli.
L’arrivo di Moretti
La ciliegina sulla torta è l’arrivo di Mauro Moretti, ex a.d. di Fs (2006-2014) e di Leonardo-Finmeccanica (maggio 2014-maggio 2017). Psc ha annunciato che Moretti sarà nominato amministratore delegato del gruppo dall’assemblea che approverà il bilancio 2020. Moretti è arrivato tre mesi dopo che la Cassazione ha annullato la condanna a sette anni di reclusione per la strage ferroviaria di Viareggio (32 morti), rinviando il processo alla Corte d’appello. A cosa servono questi boiardi di Stato? L’impressione è che siano utili per fare lobby con lo Stato e con le grandi aziende clienti del gruppo Psc.
Conflitti d’interessi
Guarda caso uno dei principali clienti di Psc è l’Enel. Un altro partner d’affari è l’ex Finmeccanica, con la quale Psc ha un contenzioso di 361 milioni di euro per una commessa in Qatar per la costruzione di uno stadio per i mondiali 2022. I due gruppi hanno una joint venture per un subappalto che ha avviato una causa contro il general contractor Gsic, consorzio di cui fanno parte anche l’ex Salini Impregilo e Cimolai. Poi è esplosa una lite tra Psc e Leonardo. Psc accusa l’ex Finmeccanica di «malgestione del contratto» e ha chiesto al Tribunale di Roma di condannare Leonardo a pagare 361 milioni di danni. Il contenzioso di Leonardo viene seguito dal capo dell’ufficio legale, Andrea Parrella, avvocato portato nell’ex Finmeccanica dal “ferroviere” Moretti, che lo aveva già avuto come capo del legale in Fs. Chissà come finirà il contenzioso?
Da Fs 200 milioni di appalti
Un cliente storico di Psc è il gruppo Fs. L’anno scorso, secondo fonti confidenziali, il gruppo Fs attraverso diverse società ha affidato appalti a Psc per circa 200 milioni. Se Ferraris andasse alle Fs per il gruppo Psc sarebbe un bel colpo: il suo prossimo a.d. Moretti è ex a.d. di Fs e un suo consigliere, Ferraris, diventerebbe il nuovo a.d. di questo importante cliente. Alcuni osservatori della galassia pubblica ipotizzano che sia il “ferroviere” Moretti, con i suoi stretti legami nel Pd e varie appendici, da Massimo D’Alema all’ex ministra Paola De Micheli fino a Renzi, a spingere per piazzare Ferraris alle Fs, un mondo che Moretti conosce come le sue tasche.
Insomma come conflitto d’interessi niente male. Chissà cosa ne pensa Mario Draghi.