Il nuovo vertice di Fincantieri verrà deciso dalla Cdp mercoledì 13 aprile. E’ questa, secondo fonti autorevoli, la data prevista per l’ufficializzazione della lista dell’azionista di maggioranza, detentore del 71,3% del capitale della società che costruisce navi da crociera e navi militari. La società pubblica è controllata con l’82,77% dal ministero dell’Economia. Nel governo di Cdp hanno un peso anche le fondazioni bancarie, che possiedono il 15,93% (l’1,30% residuo del capitale è in azioni proprie).
Il canale tra Draghi e Scannapieco
L’a.d. della “Cassa”, Dario Scannapieco, il dirigente pubblico più vicino al premier Mario Draghi, è in contatto costante con Palazzo Chigi per la stesura della lista dei candidati che mercoledì prossimo sarà presentata al comitato nomine e quindi al cda di via Goito. La lista va depositata presso Fincantieri entro il 21 aprile, almeno 25 giorni prima dell’assemblea degli azionisti che deve deliberare le nomine, convocata per il 16 maggio.
Linea con Draghi. L’.a.d. di Cdp, Dario Scannapieco
Quattro nomi nella short list
Draghi e il suo consigliere economico, Francesco Giavazzi, docente alla Bocconi, vogliono un totale rinnovamento del vertice, malgrado l’a.d. Giuseppe Bono, in sella da 20 anni, cerchi sponde politiche per rimanere presidente con deleghe. Palazzo Chigi vuole cambiare per ragioni di età, Bono ha 78 anni. Il presidente Giampiero Massolo va dai Benetton, a fare il presidente di Atlantia. Per la carica di a.d. è pronta una short list che, secondo una fonte autorevole, è composta da 4 nomi, predisposta dai cacciatori di teste. Uno è Giuseppe Giordo, era il candidato più accreditato per esperienza e preparazione, ma è stato azzoppato in una lotta intestina da Bono, che lo ha fatto sospendere dall’incarico di d.g. della divisione navi militari di Fincantieri per l’affaire D’Alema-Colombia, fatto esplodere dal sito sassate di Guido Paglia e sulle pagine della Verità, il quotidiano di Maurizio Belpietro. A Giordo non sono state rivolte accuse specifiche né contestazioni formali. La lettera di sospensione, da quanto è trapelato, fa riferimento genericamente a un imbarazzo delle società per notizie uscite sulla stampa.
Navigato. L’a.d. di Fincantieri Giuseppe Bono (secondo da destra)
Mister X
Nella lista dei candidati c’è anche un “Mister X”, un dirigente esperto di industria della difesa, il settore dai margini più alti in cui Fincantieri sta crescendo benché rappresenti una quota di ricavi inferiore alle navi da crociera. “Mister X” è a.d. di una società italiana di difesa. Il nome viene tenuto accuratamente coperto e potrebbe essere la carta che Palazzo Chigi giocherà all’ultimo.
Folgiero in pole position
Da quanto finora trapelato il candidato in pole position sarebbe Pierroberto Folgiero, nato nel 1972 a Roma, a.d. della società di impiantistica industriale Maire Tecnimont, di cui è azionista con il 51% Fabrizio Di Amato attraverso Glv Capital. Laureato in economia alla Luiss, Folgiero ha un curriculum di direttore finanziario, con esperienze in aziende petrolifere (Agip Petroli), della consulenza (E&Y e PriceWaterhouse), telefoniche (Wind). Di navi si è occupato per poco più di due anni alla Tirrenia, la società dei traghetti ex Iri guidata dal “boiardo di Stato” Franco Pecorini, dal 2008 al 2010, quando, in settembre, è entrato nel gruppo Maire.
Candidato. Pierroberto Folgiero, a.d. di Maire
Confermato dall’assemblea e dal cda di Maire
Folgiero oggi è stato confermato dall’assemblea di Maire nel nuovo cda della società per il triennio 2022-2024, insieme a Di Amato, rieletto presidente. Dopo l’assemblea il cda ha confermato Folgiero a.d. e direttore generale. Se venisse candidato da Cdp alla guida di Fincantieri, dovrebbe lasciare Maire. Folgiero possiede 518.706 azioni di Maire, Di Amato ne possiede 167.667.087. Oggi i titoli in Borsa hanno chiuso in rialzo dell’1,91% a 2,992 euro. Nel cda di nove componenti è stata eletta anche Francesca Isgrò, avvocato, da maggio 2020 presidente di Enav, la società pubblica che gestisce il traffico aereo.
Palazzo Chigi vuole una donna presidente
Per la presidenza di Fincantieri Palazzo Chigi vuole una donna, per assicurare l’equilibrio di genere nelle posizioni apicali. Nel panorama italiano però non si vede una donna esperta di industria navale, ci sono esperte di geopolitica. Come anticipato ieri da Poteri Deboli, un nome papabile per la presidenza è Luisa Todini, imprenditrice del settore vinicolo e alberghiero con molte relazioni nei salotti romani. E’ stata presidente di Poste dal 2017 al 2020 nominata dal governo Renzi, in passato europarlamentare per Forza Italia e per due anni nel cda Rai in quota Pdl-Lega. Il centro-destra lamenta di non avere poltrone nelle società pubbliche. Pertanto, se facesse questa scelta (ma ci potrebbero essere anche altre opzioni), Draghi potrebbe rintuzzare le critiche del centro-destra. Non sarebbe però una scelta dettata dal curriculum.
Bisceglia e la legge navale
A questo proposito in ambienti della difesa c’è chi fa notare che un profilo adatto per la presidenza di una società che parteciperà alla fase di consolidamento europeo nell’industria della difesa lo avrebbe l’ammiraglio Matteo Bisceglia, direttore generale dell’Occar, l’Organizzazione europea congiunta per la cooperazione negli armamenti, che gestisce programmi europei di cooperazione. Nato nel 1957, Bisceglia quando era direttore di Navarm ha dato un contributo decisivo alla stesura della legge navale, varata a fine 2014, che ha sostenuto con finanziamenti aggiuntivi le commesse per il rinnovamento della flotta della Marina militare. Ne ha beneficiato soprattutto Fincantieri. Bisceglia è apprezzato in ambienti sia militari sia dell’industria. Tuttavia il suo nome al momento non risulta sia nel taccuino dei cacciatori di teste, né di Giavazzi o di altri esponenti di Palazzo Chigi, tra cui Antonio Funiciello, il capo di gabinetto di Draghi e esponente del Pd (era il capo segreteria di Paolo Gentiloni) a cui risalirebbe l’idea, non da tutti condivisa, di candidare Folgiero.
Il 30 aprile scade la consulenza di Cremona
I riflettori sono puntati su Carlo Cremona (nella foto in apertura), il direttore risorse umane di Fincantieri che è stato ingaggiato da Bono nel 2016, dopo che era andato in pensione da dirigente di AnsaldoBreda (Finmeccanica). Cremona svolge questa funzione chiave con un contratto di consulenza dal lauto compenso. Inoltre nell’agosto del 2020 Fincantieri ha assunto il figlio, Matteo Cremona, come quadro super nel cantiere spezzino di Muggiano. Pochi mesi dopo Cremona junior è stato promosso dirigente e nel febbraio 2021 è volato a Washington alla controllata Fincantieri Marine Group. Secondo fonti qualificate il contratto di consulenza di Cremona padre scade il prossimo 30 aprile. Se Bono non riuscirà a farsi confermare, come sembra altamente probabile, non potrà rinnovare la consulenza del direttore risorse umane. Sarebbe un peccato per Cremona, perché a maggio arriverà la nuova auto aziendale per sostituire l’Audi A6 in dotazione (qualcuno dice che non avrebbe diritto a questo modello perché di prima fascia), un’Audi Q5 che dovrà pertanto essere ricollocata. Sarà uno dei primi problemi che dovrà affrontare il prossimo amministratore delegato.