Nomine, volano gli stracci in Fincantieri. Cdp decide solo su Snam e Italgas

Volano gli stracci in Fincantieri, nel pieno della tempesta sulle nomine per il rinnovo del vertice. La Cdp, la società pubblica che possiede il 71,3% della società che costruisce navi da crociera e navi militari dovrebbe decidere oggi le designazioni dei nuovi vertici delle più importanti controllate quotate con il cda in scadenza nelle prossime settimane.

Sul tavolo Snam e Italgas

Oggi si riunisce il comitato nomine di Cdp, a seguire il consiglio di amministrazione. Ma non sarà sul tavolo la patata bollente Fincantieri, perché la decisione non è ancora stata presa sulla successione all’amministratore delegato, Giuseppe Bono. Il governo intende sostituirlo per ragioni di età. Molto probabilmente si parlerà solo di Snam e Italgas, che hanno le assemblee per le nomine entro la fine di aprile.

Patata bollente Fincantieri

Bono ha appena compiuto 78 anni. Il premier Mario Draghi (75 anni), insieme ai vertici di Cdp, vuole una svolta con un manager più giovane. Non c’è un giudizio negativo sull’operato del manager esperto di industria dell’aerospazio e difesa, che è in sella da 20 anni (nominato dal governo Berlusconi nel 2002) e ha impresso uno sviluppo alla società, soprattutto nella difesa, non mancando negli ultimi 5 anni di entrare in collisione con Leonardo, il “campione nazionale” che, tranne qualche acuto, ha progressivamente perso lustro con le gestioni che sono succedute a Pier Francesco Guarguaglini, uscito di scena a dicembre 2011.

L’affare D’Alema-Colombia

Bono sta cercando di ottenere una presidenza con alcune deleghe, con un a.d. di suo gradimento. Avrebbe dalla sua l’attenzione del Quirinale, ma Draghi e il suo consigliere Francesco Giavazzi hanno altre idee. Il perno della decisione è chi sarà il nuovo a.d. Su questo si è innescato uno scontro interno che ha portato Bono a sospendere dall’incarico uno dei potenziali candidati, Giuseppe Giordo, manager già di Finmeccanica-Leonardo, allontanato alla scadenza dell’incarico in Alenia a marzo 2015 da Mauro Moretti. Il “ferroviere” ne temeva la leadership. Giordo dal 4 novembre 2019 è il capo della divisione navi militari di Fincantieri, assunto da Bono per potenziare il settore difesa. Ma da mesi i rapporti erano compromessi proprio in proiezione delle nomine. Nelle ultime settimane Giordo è stato tirato in ballo nelle polemiche sulle trattative per vendere navi e aerei militari alla Colombia e sulla mediazione informale di Massimo D’Alema, rivelata dalla Verità. D’Alema avrebbe cercato di sostituirsi al negoziato fatto dal governo italiano con quello di Bogotà. In una conversazione registrata l’ex leader del Pci, Pds e Pd parla di una potenziale commissione di 80 milioni di euro da spartire con altri intermediari e lo studio legale Allen Law di Miami. L’affare però non è andato in porto e la commissione è svanita.

La lettera di sospensione

Lunedì 28 marzo Giordo ha ricevuto una lettera di sospensione dall’incarico firmata da Carlo Cremona, il direttore risorse umane di Fincantieri, ex dirigente del gruppo Finmeccanica. Aveva lo stesso incarico in AnsaldoBreda, è in pensione e continua a percepire un lauto stipendio in Fincantieri. La società non ha ufficializzato la notizia con un comunicato. Pertanto non c’è una motivazione ufficiale della sospensione di Giordo. Fincantieri ha disposto un’indagine interna sull’affaire Colombia, un audit, che non è concluso. L’audit fa capo alle deleghe del presidente, l’ambasciatore Giampiero Massolo, grand commis in procinto di passare alle dipendenze dei Benetton, come presidente di Atlantia, sarà nominato dall’assemblea il 29 aprile. A Poteri Deboli risulta che Giordo, di fronte a richieste interne all’azienda, ha chiarito che il vertice aziendale, cioè Bono, era a conoscenza dei contatti con la Colombia e di una sua trasferta a Bogotà per una presentazione alla Marina Militare. Né Bono né Giordo hanno fatto dichiarazioni. In  un ordine di servizio interno, Bono ha avocato a sé “la responsabilità della divisione” navi militari “fino a conclusione dell’audit”.

Gallia e Palermo

Altri potenziali candidati alla carica di a.d. sono Fabio Gallia, il d.g. di Fincantieri assunto da Bono dopo che era rimasto disoccupato come ex a.d. di Cdp, dove ha fatto coppia con Claudio Costamagna dai tempi del governo Renzi. Gallia ha esperienze nella finanza, nelle banche, non nell’industria e sarebbe l’a.d. preferito da Bono per affiancarlo se riuscisse a fare il presidente. Poi c’è il tentativo del M5S di far risorgere Fabrizio Palermo, fino a maggio 2021 a.d. di Cdp, sostituito da Draghi con Dario Scannapieco. Palermo è rimasto nel cda di Fincantieri, di cui è stato in passato vicedirettore generale. Su di lui non ci sarebbe un veto, ma non ha grandi chance di farcela. Peraltro la lite del M5S con Draghi sull’aumento delle spese militari non aiuta i candidati sponsorizzati dal movimento presieduto da Giuseppe Conte. Palermo puntava ad andare a Telecom, poi alle Generali, un’altra casella potrebbe essere Invitalia.

Per la presidenza Draghi vuole una donna

L’ipotesi più realistica è che Palazzo Chigi sceglierà un manager esterno come a.d., forse senza andare a cercarlo troppo lontano, mentre per la presidenza di Fincantieri, riferiscono a Poteri Deboli fonti istituzionali, Palazzo Chigi punta a una donna che abbia competenze nella geopolitica. A causa delle divergenze l’assemblea di Fincantieri per le nomine non è ancora stata convocata, malgrado il cda abbia già approvato il bilancio il 23 marzo. Pertanto il vertice Cdp potrebbe occuparsi delle nomine Fincantieri in riunioni successive, il 14 o 20 aprile. Sul sito di Fincantieri si legge solo che l’assemblea è prevista “in una data tra il 27 aprile e il 20 maggio”. Per farla in aprile non c’è più tempo, si andrà comunque a maggio.

Alla Snam favorita Pasini

La stessa alternanza uomo-donna per le due cariche di vertice (presidente e a.d.) verrà perseguita per Snam e Italgas. Nella società del trasporto del metano, che ha l’assemblea per le nomine il 27 aprile, ci sarà un nuovo a.d. perché Marco Alverà, fiutata l’aria di cambiamento, dopo due mandati ha comunicato che farà altro. La favorita per la successione è Alessandra Pasini, nata a Padova nel 1973, responsabile della finanza e dello sviluppo di Snam.

Alverà e Bisignani

Alverà andrà a Londra in un fondo su energia e sostenibilità. Ha 47 anni, il suo obiettivo è puntare alla guida dell’Enel tra un anno, quando scadrà il terzo mandato di Francesco Starace. O, come second best, all’Eni. Ha fatto un carrierone all’Enel e all’Eni all’ombra di Paolo Scaroni, amico di suo padre, il commercialista veneziano Alvise Alverà che si occupa di grandi patrimoni. Come Scaroni, anche Alverà fa parte della scuderia di Luigi Bisignani, il faccendiere ex P2, che ha collezionato condanne per il mazzettone Enimont e per la P4, molto attivo sui dossier del potere e sempre influente.

Italgas, Gallo piace a Caltagirone

All‘Italgas l’assemblea sarà il 26 aprile, sembra che possa essere confermato Paolo Gallo, un manager che in Grandi Stazioni e in Acea ha avuto il sostegno di Francesco Gaetano Caltagirone. E scusate se è poco. In questo caso la presidenza sarebbe affidata a una donna.