Banca d’Italia, la busta paga dei vertici

E’ una battaglia di potere e di posti. L’attacco del M5S e della Lega alla Banca d’Italia ha bloccato il rinnovo dell’incarico di Luigi Federico Signorini, il cui mandato di componente del Direttorio e vicedirettore generale scade oggi, sei anni dopo la nomina. Il rinnovo di Signorini era stato proposto dal Consiglio superiore dell’istituto il 16 gennaio. La nomina viene fatta con Dpr del presidente della Repubblica, ma prima si deve pronunciare il Consiglio dei ministri.

In questo articolo esaminiamo quanto guadagnano i vertici della Banca d’Italia. I componenti del Direttorio sono cinque. Il governatore, Ignazio Visco, nato a Napoli il primo novembre 1949, il direttore generale, Salvatore Rossi, natro a Bari il 6 gennaio 1949, i tre vicedirettori generali: oltre a Signorini (nato a Firenze nel 1955) ci sono Fausto Panetta (nato a Roma nel 1959) e Valeria Sannucci (nata a Roma nel 1953).

Governatore. Ignazio Visco è governatore dal primo novembre 2011

Ai vicedirettori 315.000 euro lordi

Partiamo da questi ultimi. Signorini guadagna 315mila euro lordi all’anno, come gli altri due vicedirettori, Panetta e Sannucci, si legge nei documenti sul sito di Banca d’Italia e nella relazione al bilancio 2017, l’ultimo che è stato pubblicato. Questi stipendi, in vigore dal 2015 in seguito alla riduzione dei compensi precedenti che erano più elevati, coprono anche l’incarico di membri del Direttorio integrato dell’Ivass, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni, attribuito loro senza prevedere retribuzione aggiuntiva. La somma indicata è al lordo di tasse e contributi previdenziali e sanitari.

Al governatore 450.000 euro

Il direttore generale Rossi percepisce 400mila euro lordi all’anno. Anche per lui la somma è onnicomprensiva, copre anche l’incarico di presidente dell’Ivass. Al vertice della piramide dei compensi c’è il governatore. Visco guadagna 450.000 euro lordi l’anno, anche per lui l’importo è “onnicomprensivo”, si legge nei documenti di via Nazionale.

La riduzione dei compensi

Quando Visco è entrato in carica, il primo novembre 2011, al posto di Mario Draghi, lo stipendio del governatore era di 758.000 euro lordi annui. Poi ci sono state tre riduzioni successive e dal 2015 è di 450.000 euro lordi. Visco è stato confermato nell’incarico durante il governo Gentiloni per altri sei anni, il suo mandato scadrà il 30 ottobre 2023. Il 10 maggio prossimo scade il mandato del direttore generale Rossi e di un altro vicedirettore, Valeria Sannucci. Panetta invece è stato confermato per altri sei anni a partire dall’8 ottobre scorso, quando c’era già il governo Lega-M5S. Dunque è al sicuro fino all’ottobre 2024.

Direttore generale. Salvatore Rossi, l’incarico scade il 10 maggio 2019

Non vale il tetto di 240.000 euro

Gli stipendi dei vertici della Banca d’Italia sono stati esclusi, per legge, dal tetto di 240.000 euro lordi annui alle retribuzioni dei dipendenti pubblici e di società controllate dallo Stato non quotate in Borsa introdotto con una legge nel 2014 (le quotate non hanno tetto e gli stipendi sono plurimilionari, come si vede dalle buste paga di Eni, Enel, Leonardo ex Finmeccanica, Terna, Snam, Italgas ecc.).

L’esclusione è stata decisa in base al principio di “indipendenza finanziaria” della Banca. L’ultimo taglio ai compensi è stato deciso dal Consiglio superiore il 30 ottobre 2014 “per i futuri membri del Direttorio”. Tutti i cinque componenti attuali, che già facevano parte del Direttorio, hanno deciso di adeguarsi subito alla riduzione degli stipendi “e per tutta la durata del loro mandato”.

 

 

 

 

 

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