Il Sole 24 Ore/3 – Le spese e la buonuscita di Napoletano

Acquisti con la carta di credito aziendale “non corredati da adeguata documentazione di supporto”. Costi per servizi di autista “manifestamente incongrui”. Rimborsi spese “la cui natura o documentazione di supporto risulta essere non conforme alle procedure aziendali”.

Sono alcune delle “anomalie” che la società di consulenza incaricata dal Sole 24 Ore, PricewaterhouseCoopers (PwC), ha riscontrato nell’analisi dei rimborsi spese a carico del Sole 24 Ore e a beneficio dell’ex direttore, Roberto Napoletano, nel biennio 2015-2016. Napoletano è stato direttore responsabile del quotidiano economico-finanziario controllato dalla Confindustria, direttore editoriale, nonché direttore di tutte le altre testate del gruppo Sole 24 Ore per sei anni, dal 23 marzo 2011 (nominato alcune settimane dopo che la redazione aveva votato la sfiducia a Gianni Riotta, quando presidente della Confindustria era Emma Marcegaglia) fino al 14 marzo 2017.

L’indagine per falso in bilancio

Napoletano è stato messo in aspettativa senza stipendio dopo che è emerso che era (ed è tuttora) indagato per falso in bilancio nell’inchiesta della Procura di Milano sulle dichiarazioni gonfiate delle vendite del quotidiano, riferite soprattutto alle copie multiple digitali, le cosiddette “copie taroccate”. Come lui, sono indagati per falso in bilancio anche l’ex presidente del Sole 24 Ore Benito Benedini e l’ex a.d. Donatella Treu. Dal 13 marzo 2017 il direttore del Sole 24 Ore è Guido Gentili.

Amministratore di fatto

Secondo le indagini Napoletano è considerato dai pm “amministratore di fatto” del Sole 24 Ore. Nel bilancio 2017 del Sole 24 Ore si riferisce della “sua costante presenza alle riunioni del consiglio di amministrazione“, di cui non faceva parte. Altre sette persone, ex dirigenti o esterni al gruppo, sono indagati per appropriazione indebita.

Indagati. Roberto Napoletano (a sinistra) con Donatella Treu e Benito Benedini

Le “spese pazze”

Il 2 agosto 2017 Il Sole 24 Ore ha firmato con Napoletano un accordo per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro subordinato. L’analisi commissionata a PwC dall’attuale vertice del Sole 24 Ore riguarda le cosiddette “spese pazze” di Napoletano. Le prime contestazioni su questo tema erano state mosse nel settembre 2016 dall’allora a.d. del gruppo editoriale, Gabriele Del Torchio, nominato solo tre mesi prima da Giorgio Squinzi.

Il paracadute del direttore

Del Torchio si scontrò con Napoletano anche su un’altra questione. Aveva scoperto e contestato a Napoletano un documento segreto firmato con il precedente presidente Benedini, tenuto nascosto al cda, una “scrittura privata” del 3 febbraio 2015 che prevedeva un “paracadute” del direttore.

Secondo quanto riferito nella relazione del collegio sindacale al bilancio 2016, il patto segreto stabiliva il diritto di Napoletano a ricevere una buonuscita di “36 mensilità, qualora la società avesse deciso di risolvere il rapporto di lavoro con il medesimo senza una giusta causa, nonché il pagamento di 26 mensilità di retribuzione, nel caso di dimissioni conseguenti a un cambiamento del socio di controllo (oltre a quanto già spettante per legge)”.

Questa buonuscita era parametrata a uno stipendio fisso di Napoletano che nel 2016 era di 750mila euro lordi l’anno e sarebbe stata aggiuntiva al Tfr.

Isolato. Gabriele Del Torchio

Lo scontro con Del Torchio

Nello scontro con Napoletano Del Torchio rimase isolato. La maggioranza del cda e in particolare il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci e l’ex presidente degli industriali Luigi Abete (nella foto in apertura insieme a Napoletano) che è nel cda del Sole da oltre dieci anni sostennero Napoletano. Così fece anche Vincenzo Boccia, presidente della Confindustria da maggio 2016. Del Torchio fu cacciato dopo soli cinque mesi e, come abbiamo raccontato nell’articolo precedente, ha successivamente concordato una buonuscita di 980.000 euro lordi per l’interruzione del suo contratto.

Al suo posto il 15 novembre 2016 è arrivato Franco Moscetti. Il dossier “spese pazze” però non è stato insabbiato ed è stato sottoposto a verifica dopo che Napoletano, una volta emerso che è indagato per falso in bilancio, ha perso alcune delle potenti protezioni che lo avevano sostenuto.

“Scostamenti tra 250mila e 300mila euro”

La relazione del collegio sindacale al bilancio 2016, sottoposta all’esame dell’assemblea dei soci del Sole 24 Ore del 28 giugno 2017, ha informato che la società aveva affidato a PwC l’incarico di controllare le spese di Napoletano.

Tale analisi ha evidenziato scostamenti _ si legge nella relazione dei sindaci _ con particolare riferimento a costi direttamente sostenuti dal Direttore e a costi sostenuti dalla società in favore del Direttore, tenuto conto delle procedure e di quanto pattuito contrattualmente per un importo compreso tra Euro 250 ed Euro 300mila negli anni 2015 e 2016.

PWC _ aggiunge la relazione dei sindaci _ ha riferito verbalmente che dalle indagini svolte non risultano spese connesse alla disponibilità di una casa a New York del Dott. Napoletano.

Il collegio invita la società a considerare tali risultanze nell’ambito della definizione del rapporto con l’ex Direttore”.

Confindustria. La d.g. Marcella Panucci con il presidente, Vincenzo Boccia

Gli accordi con Napoletano

In quella relazione non viene detto quali siano gli “scostamenti” nelle spese dell’ex direttore, né se le spese contestate siano state riaddebitate a Napoletano. E non se ne parla neppure nella relazione sulla remunerazione per il 2018, che sarà esaminata dall’assemblea degli azionisti il prossimo 27 aprile.

Poteri Deboli ha scoperto che nel prospetto pubblicato dal Sole 24 Ore a fine ottobre del 2017 per l’aumento di capitale da 50 milioni di euro si parla di nuovo delle “spese pazze” e si dà conto della conclusione del rapporto di PwC. Nel “Documento di registrazione” dell’aumento di capitale c’è un paragrafo, “Accordi con Roberto Napoletano”.

Aprendo il seguente link si può leggere quali sono le “anomalie” riscontrate da PwC nelle spese di Napoletano, le contestazioni che gli sono state mosse e l’accordo per la sua buonuscita.

Napoletano Il Sole 24 Ore

Incentivo all’esodo di 700.000 euro

Nel prospetto si dice che il 2 agosto 2017 “la società ha sottoscritto un accordo con Napoletano per effetto del quale le parti hanno risolto consensualmente il rapporto di lavoro subordinato (…), con reciproca rinuncia al preavviso e/o alla relativa indennità sostitutiva. (…)
la società si è impegnata a versare alla controparte (in aggiunta alle spettanze maturate fino alla data della risoluzione) l’importo complessivo di Euro 700.000,00 lordi. La società _ prosegue il documento _ ha altresì rinunciato nei confronti di Napoletano a qualsivoglia domanda o pretesa derivante dal rapporto di lavoro intercorso con lo stesso, salvo quanto dovesse eventualmente emergere a carico del medesimo per fatti imputabili a suo dolo o colpa grave“. Da notare che l’incentivo di 700mila euro è aggiuntivo “alle spettanze maturate”, cioè al Tfr dell’ex direttore.

L’incarico alla società di consulenza

Il documento “evidenzia” che la società (…) ha conferito mandato ad una primaria società di consulenza (è PwC, ma in questo documento non viene nominata) di “svolgere un’analisi sulle spese sostenute dalla società in favore di Napoletano nel corso degli esercizi 2015-2016. Tale analisi si è conclusa con il rilascio – da parte del consulente – di un’apposita relazione, emessa in data 21 giugno 2017″.

Il documento prosegue: “I costi sostenuti dalla società in favore di Napoletano e oggetto di analisi sono stati classificati come
segue:
(i) costi direttamente sostenuti da Napoletano (con mezzi propri) e per i quali è stata richiesta una procedura di rimborso attraverso la presentazione di nota spese;
(ii) costi direttamente sostenuti da Napoletano attraverso la carta di credito aziendale in addebito sul conto corrente intestato alla Società e riepilogati all’interno della nota spese;
(iii) costi sostenuti direttamente dalla Società in favore di Napoletano riconducibili all’acquisto di viaggi e pernottamenti in hotel tramite agenzie viaggi;
(iv) costi sostenuti direttamente dalla Società in favore di Napoletano non disciplinati da alcuna procedura aziendale in quanto non afferenti alle spese di trasferta, riferendosi principalmente a benefit concessi al dipendente e previsti contrattualmente (locazioni abitative, servizio autista, e
altri servizi) ed altri costi a lui riferibili”.

Presidente. Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria e presidente Eni

Il rapporto PwC e le “anomalie”

Il documento del Sole 24 Ore riassume così le conclusioni di PwC: “Il rapporto del consulente ha evidenziato anomalie principalmente riferite a:

 rimborsi per spese sostenute da Napoletano la cui natura o documentazione di supporto risulta essere non conforme alle procedure aziendali di riferimento;
 transazioni di acquisto mediante utilizzo della carta di credito aziendale non corredate da adeguata documentazione di supporto;
viaggi (treni/aerei/hotel) riservati da agenzie viaggi in violazione delle procedure di riferimento;
 beni e servizi contrattualmente previsti (i) il cui valore è risultato essere superiore al massimale previsto e/o (ii) afferenti ad emissioni multiple (ossia a più emissioni del medesimo biglietto a nome dello stesso soggetto, nella stessa data ma ad orari diversi);
 costi per servizi di autista manifestamente incongrui;
 costi per beni e servizi non contrattualmente previsti;
 fruizione di ulteriori beni o servizi di proprietà della società, ma in uso esclusivo del dipendente“.

“La società _ dice il documento del Sole 24 Ore _ ha tenuto conto di quanto precede ai fini della determinazione dell’importo riconosciuto a Napoletano nell’ambito della transazione sopra illustrata”. Par di capire che gli “scostamenti” nelle spese di Napoletano (quelli  che i sindaci nel giugno 2017 avevano quantificato in 250mila-300mila euro) sarebbero stati scontati prima di corrispondergli la buonuscita di 700.000 euro. Il documento non dice però l’importo delle trattenute e delle spese riaddebitate all’ex direttore. Si intuisce solo che, senza queste trattenute, la buonuscita avrebbe potuto essere ancora più elevata.

Amministratore. Franco Moscetti (a destra) con Donald Trump

Alcune semplici domande

Non conosciamo il dossier “spese pazze” né la relazione di PwC e non siamo quindi in grado di esprimere un giudizio su questa vicenda. Ma abbiamo alcune domande molto semplici da rivolgere a coloro che siedono da anni nel cda del Sole (in particolare Abete e Panucci), all’azionista di controllo Confindustria, agli uffici del Sole 24 Ore: se i fatti sono quelli evidenziati nella relazione di PwC, possibile che nessuno si fosse accorto prima che c’erano “anomalie” nelle spese e nei rimborsi dell’allora direttore Napoletano?

Nessuno si era accorto ad esempio che l’ex direttore faceva comprare biglietti multipli nella stessa giornata per viaggi da Roma a Milano e poi tutti i biglietti, tranne quello effettivamente usato per il viaggio, erano da buttare? Nessuno ha mai fatto segnalazioni o denunce? Se sono state fatte dove sono finite? E per gli anni dal 2011 al 2014 sono state fatte verifiche sulle spese di Napoletano? In definitiva, come è stato calcolato l’incentivo all’esodo di 700mila euro di Napoletano?