E’ in pieno svolgimento la guerra delle nomine. Senza i clamori delle discussioni sulle misure per arginare il Coronavirus, il governo sta discutendo le nomine dei nuovi consigli di amministrazione delle società pubbliche più importanti, società strategiche che sono tra i pochi grandi gruppi industriali rimasti in Italia. Parliamo di Eni, Enel, l’ex Finmeccanica che dal 2017 un ex ferroviere ha voluto chiamare Leonardo, Poste, Terna, Enav, più una banca, il Monte dei Paschi di Siena.
Un pezzo importante di potere
Nelle prossime settimane con le nomine si deciderà un pezzo importante del potere in questo paese. Assistiamo alla solita contrapposizione tra i boiardi di Stato in scadenza, che usano tutti i potenti mezzi a disposizione per farsi confermare (dalla lobby silenziosa ai proclami sulla stampa con veline che ne esaltano i “risultati”), gli sponsor di candidati che vorrebbero prendere il loro posto, le attenzioni dei politici per occupare il maggior spazio possibile, con nuovi manager o con la parziale conferma degli uscenti.
Quanto guadagnano
Qui parliamo di quanto guadagnano gli uomini e le donne che sono al vertice di queste società, tutte quotate in Borsa. Gli stipendi, compresi i bonus ed eventuali premi in azioni, sono riferiti al 2018, l’ultimo anno per il quale sono stati pubblicati dati ufficiali dalle società. Gli importi sono al lordo delle tasse. Il guadagno netto più o meno è la metà del lordo.
A Descalzi quasi 6 milioni
Il più pagato nel 2018 è stato Claudio Descalzi (nella foto in alto con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella), che dal maggio 2014 è alla guida dell’Eni. Fu scelto dal governo di Matteo Renzi e nel 2017 è stato confermato da Paolo Gentiloni, come diversi dei dirigenti in scadenza. Come amministratore delegato e d.g. dell’Eni Descalzi ha guadagnato 5,94 milioni lordi, incluso un bonus per i risultati pari a 4,3 milioni. Descalzi è 17mo nella classifica degli stipendi di tutti i manager di società italiane quotate.
Starace secondo
Il secondo tra i pubblici è Francesco Starace, da sei anni ad e dg dell’Enel. Nel 2018 ha percepito 5,03 milioni, di cui 3,4 milioni di bonus. Starace è considerato il più solido tra i dirigenti in scadenza nel totonomine per essere confermato. Il manager ha sempre detto no all’ipotesi di essere collocato all’Eni.
Terna. L’ad Luigi Ferraris (a sinistra)
Ferraris sul podio
Il terzo tra i pubblici è Luigi Ferraris, ad e dg della società di trasmissione dell’energia elettrica, Terna: ha guadagnato 2,83 milioni lordi, di cui 1,74 milioni di bonus. E’ 47mo nella classifica complessiva.
Profumo è quarto
Il quarto è Alessandro Profumo, ad dell’ex Finmeccanica dal 16 maggio 2017, con 1,66 milioni. La busta paga comprende un bonus di 660mila euro e 53mila euro di controvalore di azioni gratuite. Nella classifica di tutti i manger Profumo è 82mo.
Ex Finmeccanica. Alessandro Profumo
Alverà, Cao e Bono
Il quinto tra i pubblici è Marco Alverà, ad della Snam, con 1,61 milioni. Alverà non è in scadenza, però è un potenziale candidato alla guida dell’Eni, se il governo decidesse di sostituire Descalzi. Un altro potenziale candidato al vertice Eni è Stefano Cao, ad della Saipem, settimo tra gli stipendi dei pubblici con 1,487 milioni. Cao è 99mo nella classifica generale delle buste paga. In mezzo a questi due c’è Giuseppe Bono, ad di Fincantieri (non in scadenza quest’anno, ma spettatore attento), con 1,57 milioni.
Del Fante sconfigge la povertà
Ottavo tra i pubblici è Matteo Del Fante, ad e dg di Poste. Il manager fiorentino nel 2014 fu catapultato da Matteo Renzi dalla Cdp alla guida di Terna, quindi nel 2017 con Gentiloni ha fatto il salto a Poste. E qui ha avuto un ruolo decisivo nel sostenere l’attuazione del piano del M5S per introdurre il reddito di cittadinanza. Poste ha fornito la magica “card” gialla che fu presentata da Luigi Di Maio come se fosse l’ostensione della teca con il sangue di San Gennaro. Del Fante fu ampiamente citato durante la Kermesse dei Cinque Stelle del 22 gennaio 2019 per spiegare che il piano stava avanzando. Guarda caso quel giorno apparve una sua intervista sul Fatto Quotidiano. Non sappiamo se con il reddito di cittadinanza sia stata sconfitta la povertà, come teorizzò la propaganda di Di Maio. Certo la povertà l’ha sconfitta Del Fante. Nel 2018 ha guadagnato da Poste 1,48 milioni. E’ 101mo nella classifica di tutti i manager.
Poste. l’ad Matteo Del Fante
Il valzer dei presidenti
Tra i presidenti lo stipendio più alto è di Patrizia Grieco dell’Enel, 657mila euro dal gruppo Enel. Con altri incarichi in cda di società private raggiunge 890.652 euro e supera Roberta Neri, ad dell’Enav, con 805mila.
L’imprenditrice Emma Marcegaglia ha ricevuto 500.000 euro come presidente dell’Eni e 10.000 come consigliere di Gabetti Property, 256ma nella classifica totale. Precede di una piazza Gianni De Gennaro. Il presidente di Finmeccanica (o Leonardo) lanciato verso un nuovo mandato ha toccato quota 502.000.
Presidente. Patrizia Grieco, Enel
La classifica puntuale
Di seguito l’elenco puntuale dei compensi dei manager di aziende pubbliche quotate in Borsa nel 2018 (al lordo delle tasse. valori in euro)
1. Claudio Descalzi ad e dg Eni 5.936.300 (di cui bonus 4.316.000)
2. Francesco Starace ad e dg Enel 5.029.794 (di cui bonus 3.398.094)
3. Luigi Ferraris ad e dg Terna 2.829.300 (di cui bonus 1.744.300)
4. Alessandro Profumo ad Leonardo 1.660.000 (di cui bonus 660.000), controvalore azioni gratuite 53.309 TOTALE 1.713.309
Snam. L’ad Marco Alverà
5. Marco Alverà ad Snam 1.608.000 (di cui bonus 628.000)
6. Giuseppe Bono ad Fincantieri 1.567.500 (di cui bonus 617.500)
7. Stefano Cao ad Saipem 1.487.000 (di cui bonus 491.000)
8. Matteo Del Fante ad e dg Poste Italiane 1.396.313 (di cui bonus141.313), controvalore azioni gratuite 86.282 TOTALE 1.482.595
Fincantieri. L’ad Giuseppe Bono (a destra)
9. Paolo Gallo ad Italgas 1.200.000 (di cui bonus 460.500)
10. Massimo Bellizzi dg Enav fino al 31 luglio 2018 981.696 (di cui buonuscita 710.000) TOTALE 981.696
11. Patrizia Grieco p Enel 450.000, c Endesa 207.244 TOTALE gruppo Enel 657.244 c Amplifon 75.000, c Anima Holding 75.000, c Ferrari 72.408, c Cir fino al 28 aprile 2018 11.000 TOTALE 890.652 167mo
12. Roberta Neri ad Enav 793.000 (di cui bonus 297.000), c Cementir Holding 12.000 TOTALE 805.000
Eni. La presidente, Emma Marcegaglia
13. Emma Marcegaglia p Eni 500.000, c Gabetti Property 10.000 TOTALE 510.000
14. Gianni De Gennaro p Leonardo 502.000
15. Alberto Maestrini dg Fincantieri 492.689
16. Maria Bianca Farina p Poste Italiane 480.000
17. Marco Morelli ad e dg Mps 466.250
18. Giampiero Massolo p Fincantieri 415.000 (di cui bonus 115.000)
19. Stefania Bariatti p Mps 110.000, p Sias fino al 14 novembre 2018 e vp dal 14 novembre 2018 236.940, c Astm 31.137, Sit Group dal 6 luglio al 17 ottobre 2018 15.137 TOTALE 393.714
20. Francesco Caio p Saipem dal 3 maggio 2018 304.000
Enav. l’ad Roberta Neri
21. Carlo Malacarne p Snam 270.000
22. Catia Bastioli p Terna 238.000
23. Lorenzo Bini Smaghi p Italgas 238.000
Fonte: dati pubblicati dalle società.