Andrea Riffeser Monti, 63 anni, erede dell’impero editoriale del nonno, il cavalier “Artiglio” Monti, ha la passione dei cavalli e dei giornali. Ma non ha un buon rapporto con i giornalisti e in questo è ricambiato.
La vertenza del Quotidiano Nazionale
Riffeser è presidente del gruppo Poligrafici Editoriale di Bologna e da due anni anche della Fieg, la federazione degli editori di giornali. A ottobre dell’anno scorso ha ingaggiato una dura vertenza con i giornalisti del suo gruppo, che comprende i quotidiani Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione e il marchio unico Quotidiano Nazionale. La Poligrafici ha varato un piano di riorganizzazione che prevedeva 112 esuberi su 283 giornalisti a livello di gruppo. Ci sono stati giorni due di sciopero il 27 e 28 ottobre a Qn-Carlino e al Giorno. Gli esuberi secchi sono stati evitati, per ora, ma i tagli sono scattati il primo gennaio di quest’anno con sacrifici pesanti spalmati su tutti i redattori.
Edicole. Andrea Riffeser con il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci
Tagli a giornalisti e poligrafici
Nel gruppo è stato concordato un contratto di solidarietà per il primo e il terzo quadrimestre di quest’anno. Il funzionamento è simile alle targhe alterne, solo che anziché andare a piedi qui si perdono soldi: ogni giornalista deve fare cinque giorni di solidarietà nei mesi dispari, quattro nei mesi pari, per un totale di 36 giorni quest’anno (nella solidarietà si perde lo stipendio, c’è un’indennità di 40 euro al giorno) . Con il Coronavirus è stata decisa una cassa integrazione aggiuntiva, che in marzo e aprile ha elevato a sei al mese i giorni di sospensione dal lavoro, saliti a 39 giorni nell’anno. Da maggio ad agosto non c’è solidarietà, la busta paga torna normale. A settembre riprenderà la solidarietà con cinque giorni a testa. L’anno prossimo è prevista la cigs nell’ultimo trimestre finalizzata a 20 prepensionamenti. Oltre a questo, il programma concordato con i sindacati prevede tagli tra i poligrafici, da 50 a 70 prepensionamenti quest’anno, altrettanti nel 2021, per un totale fra 100 e 140 poligrafici.
Prepensionamenti pagati dallo Stato
Alla fine dell’anno scorso il governo Pd-M5S ha rifinanziato nella legge di Bilancio i prepensionamenti dei giornalisti e dei poligrafici, con 90 milioni totali fino al 2027 (due terzi per i poligrafici). Misura gradita (e sollecitata) agli editori e non osteggiata dalla Fnsi, il sindacato dei giornalisti guidato da Raffaele Lorusso. L’operazione è stata condotta dal sottosegretario del Pd con delega all’editoria Andrea Martella, un politico veneto (è nato nel 1968 a Portogruaro) che piace agli editori e direttori di giornali: ogni suo pigolìo trova subito spazio sulla carta stampata.
Crisi dell’editoria
Il 3 giugno Riffeser ha detto alla commissione Industria del Senato: “Nel primo semestre dell’anno si stima che le imprese editrici subiranno una perdita di ricavi di 403 milioni euro per il crollo degli investimenti pubblicitari e per la contrazione dei ricavi da vendita”. Il presidente della Fieg ha espresso apprezzamento per le misure di sostegno del governo, nel decreto “Rilancio” ci sono interventi per l’editoria del valore potenziale di almeno 120 milioni, ma è stato duro. Secondo il presidente Fieg le aziende “dovranno ora sostenere un importante impegno sia per la riorganizzazione delle attività, sia per fare fronte alla necessaria liquidità: si stima siano necessari nei prossimi anni 119 milioni per favorire l’uscita di circa 1.400 persone con il prepensionamento. Oneri straordinari da gestire con gli effetti della pandemia, che ha ulteriormente drasticamente ridotto i ricavi e la liquidità delle imprese. Occorrono interventi urgenti anche sulla liquidità delle imprese”.
Rcs. Urbano Cairo (a destra)
Il precedente di De Benedetti
Riffeser ha la fissa dei prepensionamenti dei giornalisti e poligrafici da cacciare dal posto di lavoro. Non è l’unico, molti amministratori e direttori del personale di giornali, da Urbano Cairo a John Elkann, accarezzano progetti simili. Una strada aperta diversi fa dalla Repubblica e dal gruppo Espresso della famiglia De Benedetti, che ottenne massicci finanziamenti dallo Stato per cacciare i giornalisti, con la benedizione del sindacato dei giornalisti.
Bilancio in deficit
I conti del gruppo editoriale di Riffeser sono deficitari. La società è quotata in Borsa, l’ultimo dividendo ai soci è stato pagato tre anni fa. Il bilancio consolidato 2019 di Poligrafici Editoriale, approvato dal cda, mostra un calo dei ricavi da 160,7 a 154,2 milioni di euro. Il risultato operativo è in perdita per 4,1 milioni, rispetto a un utile dichiarato di 3,63 milioni nel 2018. All’ultima riga dei conti c’è una perdita netta di competenza del gruppo pari a -6,06 milioni, rispetto a un utile striminzito di 541mila euro nel 2018.
I debiti di Monrif
La famiglia Riffeser possiede il 62% della Poligrafici attraverso la finanziaria Monrif, anch’essa quotata. Il consolidato 2019, che comprende oltre all’editoria le altre attività tra cui degli alberghi, ha ricavi in calo da 200,1 a 174,6 milioni e una perdita netta di -4,3 milioni. In totale il gruppo Monrif a fine 2019 aveva debiti finanziari netti per 91,6 milioni, quasi il triplo del patrimonio netto (31,7 milioni).
I soci, Della Valle e Tamburi
Tra gli altri soci, quasi il 10% della Poligrafici è della Adv Media Srl, di Andrea Della Valle. Nella Monrif il secondo azionista è il finanziere romano Giovanni Tamburi, attraverso la Tip Spa (8,4%). Per cercare di risparmiare Riffeser ha approvato un piano di fusione per incorporazione della Poligrafici Editoriale nella casa madre Monrif, che diventerà esecutivo alla fine di questo mese. Un’operazione finanziaria.
Cap d’Antibes. Andrea Riffeser in piscina
Stipendio di 1,5 milioni nel 2019
Vediamo qual è lo stipendio di Riffeser. Dalla relazione sulla remunerazione apprendiamo che nel 2019, per le cariche di presidente, amministratore delegato e direttore generale di Poligrafici Editoriale (prendi uno e paghi tre), Riffeser si è pagato uno stipendio pari a 1 milione e 483.285 euro, al lordo delle tasse. Inoltre ha ricevuto dall’azienda benefici non monetari, i fringe benefit dei manager, per 14.428 euro. Riffeser è anche presidente e a.d. della Monrif, da cui ha ricevuto 45.000 euro. Pertanto i suoi compensi monetari ricevuti dalle due società quotate nel 2019 ammontano in totale a un milione e 528.285 euro lordi.
Sara Riffeser
Il presidente della Fieg è un sostenitore del ricambio generazionale nelle aziende, attraverso l’assunzione di giovani al posto dei più anziani che vuole, appunto, mandare in pensione in anticipo. Nelle sue aziende ha inserito due giovani, valorizzati con uno stipendio elevato. Troviamo nel cda di Poligrafici Editoriale Sara Riffeser Monti, nata il 12 dicembre 1985 a Bologna, tra compensi e retribuzione nel 2019 ha guadagnato 188.668 euro lordi. Inoltre è nel cda di Monrif, con 10.000 euro di gettone ed è presidente di SpeeD, la concessionaria di pubblicità del gruppo. Si occupa anche di ippica, il gruppo pubblica il mensile “Cavallo Magazine”. In totale tra Poligrafici, Monrif e altre società del gruppo Sara Riffeser nel 2019 ha guadagnato 238.668 euro lordi.
Cavalli. Sara Riffeser nel comitato di Piazza di Siena
Matteo Riffeser
Nel cda di Poligrafici Editoriale c’è anche Matteo Riffeser Monti, nato il 16 gennaio 1988 a Bologna, vicepresidente, con un compenso di 253.760 euro lordi nel 2019, che comprende anche lo stipendio per il lavoro nel gruppo. Inoltre è presidente della controllata Monrif Net Srl, che si occupa di internet e digitale. Matteo è anche nel cda di Monrif, da cui ha ricevuto 14.000 euro: quindi i suoi compensi totali nel 2019 salgono a 267.760 euro lordi.
La carriera dei figli
Chi sono Matteo e Sara Riffeser Monti? I documenti di bilancio non dicono altro. Sappiamo però dagli atti ufficiali che il presidente del gruppo Monrif-Poligrafici e della Fieg ha due figli, che si chiamano Sara e Matteo. E dunque l’editore che ha la passione dei cavalli e del giornalismo (ma non ama i giornalisti) ha centrato uno dei suoi obiettivi, assicurare il ricambio nelle aziende editoriali con l’inserimento di giovani e anche molto ben pagati. Il fatto che questi siano i suoi figli, mentre per centinaia di giornalisti e poligrafici sono previsti contratti di solidarietà, cassa integrazione e prepensionamenti, gli sembrerà un trascurabile dettaglio.
Villa in affitto a 10.000 euro al giorno
P.S. Andrea Riffeser ama trascorrere fine settimana e vacanze a Cap d’Antibes, a villa La Dilecta, casa comprata e restaurata dal nonno “Artiglio”. La villa viene anche affittata. C’è stata Madonna in vacanza. In un’intervista al Blog “I love Cap d’Antibes”, all’intervistatore che gli chiedeva “Quanto spenderei se volessi stare qui una settimana?” Riffeser ha risposto: “Di solito l’affitto costa 10.000 euro al giorno. Ma per lei farò uno sconto speciale”. Farebbe uno sconto anche per i giornalisti che vuole licenziare?